Perchè sostengo Piergiorgio Licciardello.

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 24 maggio, 2010

licciardello

Piergiorgio Licciardello

Al prossimo Congresso provinciale del PD, che si concluderà il 12 Giugno prossimo, ho deciso di sostenere la candidatura di Piergiorgio Licciardello. Provo a chiarire le ragioni della mia scelta.

Innanzitutto penso che Piergiorgio, decidendo di candidarsi, abbia reso un servizio all’altro candidato, Raffaele Donini, sostenuto dalla maggior parte dei principali esponenti del partito, ed a tutto il PD.

Infatti sarebbe stato paradossale un Congresso con un candidato unico, presumibilmente eletto con una maggioranza “bulgara” , per un partito che si è autodefinito “democratico”: il confronto tra tesi ed opinioni diverse è il “sale” della democrazia, e sarebbe stato davvero triste se anche in questa circostanza, come in diverse occasioni precedenti, avesse prevalso la ricerca di un (finto) unanimismo attorno ad una candidatura forzatamente unitaria o attraverso alezioni primarie dall’esito condizionato dall’investitura dei vertici nazionali e locali del partito.

Il Partito Democratico insomma ha spesso mostrato, nella sua breve vita, di avere paura del confronto dialettico, che è segno di quella ricchezza e di quel pluralismo che è nel suo DNA, un confronto che un partito maturo deve essere in grado di vivere in clima civile, senza produrre lacerazioni insanabili o contrapposizioni  personalistiche.

E’ un problema (non sembrino parole troppo grandi) di verità e di libertà, strettamente connesse, perchè nel PD ciascuno deve essere messo in grado di esprimere liberamente e con verità le proprie opinioni, senza dover temere ostracismi od emarginazioni, con il diritto di essere giudicato soltanto per ciò che dice e per il proprio modo di stare nel partito e nella società.

Detto ciò credo anche che Licciardello abbia il merito (insieme agli estensori ed agli aderenti del documento “Un nuovo PD per Bologna”) di avere tempestivamente posto all’attenzione del partito, con questo documento, una serie di questioni attinenti la propria vita interna (composizione e ruolo degli organismo dirigenti, funzione dei circoli e dei Forum, primarie e selezione delle candidature, rapporto partito-istituzioni ecc.) su cui non ho ascoltato opinioni critiche e che Donini stesso ha in buona parte recepito nella propria mozione congressuale . Di questo gli va dato atto così come del fatto di essersi presentato personalmente come candidato, con i suoi pregi ed i suoi limiti, senza esplicite investitura dall’alto, anche per marcare una discontinuità rispetto al recente passato del PD bolognese.

Del resto Raffaele Donini è certamente persona stimabile, che ha dato molto al PD soprattutto a livello del territorio provinciale, ma che ha condiviso la responsabilità del gruppo dirigente locale e le negative scelte conseguenti, come il sostegno acritico della giunta Cofferati e l’investitura di Delbono. Nei suoi confronti pertanto, se non è lecito nutrire una cultura del sospetto, mi pare giustificata la sfiducia nelle sue capacità di saper prendere le distanze, per il futuro, da una linea e da comportamenti che molti (anche tra i suoi sostenitori) criticano senza esporsi in prima persona. Donini è stato definito da qualcuno “il volto buono del continuismo”: non è una definizione spregiativa ma che esprime, mi sembra, le perplessità nei confronti della sua candidatura e della effettiva possibilità da parte sua, al di là della volontà soggettiva, di dare al PD bolognese la spinta innovativa di cui ha bisogno.

Ho letto naturalmente il testo delle due mozioni congressuali (cliccare su abstract-mozione-licciardello mozione-licciardello mozione-donini). Si tratta di dichiarazioni d’intenti con cui è difficile non convenire.

Se devo esprimere un giudizio (che mi conferma nella mia scelta) dico che la mozione Licciardello mi pare più sintetica ed efficace, sia nella parte dedicata alla vita interna del partito, sia in quella che contiene le proposte programmatiche per il territorio metropolitano di Bologna, più coerente insomma con quello che si chiede oggi al PD: dire con prontezza, nettezza e chiarezza ciò che si pensa e, soprattutto, fare ciò che si dice.

Infine vorrei cercare di sdrammatizzare la scelta che ciascuno degl’iscritti al Pd si appresta a fare al Congresso: come avrebbe dovuto essere in ogni occasione elettorale interna al partito, si tratta di scegliere la persona che in quel particolare momento e circostanza si ritiene più indicata a ricoprire un certo ruolo, senza che questo debbe dare luogo alla formazione di correnti cristallizzate che segnano e condizionano per il futuro le persone sulla base delle scelte effettuate. Anche perchè dovrebbe diventare sempre più difficile tenere traccia delle scelte operate da ciascuno, iscrivendole in una sorta di carta d’identità politica.

Se Raffaele Donini, com’è probabile, vincerà il prossimo Congresso, gli darò tutta la collaborazione necessaria, valutandone volta per volta i comportamenti e le scelte politiche non in base a pregiudizi negativi ma con la libertà e verità che ho sempre cercato di rispettare.

Mi aspetto da lui (e questo sarà per me uno dei principali criteri di giudizio) scelte e decisioni partecipate e non determinate dal “manuale Cencelli”.

Commenti dei lettori

Grazie Paolo per la chiara e concisa dichiarazione di sostegno a Piergiorgio Licciardello. Non sono ancora sicuro della mia scelta, ma è probabile che ti segua.
Fraterni saluti
Umberto Tadolini

#1 
Scritto da Umberto Tadolini il 24 maggio, 2010 @ 17:19

Grazie per l’apprezzamento, caro Umberto. E circa la scelta che farai sono certo che sarà quella giusta, comunque, perchè fatta in base alla tua conspevolezza e non per ordini di scuderia.
Paolo

#2 
Scritto da Paolo Natali il 24 maggio, 2010 @ 21:46

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