Editoriale. Verso le elezioni

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 26 aprile, 2009

 Francia2004Manca ormai poco più di un mese all’ elezioni. Si vota infatti sabato 6 giugno dalle ore 15 alle 22 e domenica 7 giugno dalle ore 7 alle 22, per l’elezione del parlamento europeo, del Presidente e del Consiglio della Provincia, del Sindaco e del Consiglio comunale e dei Consigli di quartiere.

Vorrei allora fare alcune considerazioni sulla situazione che si prospetta, in particolare per il Comune di Bologna.

Nel centrodestra non ci sono candidati sindaci appartenenti ai partiti, ma, oltre ad alcuni candidati minori (che non so se riusciranno tutti a raccogliere le firme necessarie per presentarsi), due candidati principali, Guazzaloca e Cazzola, tra i quali il conflitto è ormai sotto gli occhi di tutti: non si tratta di una fisiologica competizione tra candidati politicamente affini (come quella che si è giocata pochi mesi orsono nelle primarie del P.D.) pronti ad un’alleanza in un eventuale ballottaggio, ma di una battaglia senza quartiere (nel senso letterale del termine) e senza esclusione di colpi, tra due candidati sedicenti civici che fanno a gara per stabilire chi è più civico dei due e che sembrano disdegnare (o accettare come aggiuntivi) i voti dei partiti che li appoggiano (UdC per il primo e PdL e Lega per il secondo), cercando di cavalcare e monopolizzare ciascuno i sentimenti di diffidenza dei cittadini nei confronti dei partiti stessi, quasi che soltanto il “civismo” fosse garanzia di amore per la città.

E’ una ben strana condizione quella dei partiti di centrodestra, costretti ad un ruolo subalterno, di “portatori d’acqua” di cui i candidati sembrano quasi vergognarsi, un ruolo al quale volenti o nolenti sono costretti ad adeguarsi. L’UdC (ormai avvezzo a tale situazione e nemmeno presente con i propri candidati in testa alla lista che sostiene Guazzaloca) sembra trovarsi più a suo agio in questo ruolo parassitario che gli evita una conta probabilmente impietosa. Il PdL da parte sua rischia, nel caso possibile di una sconfitta del proprio candidato al primo turno, una cocente umiliazione.

Pare ormai certo che nella elezione per i Consigli di quartiere ci saranno liste distinte il che, tenuto conto del sistema elettorale, porterà in tutti i nove quartieri il centrodestra ad una sconfitta che Guazzaloca e Cazzola si rinfacciano a vicenda, tanto che risulta difficile immaginare che in un eventuale ballottaggio per l’elezione del sindaco i sostenitori del candidato sconfitto appoggino in massa l’altro.

Nel centrosinistra la situazione si può così descrivere.

Monteventi è un candidato destinato a raccogliere i consensi della sinistra più radicale, che ha nel proprio DNA la lotta e l’opposizione, svolgendo una funzione legittima e rispettabile in democrazia, ma marginale nel governo della città.

Pasquino sembra soprattutto interessato a “dare una lezione” al P.D. ed al suo candidato Delbono, con l’unico scopo dichiarato di togliere ad esso quei voti che potrebbero costringerlo ad un ballottaggio sempre carico d’incognite (anche se promettente, visto lo stato conflittuale del centrodestra): francamente mi pare la sua una linea politica più dettata da personalismo e spirito di rivalsa che da ragioni politiche apprezzabili e condivisibili.

Flavio Delbono, al quale va il mio convinto sostegno e che spero di poter salutare sindaco di Bologna dai banchi del Consiglio, sta lavorando con successo per costruire un’ampia coalizione (da Rifondazione al Pdci, ai Verdi, a Sinistra Democratica, Partito Socialista, Italia dei Valori ed ex-Popolari) che ha il P.D. come soggetto politico centrale e che sia capace di vincere le elezioni e di governare la città per i prossimi cinque anni.

A questa alleanza si è aggiunta nei giorni scorsi la lista “Bologna 2014″, promossa da un’ottantina di esponenti della società civile (tra cui Filippo Andreatta). Si tratta di fatto dell’unica lista veramente civica, in quanto non comprende esponenti di partito e che potrebbe portare a Delbono i voti di quei cittadini bolognesi che, appartenenti allo schieramento di centrosinistra, non si riconoscono nei partiti di questo schieramento ed in particolare nel P.D.

Da iscritto al P.D., ancora convinto della bontà del progetto che ha portato alla nascita di questo partito, consapevole dei limiti e degli errori che ne hanno segnato i primi mesi di vita, ma impegnato dall’interno per il loro superamento, comprendo le ragioni della nascita di questa lista e, se questo può favorire la vittoria di Delbono, ne sono lieto.

I voti che Bologna 2014 raccoglierà, sono in qualche modo il prezzo che il P.D. pagherà rispetto a due errori, compiuti a livello nazionale e locale.

A livello nazionale (ed anche a Bologna) al di là dei propositi dichiarati, non si è riusciti a coinvolgere in modo significativo nella nascita del partito, espressioni della società civile e tutto si è ridotto ad una fusione tra DS e Margherita.

A Bologna poi il partito non ha saputo dare risposta adeguata alla delusione diffusa che si è creata attorno al sindaco Cofferati, rinunciando a svolgere un ruolo di appoggio e sostegno accompagnato però dalla richiesta di correttivi ed innovazioni nell’azione di governo.

D’altro canto, come tutte le liste civiche, anche questa porta con sé i limiti rappresentati dalla precarietà dell’organizzazione e della rappresentanza politica e dalla mancanza di un radicamento territoriale. Se nonostante ciò la lista avrà un buon successo ed otterrà seggi in Consiglio comunale, credo che il P.D. dovrà seriamente interrogarsi e stabilire con essa un rapporto di collaborazione che serva ad integrarne le valenze positive evitando ad essa il rischio di uno scivolamento nell’ antipolitica.

Paolo

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