Intervento in Consiglio sull’ambiguità del Piano Casa del Governo Berlusconi
Nel corso del Consiglio Comunale del 9 marzo sono intervenuto in merito alle ambiguità del Piano casa del governo Berlusconi . Ecco di seguito il testo del mio intervento.
Grazie Presidente. Noi abbiamo già avuto occasione, in questo Consiglio, di occuparci diverse volte, negli ultimi mesi, delle iniziative del Governo Berlusconi che riguardano l’ambiente e il territorio, esprimendo argomentazioni critiche. Rispetto a queste argomentazioni critiche di solito viene risposto che sono viziate di antiberlusconismo. Io credo che siano - invece - posizioni che vengono sempre argomentate nel merito. La più recente sortita dal Presidente del Consiglio riguarda un sedicente Piano Casa, per contrastare la crisi economica che investe il Paese e rilanciare lo sviluppo. Ma perché invece di finanziare un vero Piano Casa che promuova la realizzazione di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica, o che permetta la riqualificazione del patrimonio pubblico esistente, privilegiando gli interventi ecocompatibili, o anche che faciliti l’acquisto o l’affitto delle abitazioni per le giovani coppie, ma nel rispetto degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica vigente, non si trova di meglio che consentire aumenti generalizzati delle cubature esistenti del 20 e 30% in deroga a quanto prevedono i piani e i regolamenti comunali, con grave rischio di una cementificazione incontrollata? Innanzitutto, io credo che davanti a questo provvedimento ci sono fondati dubbi sulla sua efficacia economica, oltre che sulla sua valenza sociale. Chi abita in un condominio, chi è in affitto, che vantaggi potrà avere da questo provvedimento? Forse qualcuno potrà ampliare Villa Certosa o la residenza di Arcore. Ma in più, evocando esigenze di semplificazione che sono sempre giuste, si prevede un utilizzo massiccio dell’autocertificazione, che presuppone una assunzione di responsabilità da parte dei progettisti ma anche, da parte degli uffici comunali, una forte capacità di controllo che non tutti hanno. In più a cosa serve che i piani come il PSC approvato da questo Consiglio, il RUE in fase di approvazione - abbiamo fatto questa mattina un’interessante udienza conoscitiva - cerchino un giusto contemperamento dell’attività edilizia e di una risposta alla domanda di abitazioni con l’esigenza di una tutela dell’ambiente e del paesaggio, limitando la nuova edificazione e qualificando gli interventi sull’esistente, concedendo sì incrementi del 10% della cubatura, ma collegati strettamente con premialità connesse a prestazioni migliorative su riduzione dei campi elettromagnetici, prestazione energetica attraverso la certificazione degli edifici, riduzione delle dispersioni termiche, sfruttamento dell’energia solare, realizzazione di sistemi solari passivi, apporto solare invernale, efficienza energetica nel condizionamento estivo, permeabilità dei suoli, riduzione del consumo di acque pubbliche, recupero delle acque meteoriche e delle acque grigie, riutilizzo di materiali inerti. Questi sono gli aumenti di volumetria che hanno un senso. A che serve ragionare sugli indici, sul RUE, se poi con questa logica si dà la possibilità di superfetazioni incontrollate. C’è da chiedersi davvero se il lavoro che come Consiglio stiamo facendo serve a qualche cosa oppure no. Infine, ancora una volta questo governo smentisce i propri intenti dichiarati di federalismo virtuoso. In una materia dove la competenza è regionale, provinciale e soprattutto comunale, si assume un provvedimento di stampo centralistico che di fatto espropria gli enti locali del diritto e del potere di decidere sull’uso del proprio territorio e di tutelare e salvaguardare ambiente e paesaggio. Io spero che il provvedimento venga accantonato o riformato profondamente, cosa per la verità già avvenuta in passato di fronte a delle proteste come ci saranno e ci sono su questo provvedimento, perché in caso contrario mi auguro una forte battaglia parlamentare per contrastarne l’approvazione. Grazie.