Il riformismo cattolicodemocratico

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 7 maggio, 2010

Trascrivo di seguito il testo dell’intervento che ho fatto nell’incontro del 6 maggio alla sala Corticelli, sede del PD del Quartiere S.Donato sul tema: I nostri valori. Il nostro futuro.compendio

Non sono uno storico e non so se posso definirmi un interprete del riformismo cattolico democratico.
Mi sento un laico cattolico e spero di essere un democratico.
Non farò un intervento politico in senso stretto.
Vorrei dire qualcosa di personale, che possa contribuire alla conoscenza e quindi alla relazione autentica con amici e compagni qui presenti con i quali ho in comune tempi più o meno lunghi d’impegno politico. Credo che sia necessario conoscersi di più (e stimarsi a vicenda) anche per supplire ad una diversità culturale (che non riguarda ovviamente il titolo di studio ma i gusti, le frequentazioni nel tempo libero, lo stare bene ed a proprio agio insieme; lo sintetizzo così: tra una Festa dell’Unità ed una Festa della mia Parrocchia che si svolgono in contemporanea scelgo quest’ultima).
I cattolici non sono e non possono essere né un partito politico, né una corrente politica all’interno di un partito (come il PD). Improprie ed ingiustificate, quindi, le lamentele circa la scarsa rappresentatività dei cattolici nella giunta Errani.
Concilio Vaticano II (Gaudium et spes) 1965: “Per lo più sarà la stessa visione cristiana della realtà che li orienterà, in certe circostanze, a una determinata soluzione. Tuttavia altri fedeli, altrettanto sinceramente, potranno esprimere un giudizio diverso sulla medesima questione, ciò che succede abbastanza spesso e legittimamente. Che se le soluzioni proproste da una parte o dall’altra, anche oltre le intenzioni delle parti, vengono facilmente da molti collegate con il messaggio evangelico, in tali casi ricordino che a nessuno è lecito rivendicare esclusivamente in favore della propria opinione l’autorità della Chiesa.”
Quindi nessun dogmatimo o ideologismo: le opinioni politiche dei cattolici vanno presentate e sostenute nella sfera pubblica con argomentazioni e ragioni convincenti, nel rispetto della laicità, che è una delle condizioni della democrazia.
Per la loro azione politica, come per la loro vita i cattolici traggono l’ispirazione di fondo dal Vangelo. Ma il Vangelo non è un programma politico, è una buona notizia che dà un senso alla vita.
Nel corso degli ultimi centoventi anni  la comunità ecclesiale ha prodotto un dottrina sociale della quale qualche anno fa è stato pubblicato un compendio. Neppure la Dottrina sociale della Chiesa è un programma politico. Direi comunque che essa può essere fonte ispiratrice di programmi politici, almeno per i temi di rilevanza più marcatamente sociale.
Possiamo scorrere brevemente l’Indice del compendio ed in particolare: la centralità della persona umana, i principi, i 7 temi centrali ed il capitolo sui fedeli laici.
I cattolici che come me hanno scelto d’impegnarsi nel PD lo hanno fatto, credo, perchè hanno trovato coerenza e sintonia tra Dottrina sociale della Chiesa ed intenti che ne hanno ispirato la nascita e che hanno trovato riscontro nella personalità e nelle storie dei fondatori e nei documenti fondativi (Statuto, Manifesto dei valori, Codice etico).
Coerenza nei contenuti programmatici e più ancora nello stile e nel modo di fare politica (spirito di servizio al bene comune, non ricerca del proprio interesse personale, moralità, etica pubblica ecc.). Rifiuto della “casta”
Il giudizio su quanto tutto ciò sia canfermato dalla concreta vita del partito e dei singoli è affidato alla coscienza. Ma non alla coscienza che invocava Scaiola nei giorni scorsi o a quella di Verdini che a domanda sul perchè non ritiene di dimettersi ha detto: “Dimettermi? Io ho un’altra mentalità”.
Come si è formata (o deformata) la coscienza di costoro?
Da questo punto di vista vorrei dire soltanto (e concludo) che i cattolici praticanti non possono vivere di rendita: la loro coscienza è interrogata costantemente dal Vangelo che viene proclamato e che essi ascoltano ogni domenica alla Messa. Qualcuno ha detto che i cattolici hanno una marcia in più. Non so se sia vero.Forse hanno un di più di responsabilità che deriva dal dono che hanno ricevuto.
Spero che il nostro incontro di questa sera abbia delle ricadute sul futuro del nostro partito.

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