Un primo commento al voto

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 15 giugno, 2009

Scrivo questo commento dopo una settimana dal primo turno delle elezioni amministrative e ad una settimana dal ballottaggio tra Delbono e Cazzola. Sono prime impressioni “a caldo” che andranno riviste dopo il 22 giugno ma che, al momento, mi pare di poter fare.

 Credo che l’esito del voto amministrativo offra già diversi motivi di riflessione critica, un po’ per tutti. Innanzitutto al PD. Il consistente calo di consensi rispetto alle politiche di un anno orsono ed alle amministrative del 2004 non si spiega soltanto con la negativa tendenza nazionale, ma anche con la situazione locale e con l’eredità Cofferati di cui ha fatto le spese anche il partito che lo sosteneva: tutto questo non giustifica in alcun modo giudizi ottimistici o minimizzatori (la “tenuta”) e dovrà essere motivo, al momento opportuno, non di regolamento di conti ma di coraggiosi esami di coscienza. A riprova del significato locale del voto basta guardare agli ottimi risultati ottenuti da diversi sindaci PD al secondo mandato, di comuni limitrofi a Bologna. Delbono d’altro canto non poteva francamente fare di più, tenuto conto della sua limitata popolarità di partenza e del delicato equilibrio tra continuità e discontinuità che ha dovuto mantenere. Bene è stato dare vita ad una coalizione ampia, alla quale ciascuna delle sette liste che la componevano ha dato il suo contributo, necessario anche se spesso modesto e purtroppo inutile a garantire l’elezione del sindaco al primo turno: c’è quindi materia di riflessione anche per gli alleati del PD, a cominciare dall’ IDV che ha avuto un buon risultato ma nettamente inferiore a quello delle europee, a scapito presumibilmente della lista dei “grillini”, anch’essa, come l’IDV caratterizzata da un leader nazionale dalle caratteristiche “populiste”. C’è da sperare, contando naturalmente sulla elezione di Delbono, che nei prossimi giorni, quando si tratterà per la formazione della Giunta, non comincino a manifestarsi polemiche o contrasti riconducibili ad ambizioni e rivalità personali o a patriottismi di partito per l’occupazione di poltrone o posti di potere: sarebbe davvero un brutto inizio.

Le liste “Bologna Città Libera” (Monteventi) e “Pasquino” hanno mancato l’elezione di un consigliere ma hanno ottenuto il brillante risultato di costringere Delbono al ballottaggio per pochi voti: sarebbe bello che almeno una parte degli oltre 7000 voti raccolti al primo turno confluissero su Delbono al ballottaggio ma l’attitudine a “farsi del male” e al “tanto peggio, tanto meglio”di certa sinistra non ha limiti e quindi non c’è da contarci troppo. Anche il centrodestra non ha niente di cui rallegrarsi, salvo l’essere riusciti a portare Delbono (alquanto fortunosamente) al ballottaggio.

Il civismo, peraltro ambiguo, sia di Guazzaloca che di Cazzola, ha ricevuto un colpo definitivo alla sua credibilità: Guazzaloca si attesta su di un modesto 12%, più di un terzo del quale è dovuto all’ UdC (che riesce a fare eleggere ben 3 candidati su 5 della lista, svelandone il falso carattere “civico”). A Cazzola è andato il 29 % dei consensi, ma soltanto meno del 10% è dovuto alla sua lista civica. Il PdL, da parte sua, che aveva ottenuto il 27% alle elezioni europee, scende al 15% alle comunali. La Lega Nord alle comunali supera di poco il 3%. Insomma: chi si contenta gode…..

Aggiungo anche qualche considerazione sulle preferenze ottenute dai consiglieri comunali del PD. Qui gli aspetti su cui riflettere (che anche la stampa ha segnalato) sono a mio giudizio due: Cevenini ha quasi doppiato De Maria (ottenendo oltre 4000 preferenze) nonostante il voto organizzato in molti circoli a favore del segretario provinciale. Circa un terzo degli eletti in Consiglio comunale proviene dalle fila della Margherita o comunque dal mondo cattolico. Entrambi questi dati, oltre al profilo degli altri eletti del PD, dicono che per entrare in Consiglio non basta un radicamento territoriale (peraltro importante e da rafforzare attraverso un lavoro politico quotidiano) ma è necessario anche un legame solido e personale con interessi, ambienti e settori della società civile, di cui conquistare ed accrescere il consenso. Il buon risultato dei cattolici nelle liste del PD, accostato al “flop” della lista “Bologna al centro” (879 voti) e da insuccessi personali di candidati sempre pronti a rivendicare a se stessi la rappresentanza autentica del mondo cattolico, dovrebbe fare riflettere.

Il prossimo Consiglio comunale dovrebbe comunque presentarsi così: una maggioranza consigliare molto compatta, formata quasi per intero dal PD, con l’aggiunta di un consigliere di Sinistra per Bologna, uno di Rifondazione comunista e due dell’Italia dei Valori. A fronte di ciò una minoranza dispersa fra cinque gruppi (o sei se l’Udc si staccherà dai guazzalochiani) e con la presenza sia dello stesso Guazzaloca che di Cazzola (se avranno tempo e voglia di frequentare assiduamente Palazzo d’Accursio). Insomma ci sarà da divertirsi…….. Ma prima è necessario vincere al ballottaggio e, aggiungerei, vincere bene e nettamente (anche questo avrà un valore ed un significato importante).

Per questo, tutti a votare DELBONO domenica 21 e lunedì 22 giugno prossimi!

Paolo

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