La sfida del Commissario
E’ necessario che le forze politiche cittadine (ed in particolare il PD nel quale mi riconosco) seguano con grande attenzione le scelte che il Commissario Anna Maria Cancellieri sta compiendo, ed ancor più il profilo che ha assunto e lo stile di cui sta dando prova, che rappresentano una sfida per la politica e per i suoi protagonisti locali.
L’auspicio che i bolognesi possano votare al più presto è motivato dai limiti intrinseci propri della gestione commissariale, ma, ciò premesso, non v’è dubbio che la personalità che il Commissario sta mostrando rappresenta un riferimento con il quale tutti dovremo misurarci.
C’è chi lamenta, anche all’interno del PD, una sorta di “santificazione” della Cancellieri da parte della stampa cittadina, che non perde occasione per metterne in evidenza i pregi ed i meriti: forse questo è anche un modo per “alzare l’asticella” che i prossimi amministratori comunali ( sindaco, assessori,consiglieri) dovranno superare.
Al tale proposito vorrei sottolineare tre caratteristiche del Commissario emerse in questi giorni.
Il civismo, inteso non come atteggiamento pregiudizialmente critico verso i partiti e la loro insostituibile funzione, ma come cura ed attenzione privilegiata alla città ed ai suoi bisogni: vedi l’enfasi posta sulla manutenzione e sulla lotta al degrado con il progetto “Bologna civitas”.
L’equilibrio e la non faziosità che le ha guadagnato in questi giorni critiche da destra per l’onesto riconoscimento che a Bologna non esiste un’emergenza sicurezza: credo che queste debbano essere doti necessarie anche ad un sindaco che, pur esssendo espressione di una parte dei bolognesi, deve cercare di essere sindaco di tutti.
La capacità di autocritica: vedi il riconoscimento delle inutili incertezze rispetto all’ammissione ai nidi dei figli degl’immigrati privi del permesso di soggiorno.
A ciò si aggiunga un simpatico ed accattivante modo di parlare di sè e dei propri gusti sportivi, artistici, musicali, oltre a suggestioni stimolanti sulla prossima Estate di Bologna e ad un appello ai suoi abitanti perchè diano prova nei propri comportamenti, di amore ed attaccamento alla città.
Niente di eccezionale, si dirà. E’ vero, ma la città oggi ha bisogno innanzitutto di riconoscersi in un sindaco ed in amministratori “normali”, che innanzitutto uniscano e non dividano e che poi, certo, abbiano in serbo idee e progetti per il rilancio di Bologna.
Ed a proposito di polemiche e divisioni, ogni partito ne conosce al proprio interno (anche il Movimento di Beppe Grillo, a scala locale, dopo le recenti elezioni regionali). Quelle che derivano da diversità di posizioni politiche e che vengono declinate nel rispetto dell’avversario sono fisiologiche e rappresentano il sale della democrazia, mentre quelle che rispecchiano principalmente rivalità di carattere personale, segnate dal disprezzo o dall’insulto, scandalizzano ed allontanano giustamente gli elettori.
Non c’è alcuna necessità quindi di speculare sulle polemiche e sulle divisioni altrui: vedi la parabola evangelica della pagliuzza e della trave nell’occhio…….
Commenti dei lettori
Salve,
seguo sempre con molto interesse i suoi articoli e questo richiamo alla “normalità” mi colpisce particolarmente in quanto personalmente ritengo che riassuma il problema dell’attuale “fare” politica.
Secondo lei quali altri elementi impediscono la diffusione di una “sana e critica” politica?
Grazie, Loredana, per la tua partecipe attenzione. Un aspetto che inquina la politica è la tendenza da parte di molti a considerarla ed a viverla come una professione in cui “fare carriera” passando da un incarico di partito ad un posto nelle istituzioni o negli enti, e non come un servizio temporaneo al bene comune.
Un poco come Andrea De Maria che dopo la serie di brutte figure viene promosso a Roma……. Ma tornare a fare un lavoro normale fuori dalla politica mai???? E la Bartolini??? Nessuno verrà abbandonato?? Non sanno fare altro??? Sono cinico lo so ma quando leggo frasi meravigliose e condivisibili come “servizio temporaneo al bene comune” e nei fatti vedo il contrario uffa, mi girano.