Esordio “in società” del Commissario al Circolo della caccia.
Qualche commento all’articolo del Corriere di Bologna del 18 marzo scorso che racconta dell’”esordio in società del Commissario Cancellieri al Circolo della caccia”.
Per carità, ognuno è libero di scegliere l’ambiente che preferisce, per le sue relazioni sociali. Non conosco personalmente il Circolo della caccia (certamente non frequentato soltanto da appassionati dell’attività venatoria e, da quanto mi risulta, abbastanza esclusivo). Mi pare che fosse uno dei luoghi prediletti da Giorgio Guazzaloca ed apprendo dal Corriere che all’incontro con il Commissario era presente, tra gli altri, Anna Maria Bernini, candidata del Pdl alla presidenza della Regione.
Ma veniamo ai temi trattati, secondo la cronaca che ne fa il quotidiano. Qui alcune perplessità le debbo manifestare.
Alcune dichiarazioni sono comprensibili e perfino condivisibili: “sul metrò voglio lasciare il segno di una strategia” (vaste programme, direbbe De Gaulle), “per piazza Verdi ho già un progetto” , “serve un nuovo patto per la sicurezza pubblica” (forse serve soprattutto attuare progetti e patti già redatti in passato), “sui graffiti ci muoveremo all’inizio del mese prossimo” (penso seguendo il programma definito dall’amministrazione Delbono).
Tuttavia due passaggi mi hanno lasciato piuttosto perplesso.
Sui collaboratori che intende coinvolgere nel governo della città dice: “cercherò di individuare personalità eccelse al di sopra di ogni sospetto che mi aiutino a disegnare il sogno di Bologna”. Se il Commissario pensa al Piano strategico debbo dire che ritengo farebbe bene ad astenersi da atti appunto di carattere strategico, destinati a condizionare il futuro della città.
Anche perchè, ed è il secondo punto che mi ha lasciato sconcertato, la Cancellieri ammette che “a Milano, quando ero sub-commissario, feci tante cose che poi gli eletti avrebbero cancellato” (forse a causa del suo cognome?). “Ma io” prosegue “a livello politico a Roma ho delle porte aperte: tutto quello che è possibile fare mi aiuteranno a realizzarlo”.
Se queste frasi riportate tra virgolette dal giornalista sono state effettivamente pronunciate, mi pare che ci si trovi di fronte a dichiarazioni quanto meno imprudenti: la città non ha alcun bisogno di scelte discrezionali, fatte da un alto funzionario per conto del governo e destinate ad essere sconfessate dalla prossima amministrazione.
Commenti dei lettori
Altra chiave di lettura:
Il commissario opera scelte organizzative gestionali come qualunque dirigente pubblico dovrebbe fare, rispettose delle leggi della repubblica ed allo scopo di migliorare la qualità della vita dei cittadini amministrati. Gli eletti (milanesi in questo caso) essendo invece i rappresentanti di un sistema politico lobbistico e corrotto come ampiamente dimostrato in ogni regione dello stivale (Prosperini e Pennisi docet) ed in ogni schieramento (Puglia?)cancellano gli atti del commissario per portare avanti i propri interessi e quelli degli amici…..
Questa visione mi pare cinica ma più aderente alla realtà dei fatti e delle persone, non dimentichiamoci che chi ha fortemente voluto e imposto alle primarie un Delbono sempre lì stà e gli affari suoi sicuramente fa”””……………………
ps. e non è neanche stato “eletto dal popolo” (cit.)
Se il Commissario opererà solo “scelte organizzative gestionali” va benissimo e non c’è alcuna necessità, nè possibilità che gli eletti le modifichino.
Paolo sicuramente un commissario non può fare altro che gestire l’ordinaria amministrazione non essendo stato eletto dal popolo. Io non credo che voglia prendere decisioni più “politiche” perchè se no potrebbero succedere problemi e non va mica bene tutto ciò. Quindi mi ritrovo compleamente nel tuo intervento.
Caro Paolo, questa secondo me è una fra le frasi più imprudenti della commissario e che mi lascia molto perplessa (sempre che sia stata riportata correttamente dal giornalista)e cioè: “Ma io” prosegue “a livello politico a Roma ho delle porte aperte: tutto quello che è possibile fare mi aiuteranno a realizzarlo”.??? E’ quel ‘livello politico’ che mi lascia perplessa