Tira una brutta aria a Bologna

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 19 marzo, 2010

A Bologna, abbiamo già superato il numero (35) di superamenti della soglia di 50 microgrammi/mc.inquinamento2 come valore medio giornaliero di concentrazione di polveri sottili PM10, consentito dalla normativa europea. Per la precisione siamo a 36 sforamenti, il che significa che in questa prima parte dell’anno quasi un giorno ogni due abbiamo conosciuto un livello di qualità dell’aria inaccettabile, almeno per questo parametro, assai pericoloso per la salute e per l’apparato respiratorio, soprattutto di bambini ed anziani.

Sappiamo che Bologna è in “buona (anzi cattiva) compagnia”: tutte le grandi città dell’area padana sono oppresse in questa stagione da una cappa di smog, ripulita solo temporaneamente da perturbazioni e da fenomeni di instabilità e rimescolamento dell’atmosfera. Ma anche centri a noi vicini non se la passano meglio: a S.Marino di Bentivoglio gli sforamenti sono stati 29, come ad Imola.

Il fatto che l’ inquinamento atmosferico (particolarmente per le polveri sottili)sia fortemente influenzato dalle condizioni metereologiche e che, al di là di differenze da luogo a luogo esista uno “zoccolo duro” comune a tutta la pianura padana, non dipendente dalle condizioni locali (impianti di riscaldamento e, soprattutto, traffico), non autorizza in alcun modo ad abbassare la guardia, ma dovrebbe anzi indurre tutte le amministrazioni pubbliche, dallaìo Stato ai Comuni, ad assumere energiche misure, spesso impopolari, perchè destinate a modificare i nostri comportamenti abituali ed i nostri stili di vita.

Non bastano insomma le domeniche senz’ auto: ci voglio meno auto con una persona a bordo sulle strade dal lunedì al venerdì!

E non importa se ciò non basta, in presenza di condizioni metereologiche avverse, ad evitare gli sforamenti, anche perchè non è che se la concentrazione di polveri è di 49 la salute dei nostri polmoni è garantita e se è di 51 siamo condannati. L’imperativo ambientale ed igienico-sanitario è: avere i livelli d’inquinamento  più bassi possibile nelle condizioni meteo date, su cui non possiamo, evidentemente, influire.

Se volete consultare il bollettino di qualità dell’aria, rilasciato da ARPA, cliccate su  http://service.arpa.emr.it/qualita-aria-2005/bollettino.aspx?prov=bo

Commenti dei lettori

Paolo non posso far altro che concordare su quanto dici ma mi preme aggiungere altro: quand’è che riusciremo a far sì che la gente che lavora in periferia riesca ad andare al lavoro usando mezzi pubblici? il problema sta tutto lì. Perchè chi va in centro orami volente o nolente ci viene in autobus o treno (se poi rimane nel luogo di lavoro o fa piccoli spostamenti abbastanza vicini). il problema sta proprio nel chi va fuori. Ti riporto un esempio personale: i miei lavorano nella zona industriale di Minerbio a 20 km da casa ma c’impiegano 1 ora e 20 minuti ad arrivare e vanno nella zona industriale attraverso l’autobus che porta a scuola i bambini se no arriverebbero tardi. Qui sono i veri problemi. Ci vogliono autobus con frequenze più logiche e nel mentre si fanno investimenti in infrastruttura ferroviaria (la San Donato e la Ferrarese non sono servite da treni e questa è una chiara dimenticanza a cui bisognerà porre rimedio).

#1 
Scritto da Lorenzo il 26 marzo, 2010 @ 11:23

Il territorio bolognese non consente di pianificare gli spostamenti: chi vive in collina deve potersi muovere in automobile fino al luogo di lavoro, perché eventuali cambi di mezzo allungano troppo i tempi di percorrenza - senza contare i problemi connessi al dover parcheggiare l’auto lungo il percorso -.
In generale, i mezzi pubblici riescono solo a collegare i centri urbani fra loro, e le periferie al centro.
Lo spostamento del Comune di Bologna è un pessimo esempio di come i politicanti hanno forzato la realtà per mera speculazione economica, danneggiando sia gli utenti che i lavoratori.

#2 
Scritto da Maria Vittoria Cavina il 11 aprile, 2010 @ 11:58

L’Università vuole decentrare senza rendersi conto che l’accettazione dell’UNESCO dei Portici di Bologna come Patrimonio dell’Umanità è in relazione con l’uso di questo spazio da parte di docenti & studenti.
Il popolo bolognese ha il diritto di mantenere e potenziare aule, laboratori e centri di ricerca universitari all’interno del centro storico e lungo il percorso porticato che sale al Monte della Guardia!
La rappresentanza politica deve imparare - propere & prospere - a presentare in Europa e ai suoi elettori votanti progetti realizzabili in questo senso.

#3 
Scritto da Maria Vittoria Cavina il 11 aprile, 2010 @ 12:15

@Maria Vittoria Cavinna - “Il territorio bolognese non consente di pianificare gli spostamenti”: imprecisione linguistica o percezione errata? Non c’è nessun *territorio* che morfologicamente impedisca di pianificare gli spostamenti. Semmai è la carenza di infrastrutture e servizi a rendere difficile gestire la mobilità attraverso il trasporto pubblico, il car sharing, i parcheggi di interscambio e altre misure. La soluzione del problema dunque non è rinunciare ad una mobilità sostenibile, quanto piuttosto impegnarsi per ottenere le infrastrutture e i servizi mancanti.

#4 
Scritto da mac il 15 aprile, 2010 @ 23:29

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