La Febbre del Fare: ci sono anch’io, ma non è solo nostalgia.
Nei giorni scorsi è stato posto in commercio un DVD con annesso libretto dal titolo “La Febbre del Fare”, prodotto dalla Cineteca di Bologna, che è stato anche proiettato al cinema Lumière e, qualche sera fa, in piazza Maggiore.
Esso raccoglie immagini e filmati che documentano la vita amministrativa della Bologna del dopoguerra, dal 1945 al 1980, ed in particolare le realizzazioni e le scelte che fecero di Bologna “la rossa” una vetrina del buon governo della sinistra ed un modello da additare ad esempio, ed il clima di entusiasmo realizzativo e partecipativo che si respirava in quegli anni.
Con sorpresa e soddisfazione, ed anche (lo confesso) con un po’ di orgoglio, mi sono ritrovato anch’io in un breve fimato della metà degli anni ‘70, cliccare su solo-paolo mentre illustravo, in un’assemblea pubblica al Pilastro, le finalità e le caratteristiche del nuovo poliambulatorio che il Comune di Bologna, sotto l’impulso dell’Assessore alla Sanità Eustachio Loperfido, stava realizzando lì, come in altri quartieri della città, con finalità marcatamente preventive.
In quegli anni ero consigliere di quartiere a S.Donato, come indipendente nel gruppo Due Torri e coordinavo la Commissione servizi sociali.
Al di là del carattere “datato” di questo documento (v’invito a procurarvi l’intero DVD) e del rimpianto per anni entusiasmanti ed importanti per la vita della città, oltre che per la mia giovinezza, credo che alcuni aspetti di quella stagione politica andrebbero recuperati a vantaggio di questa Bologna del terzo millennio.