Una pedalata all’indietro per farne molte in avanti
Vorrei informarvi sugli sviluppi della vicenda “biciclette”, nata dalla mia suggestione-folleidea-provocazione-illuminazione-boutade (a voi la scelta) di consentire (a certe condizioni) il transito delle biciclette in centro storico sotto alcuni portici e controsenso nelle strade a senso unico per gli altri veicoli (auto e moto).
Il dibattito che si è sviluppato sulla stampa ed all’interno dell’amministrazione comunale non si è ancora concluso ma difficilmente avrà un esito positivo, almeno per quanto riguarda i portici.
Aspetti di ordine giuridico e simbolico ne ostacolano la praticabilità.
D’altro canto vorrei sottolineare come la ciclabilità dei portici è sempre stata nel mio pensiero l’ultimo aspetto di un ragionamento che parte dalla necessità di promuovere e di sviluppare la mobilità ciclabile e che si articola in una serie di numerose proposte di ben altro respiro e sulle quali non mi dilungo in questa sede. Per quello che riguarda il centro della città (che va tenuto distinto dalla periferia quanto a strategie e provvedimenti da assumere) è molto importante il tema dei “controsenso”, già in alcuni casi legittimati con l’opportuna segnaletica, ma che potrebbero avere uno sviluppo diffuso, considerando il fatto che in tutta la città racchiusa entro le mura esiste (poco noto ed ancor meno praticato) il limite di velocità dei 30 Km/h che potrebbe permettere, come avviene in alcune città estere e a Reggio Emilia, e come prevedono alcuni progetti di legge di modifica del Codice della strada, di autorizzare il “controsenso” delle bici soltanto con una segnaletica verticale posta ai margini del centro e ripetuta nelle strade interessate.
Ho già avuto confronti con i tecnici del Settore mobilità del Comune ed ho fatto un incontro, assai partecipato, con i rappresentanti delle associazioni dei ciclisti: sono emerse innumerevoli proposte che sono attualmente in fase di elaborazione e che verranno presentate all’Assessore competente.
Insomma l’iniziativa va avanti: vi terrò informati sui suoi sviluppi.
Sintetizzerei così la fase attuale: si può fare un passo (o una pedalata) indietro (sui portici) per farne molti avanti (sull’insieme di altre proposte).
Paolo
Commenti dei lettori
Se a Londra i pedoni vanno in diagonale, perchè a Bologna i ciclisti non possono andare in contromano?
Londra: successo per le strisce pedonali ‘in diagonale’
03 Novembre 2009 00:30 ESTERI
LONDRA - Successo per la prima giornata del passaggio pedonale ‘in diagonale’ all’incrocio di Oxford Circus nella capitale britannica. L’idea, nata per rendere piu’ fluido lo smaltimento dei pedoni all’incrocio tra Oxford Street e Regent Street, nel cuore del quartiere commerciale londinese, trae spunto dalle strisce pedonali appunto ‘in diagonale’ del quartiere Shibuya di Tokyo. Obiettivo del sindaco Boris Johnson evitare gli ingorghi da shopping, causati da turisti e locali in una delle zone piu’ frequentate di Londra. (RCD)
e pensare che Bologna per dimensioni e morfologia sarebbe la città ciclabile ideale!
ammetto di essere rimasto un pò stupito dal modo in cui è stata lanciata la proposta: che l’idea sarebbe stata volutamente non capita (e quindi subito strumentalizzata) era come minimo prevedibile!
nel lungo e a volte ridicolo “dibattito” pubblico successivo alla proposta tutti hanno detto di tutto (a favore o contro), ma purtroppo alla fine quello che rimarrà sarà solo ulteriore insofferenza verso le bici-tutte da parte di automobilisti e pedoni (già messa in luce in occasione delle nuove norme del pacchetto “sicurezza”…)
poichè il futuro sarà solo della mobilità lenta, avanti con le iniziative e la realizzazione delle opere necessarie ma, lasciando da parte la periferia, nel centro esistono già molte strade adatte alla mobilità ciclabile e se si aspetta di poter fare la super pista ciclabile perfettamente a norma e rifinita non se ne farà mai niente, quindi bisognerebbe valorizzare quelle strade e farle diventare delle valide alternative alle direttrici più trafficate (i 100-200 mt in più per il ciclista non sono mai stati un problema)
ma se vorrete convincere gli scettici (per non parlare poi dei contari) dovrete stare più attenti: non tutti capiscono la differenza fra provocare un utile dibattito e sparare follie!
saluti di incoraggiamento
luca
Già, perchè? Me lo chiedo anch’ io. Grazie, caro Marco.
Paolo
E’ vero, caro Luca.
Dalla vicenda, che mi pare tu abbia interpretato benissimo, traggo anch’io qualche insegnamento.
Oggi abbiamo respinto in Consiglio un ordine del giorno del tutto pretestuoso e strumentale della minoranza e ne abbiamo approvato un altro, che pubblicherò domani sul sito, che ricorda le raccomandazioni della carta di Bruxelles, impegna la Giunta a muoversi in questa direzione e preannuncia proposte più praticabili a favore della mobilità ciclabile, proposte che sto costruendo insieme alle Associazioni di ciclisti.
Paolo
Caro Natali, muoversi in bici a Bologna è un’avventura. Tutto complotta contro di noi ciclisti, cantieri, pavimentazioni sconnesse, segnaletica carente e/o cancellata, scarsità di posteggi, chi più ne ha più ne metta. Comunque ieri sera, diretto dal centro al dopolavoro di via Stalingrado, ho indirizzato un pensiero di gratitudine verso chi in Comune ha progettato e realizzato il brevissimo tratto di nuova pista che, collegando via del Borgo con Porta Mascarella, evita di percorrere i viali di circonvallazione. Fino a prima dell’estate il passaggio era solo pedonale e chi non voleva smontare dalla bici e sollevarla sopra la barriera doveva per forza fare un tratto del viale. Ora invece si passa comodamente, con il solo inconveniente che la parte centrale del passaggio è su uno stretto marciapiede. Oltre a ciò l’attraversamento del viale è ora dotato di pulsante a chiamata, per chiedere il verde per i pedoni e i ciclisti. Insomma, per una volta non mi lamento. Saluti
Caro Vittorio, condivido. Anch’io talvolta utilizzo quel tratto di pista per andare dal Comune in Regione o alla Fiera. Prima era davvero più scomodo.
Un saluto.
Paolo