I cattolici nel PD non sono una corrente
Mi telefona un giornalista: “Come giudichi la nuova giunta regionale ? Di cattolici c’è solo la Marzocchi.
Non ti sembra poco?”
Rispondo notando che dalla domanda traspare ancora l’equivoco di considerare i cattolici del PD come una corrente, per cui Errani, nella formazione della giunta avrebbe dovuto dosare col “manuale Cencelli”, bolognesi, reggiani, piacentini, ma anche bersaniani (di rito dalemiano, bindiano, lettiano), franceschiniani, mariniani ed infine cattolici.
Il fatto che tra laici cattolici politicamente impegnati nel centrosinistra esista un’affinità di cultura, valori ed ideali che deriva dalla comune ispirazione di fede e dal riferimento alla dottina sociale della Chiesa, non significa che da questa discenda automaticamente un’identità di proposta e di sensibilità politica. Personalmente sono assai lieto se i laici cattolici trovano una valorizzazione in ambito politico-amministrativo, non perchè io mi senta rappresentato da loro, ma perchè vedo riconosciuto il loro impegno e le loro capacità.
Replica il giornalista: “Ma quando in Regione si affronteranno temi eticamente sensibili come la mettiamo?”
So bene che su alcuni problemi che toccano da vicino la dignità della persona umana, la bioetica, la famiglia ecc. i laici cattolici sono portatori di una particolare responsabilità nel saper tradurre le proprie convinzioni in materia, in soluzioni politico-amministrative coerenti, ma sono convinto che il successo di tali proposte non richiede necessariamente una maggioranza di voti cattolici ma una nostra capacità di argomentare le proposte con ragioni e motivazioni convincenti anche per chi cattolico non è, il che, in definitiva, rimanda al valore, all’autorevolezza, alla credibilità ed alle capacità personali.
Sarò riuscito a farmi comprendere?
Commenti dei lettori
No. Ma solo perché hanno le orecchie tappate.
Condivido le tue osservazioni. Dopo il dibattito dell’altra sera promosso da varie associazioni occorre fare e dire qualcosa di più. Coloro che si dicono cattolici devono sicuramente essere più visibili e parlare di più. GIustamente tu hai rcihiesto un atteggiamento più rispettoso da parte della Gerarchia bolognese. Per ottenerlo occorre parlare pubblicamente,di più.Senza essere una corrente,senza che qualcuno possa sospettare che ’si voglia un posto’ in più.= visibilità
non è di fondamentale importantanza la presenza di un cattolico in Regione,
ma è sicuramente più importante che le proposte cattoliche siano fatte capire e possano essere accettate.