Un Convegno sulla Famiglia
Ho partecipato sabato 15 maggio al Convegno organizzato dalla Consulta comunale delle Associazioni famigliari sul tema “I problemi e le risorse per la Famiglia, in una città, Bologna, che vuole guardare al futuro”.
Dopo l’intervento introduttivo della Presidente della Consulta, Anna Tedesco, che ha sintetizzato le proposte della Consulta (cliccare su 04-relazione-dottssa-tedesco ), si sono succedute le relazioni di Gianluigi Bovini (che ha fornito interessanti dati di carattere anagrafico e socioeconomico - cliccare su 05-relazione-dott-bovini1), di Flavia Franzoni (sui bisogni delle famiglie e le politiche di welfare), di Maria Grazia Bonzagni (cliccare su 06-relazione-dottssa-bonzagni ) e di Maura Forni, che hanno illustrato gl’interventi a favore delle famiglie, di Comune e Regione.
Oltre ai rappresentanti di Associazioni famigliari erano presenti anche Presidente e Direttore dell’ASP Irides, che gestisce il Centro per le Famiglie del Comune e Mara Rosi, che segue l’Osservatorio Nazionale per la Famiglia.
Il Convegno è stato particolarmente importante per i suoi contenuti, ma tale importanza è accresciuta dal particolare momento che la città sta attraversando dal punto di vista istituzionale: il Comune è commissariato e la politica dovrebbe prepararsi a riassumere il proprio insostituibile ruolo soprattutto ponendosi in ascolto degli stimoli e delle proposte formulate dai tecnici, dai ricercatori e dall’associazionismo, trasformandole in spunti programmatici.
Tra le tante suggestioni del Convegno vorrei ricordare quella della prof.ssa Franzoni che ha sottolineato il carattere non settoriale ma trasversale delle politiche famigliari, nel senso che esse non possono essere isolate in uno specifico ambito politico-istituzionale o tecnico-organizzativo, ma debbono influenzare le altre politiche locali, non solo quelle di welfare ma anche quelle scolastiche, culturali e ricreative, del lavoro, urbanistiche, abitative, di mobilità ecc.
La stessa cosa, ho pensato, può dirsi delle politiche ambientali. E come per l’ambiente così per la famiglia la necessità di una specifica delega ad un assessore va considerata non solo e non tanto per la competenza esclusiva in materia d’interventi a favore della famiglia, ma anche (e direi, soprattutto) in funzione d’impulso e di controllo per l’attuazione di coerenti politche a favore delle famiglie da parte dei colleghi di giunta.
E così come esiste la procedura di VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale), finalizzata a verificare la compatibilità ambientale di progetti infrastrutturali e territoriali, non sarebbe sbagliato pensare ad una VIF (Valutazione d’Impatto Famigliare), dedicata a valutare gli effetti che un determinato progetto o provvedimento normativo, regolamentare, fiscale o tariffario è destinato a produrre sulle famiglia, nelle diverse tipologie che essa assume nella società.