Documenti interessanti sul People Mover e sulle Piste ciclabili
Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 8 maggio, 2009
Ritengo utile ed interessante proporvi alcuni documenti che riguardano importanti progetti sulla mobilità realizzati nel corso di questo mandato amministrativo.
Tre documenti che riguardano il People Mover e che ne descrivono le caratteristiche esecutive. Il People Mover dovrebbe entrare in servizio nel 2013.
descrizione_people_mover_29-04-091
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Ed ecco un video che illustra il People Mover.
Un documento sullo stato di attuazione all’aprile 2009 delle Piste ciclabili.
Commenti dei lettori
ciao,
interessante il doc sulle ciclabili. Manca però un dato importante, a mio avviso. E cioè il numero di “automobilisti ciclabili” cioè il numero di cittadini che considerano pedoni e ciclisti non una seccatura ma degli aventi diritto di esistere sulle vie cittadine.
Ogni mattina mi faccio a piedi dalla stazione FS al Pratello (una passeggiata non breve). Però vivo quei 25 minuti in lotta con gli altri cittadini. Sperando che la brusca frenata si fermi ancora una volta a 40cm da me e non direttamente contro le mie gambe. Incrocio ogni giorno gli ausiliari del traffico che fanno le (giuste) multe a chi non paga la sosta. Ma non ho MAI visto in 7 anni di lavoro in centro qualcuno che fermasse un’automobilista al cellulare o che multasse un’auto che accelera quando vede un pedone invece di fermarsi per farlo passare. MAI.
E’ brutto parlare sempre degli altri paesi, ma a Bonn dopo 10 minuti a piedi per le strade mi sentivo “in armonia con la città”. Sembra un po’ romantico ma la sensazione era quella. Si fermavano a 2-3 metri dal passaggio pedonale appena ci avvicinavamo alle strisce. (cioè non quando ero già sulle strisce. Ma già quando ero a un paio di metri). Qui sono costretto a buttarmi in strada per far fermare le auto.
Idem per le bici. Vedo molti ciclisti la mattina con problemi simili. Le piste ciclabili sono necessarie ma parallelamente credo serva una diversa cultura della strada (ottenibile solo con controlli costanti e a tappeto ?? se è questo che serve facciamolo.)
Caro Matteo,
come non essere d’accordo con te? Il tema di una diversa cultura della strada è riconducibile al tema più generale del rispetto degli altri e dei loro diritti. Noi siamo invece di solito assai pronti a rivendicare i nostri: basta pensare a come cambia il nostro atteggiamento quando da pedoni ci trasformiamo in ciclisti o in automobilisti…… Lo dico per me, non per altri.
Ciao.
Paolo
A dire il vero da automobilista provo un certo piacere nel fermarmi a far passare i pedoni che sono sulle strisce. (E a vedere la loro faccia stupita !) Mi fa sentire più “bolognese”, più in diritto di vivere la città. Ma condivido la tua opinione. Siamo tutti molto più bravi a parlare che a fare. Per questo un po’ di vigili in giro ci aiuterebbero. Beh.. a questo punto, visti i risultati elettorali, non mi resta che augurarti BUON LAVORO !!!
Sono un cicloturista da 10.000 km/anno, ma quando mi devo spostare in città uso quasi sempre la Vespa. Le piste ciclabili sono difficili da trovare e da seguire, se non fai lo stesso percorso tutti i giorni dovresti avere una cartina (forse esistono?). Spesso a un certo punto finiscono e ti trovi a fare strade contromano e passaggi sui marciapiedi: quindi ben venga l’idea di Natali.
Ne percorro alcune certe mattine con la bici da corsa, e vedo parecchie persone (soprattutto donne) che vi transitano per andare al lavoro, a velocità notevoli, fast bike, mica slow: mi stupisco che i dati di incidentalità siano così bassi.
Sarebbe comunque interessante avere stime sul numero di persone che usano la bici, soprattutto per andare al lavoro, e sulle variazioni di questi dati negli anni.
Utile, ma forse pericoloso, poter viaggiare con gli autubus sulle loro corsie: se vai troppo piano, l’autista (che ha tempi da rispettare) proverà a sorpassarti anche se non c’è spazio.
E poi le rastrelliere: sono ancora troppo poche.
Scooter elettrici: perchè non incentivarli ulteriromente (adesso non si paga il bollo e l’assicurazione è ridotta, se non sbaglio)?
Sono molto più comodi di bici o bici a pedalata assistita, perchè non ti bagni, non sudi, e puoi trasportare cose o addirittura un passeggero. Se si diffondessero maggiormente migliorerebbero le prestazioni (soprattutto durata della batteria) e calerebbero i prezzi.
Quanto alla maleducazione italica sulle strade (e non solo…) il discorso sarebbe lungo. Siamo nel terzo mondo. Ho deciso che provo a fare ugualmente il cittadino europeo e mi fermo ai rossi anche quando usciamo in gruppo con le bici da corsa: ma è difficile convincere i miei compagni di pedalate, mi tocca sempre di inseguire…
Grazie caro Nando delle tue considerazioni e proposte che nascono da esperienze dirette. Riprendo in particolare la necessità di conoscere i percorsi più praticati dai ciclisti per recarsi al lavoro, per dare ad essi, se possibile, continuità e legittimazione. Ed anche il monitoraggio per conoscere il livello attuale di utilizzo della bicicletta ed il suo trend.
Paolo