Bella Fuori

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 13 giugno, 2010

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Cancellieri, Sassoli de Bianchi, Draghetti

A due settimane dall’inaugurazione del Parco S.Donnino, oggi, 13 giugno, è stata inaugurata la nuova piazza-giardino al centro del quartiere S.Donato, realizzata nell’ambito del progetto “Bella Fuori” che punta a riqualificare le periferie della nostra città, realizzando nuove centralità urbane.

In accordo con il Comune di Bologna, la Fondazione del Monte, nel 2008 ha scelto come oggetto di rivitalizzazione una zona del quartiere S.Donato: il giardino pubblico “Renato Bentivogli” e l’area del nuovo centro civico Francesco Zanardi, allora separate da via Garavaglia. L’area rappresenta uno spazio pubblico d’incontro e di scambio relazionale all’interno del quartiere.

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Bella Fuori S.Donato

Il progetto realizzato è quello dello studio Toppetti Egidi architetti di Roma, selezionato attraverso un concorso di progettazione partecipata. Obiettivo principale è stato quello di trasformare luoghi prima separati e vissuti come discontinuità in una nuova piazzaverde continua e centrale nella vita del quartiere, in cui modalità di fruizione e di attraversamento possano convivere ed intrecciarsi. Gli spazi pedonali ammontano a 4200 mq. mentre il verde occupa una superficie di 8ooo mq. Nell’area trova spazio anche la sede della “Casa della Fotografia” gestita da un’associazione cittadina di fotografi. Il costo dell’opera, sostenuto dalla Fondazione, ammonta a 1 milione di Euro

L’ideazione e la realizzazione del progetto è stata accompagnata da un laboratorio di urbanistica partecipata, nel cui ambito i cittadini hanno espresso indirizzi e preferenze sulle caratteristiche e le funzioni dell’area. Nonostante ciò si sono manifestate diverse opposizioni e critiche al progetto, da parte di un Comitato di cittadini costituitosi per l’occasione. I rilievi hanno riguardato da un lato la chiusura di via Garavaglia, giudicata inutile e foriera di problemi al traffico della zona, dall’altro le caratteristiche del progetto, giudicato poco “verde”. In definitiva è stato detto che il laboratorio partecipato non aveva tenuto conto di tali osservazioni.

A me pare che oggi, a progetto realizzato, il miglioramento sia del tutto evidente. I problemi principali, nell’immediato,  sono due.

Da un lato si tratta di custodire e tutelare l’area, assicurandone la fruizione corretta e la manutenzione (soprattutto per quanto riguarda le aree verdi, i giochi  e le opere di arredo urbano).

Dall’altro si tratta di vitalizzare davvero la piazza-verde, attraverso la presenza dei cittadini, nelle loro diverse componenti, anche grazie ad iniziative di carattere ricreativo e culturale, promosse dalla fitta rete di associazioni  del quartiere e della città.

Entrambe le esigenze richiedono l’impegno delle istituzioni (Comune e Quartiere) attraverso l’esensione a quest’area del contratto di global service per la manutenzione delle aree verdi, la vigilanza e la promozione e l’organizzazione coordinata di eventi e di iniziative. Ma è fondamentale trovare una formula che coinvolga nella gestione le associazioni, in particolare quelle locali, non escluso il Comitato che ha espresso critiche e riserve, mettendo alla prova, ancora una volta, la sua onestà intellettuale ed il suo spirito civico.

Non si tratta infatti di stabilire “chi aveva ragione e chi aveva torto”. E’ interese di tutti che la piazza verde viva e sia occasione di partecipazione e coesione sociale. Ci sarà tempo e modo per monitorare gli effetti dell’opera (attraverso i dati sul traffico) ed il suo gradimento da parte dei cittadini (anche attraverso questionari) e per raccogliere indicazioni migliorative.

L’importante ora è che tutti sentano e vivano tale spazio pubblico come proprio e della comunità e non come terra di nessuno.

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