Verso le primarie del 23 gennaio
In un precedente post http://www.paolonatali.it/2010/11/21/ed-ora-avanti-con-le-primarie/ , scritto il 21 novembre scorso, quindi prima dell’inizio della campagna elettorale delle elezioni primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra, che si svolgeranno domenica 23 gennaio, ho svolto alcune riflessioni sulle primarie stesse che non sto ora a riprendere ma che considero tuttora valide.
Al termine di quella nota, tracciato un sintetico profilo dei tre candidati in campo (Frascaroli, Merola e Zacchiroli), non mi ero pronunciato sulla mia preferenza in quanto ritenevo necessario partecipare attivamente alla campagna elettorale, raccogliendo elementi utili alla mia scelta.
Ora che la campagna sta volgendo al termine e che la data del 23 gennaio si approssima, vorrei concludere il mio ragionamento.
I tre candidati stanno conducendo una campagna elettorale assai impegnata e generosa, come generosa è stata la loro decisione di scendere in campo (a differenza di tanti esponenti della società civile – i cosiddetti “migliori”). Una campagna anche un po’ disordinata e priva di una regia efficace: tantissimi sono stati gl’incontri individuali o a tre (i cosiddetti “tribattiti”) tematici o generali, che comunque, a chi li ha frequentati, hanno offerto la possibilità di ascoltare le idee e gl’intenti dei candidati, di porre domande, di formulare proposte, oltre che di conoscerli meglio e di misurare i rispettivi punti di forza e di debolezza.
I “critici-a-prescindere” delle primarie che hanno lamentato una carenza d’ idee e di proposte, evidentemente sono stati distratti: in realtà il contributo programmatico che emerge dalla campagna elettorale è ricchissimo, fatto sia di progetti di largo respiro (talvolta forse d’ incerta fattibilità) che d’ idee suggestive e concrete. Si è trattato di arricchimenti e personalizzazioni del programma di coalizione approvato dai partiti (PD, Italia dei Valori e Sinistra e Libertà) che hanno promosso le primarie, dalle quali il candidato che le vincerà, potrà attingere per fare sintesi e formulare il proprio programma elettorale. A ciò si aggiungeranno, nel corso del mese di gennaio e fino ai primi di febbraio, ulteriori contributi del PD su scuola, università, lavoro, sviluppo, città metropolitana, società partecipate, urbanistica ed infrastrutture.
Un altro aspetto che vorrei mettere in evidenza è il clima nel quale la campagna elettorale si sta svolgendo, un clima dialettico nel quale le polemiche (peraltro fisiologiche) non hanno mai raggiunto i livelli di scontro e di insulto sul piano personale a cui la politica ci ha abituato negli ultimi tempi. Si è trattato di un buon esempio che mi auguro i cittadini sappiano apprezzare e che fa sperare che i candidati che usciranno sconfitti dalle primarie (ed i ripettivi sostenitori) appoggeranno lealmente il vincitore, senza che ciò richieda contropartite in termini di posti di potere in caso di successo alle elezioni “secondarie”.
Quanta gente si recherà alle urne il 23 gennaio prossimo?
Personalmente ritengo assai importante che la partecipazione sia molto numerosa, almeno pari a quella delle primarie del 2008. Questa volta si tratta di primarie di coalizione “vere”, fortemente volute dalla segreteria bolognese del PD, senza un esito predeterminato attraverso una candidatura “blindata” ed appoggiata “militarmente” dal gruppo dirigente del maggiore partito del centrosinistra. L’incertezza sul nome del vincitore è la conferma del fatto che queste primarie non sono “taroccate”.
Sarebbe assai triste che la disaffezione dei cittadini nei confronti della politica (non priva di giustificazioni, viste le vicende che hanno portato alle dimissioni di Delbono e la situazione di delusione,di grande instabilità ed incertezza, a livello nazionale) si traducesse nella rinuncia ad esercitare un diritto democratico che solo il centrosinistra riconosce (il centrodestra ed il cosiddetto terzo polo, com’è noto, non hanno ancora deciso le proprie candidature, in attesa di “lumi” da Roma). I cittadini che lamentano giustamente di essere espropriati dai partiti del diritto di scegliere i propri candidati non dovrebbero coerentemente lasciarsi sfuggire questa opportunità, dando una nuova apertura di credito ai partiti di centrosinistra.
In questi giorni si sono anche lette previsioni pessimistiche sulla partecipazione al voto, da parte di politologi, sindacalisti ed esponenti della società civile che, in certi casi, avevano il sapore di “profezie autoavverantisi” di stampo disfattista.
Preferisco sperare, al contrario, che le primarie possano essere l’occasione per un riavvicinamento dei cittadini alla “buona politica”. Una larga investitura del candidato sindaco di centrosinistra rappresenta la condizione necessaria, anche se non sufficiente, per rilanciare a Bologna, dopo la lunga parentesi del commissariamento, una nuova e virtuosa stagione politico-amministrativa.
E veniamo alla mia scelta.
Ho cercato di seguire con attenzione ed assiduità la campagna dei tre candidati.
Pur riconoscendo a Benedetto Zacchiroli brillante capacità “narrativa” e comunicativa oltre a preziose idee e competenze in materia di relazioni internazionali e rapporti col mondo giovanile, restringo la mia scelta ad Amelia Frascaroli e Virginio Merola.
Sono entrambi due degni candidati.
Amelia ha svolto una campagna elettorale innovativa, facendo perno sulla dimensione dell’accoglienza, dell’ascolto, della quotidianità. L’aver ospitato in casa propria diversi “laboratori” assai partecipati e ricchi d’ idee e di proposte ha avuto un forte significato, non solo simbolico. Amelia ha molto puntato sulla sua capacità di fare “rete”, cioè di tessere ed intrattenere relazioni collaborative capaci di suscitare e mobilitare energie nuove. Conosce bene il mondo del volontariato e dell’associazionismo ed ha una competenza specifica sul welfare. Di converso sconta una certa incompetenza su tanti aspetti e settori della vita politicoamministrativa della città, che non ha nascosto e che, anzi, ha in certo senso vantato, come caratteristica di un sindaco che non vuole essere “un uomo (o, nel caso, una donna, altro “valore aggiunto” per Amelia) solo al comando” ma una persona che, per governare, ha bisogno di aiuto e consiglio da parte di chi è esperto.
Virginio conosce bene il mestiere dell’amministratore (è stato presidente di Quartiere ed assessore all’urbanistica e casa nella giunta Cofferati) e vanta una buona esperienza politica,due caratteristiche che peraltro oggi, purtroppo, non rappresentano un titolo di merito agli occhi di molti cittadini. Durante la campagna elettorale ha dimostrato di padroneggiare i diversi problemi che riguardano la vita della città formulando proposte interessanti. Rappresenta certamente una maggiore continuità, nel solco della tradizione degli amministratori del centrosinistra bolognese senza essere compromesso con la parentesi Delbono del quale fu onesto competitore nelle primarie del 2008. Non è tuttavia un “freddo burocrate” ed ha messo in mostra una carica emotiva che può aiutarlo nel rapporto con i cittadini.
“Bene” - direte voi - “allora chi scegli tra loro?”
Confesso di essere molto incerto.
Sia che pensi a quale dei due può, a mio personale giudizio, “essere il sindaco migliore”, sia che, mettendomi nei panni dei cittadini bolognesi, provi a chiedermi “di quale sindaco oggi ha più bisogno la città”, ovvero “quali caratteristiche oggi i bolognesi chiedono al proprio sindaco”, non riesco a trovare una risposta univoca.
Se mi lasciassi guidare dal cuore sceglierei Amelia, che conosco e stimo da tanti anni, ma ho deciso di seguire la ragione: la mia scelta a favore di Virginio dipende soprattutto dal fatto che la sconfitta dell’unico candidato iscritto al PD (anche se non “blindato” dal suo gruppo dirigente) indebolirebbe gravemente (ed immeritatamente) questo partito, sia a livello locale, mettendone a rischio la coesione e creando le premesse per una sconfitta alle “secondarie”, sia a livello nazionale, prospettiva preoccupante in previsione di possibili elezioni politiche anticipate.
Sono queste anche alcune delle motivazioni che Gianni Sofri ha portato, fin dal 21 dicembre scorso, a sostegno della sua preferenza per Merola. Esse tengono conto dell’esplicito appoggio di Vendola e di Sinistra e Libertà ad Amelia e si sono ulteriormente rafforzate nei giorni scorsi a seguito della decisione della Federazione della Sinistra (Rifondazione Comunista e Partito dei Comunisti Italiani) di appoggiare Amelia con il voto alle primarie. In aggiunta tali partiti hanno dichiarato , in caso di vittoria di Virginio Merola, di non potergli garantire l’appoggio alle elezioni amministrative e di riservarsi di aderire alla coalizione, brillante esempio, questo, di opportunismo politico.
Va riconosciuto che Amelia, confermandosi persona limpida e leale, ha preso le distanze da questo sostegno, così come da quello offertole da quegli esponenti del PD che hanno deciso di appoggiarla più per fare un dispetto alla segreteria provinciale del PD, che per intima convinzione.
Ma tant’è. Rimane il fatto che la sconfitta dell’unico candidato iscritto al Pd verrebbe certamente strumentalizzata e produrrebbe conseguenze che considero negative ed indesiderabili.
Detto tutto ciò, ribadisco che la cosa più importante è che in tanti si vada a votare il 23 gennaio, per il candidato che la nostra sensibilità ci suggerisce possa essere il miglior sindaco per la città. Questa sarà, comunque, una buona scelta.
Commenti dei lettori
caro Paolo,mi fa piacere leggere i tuoi articoli. Sono chiari e diretti e mi tengono aggiornata sul clima di Bologna. Auguro a tutti i bolognesi di buona volontà un sindaco capace, onesto e all’altezza della storia di questa vostra città
colta e civile.
Caro Paolo,
ho letto con attenzione il tuo commento. Anch’io sono incerto. Tu hai evidenziato gli aspetti positivi dei candidati, io quelli negativi. Il Pd ha scelto l’ennesimo uomo di partito: il Pd non sa andare oltre le regole dell’apparato e sa poco o nulla avvicinarsi alla gente, ai problemi della gente senza autoreferenzialità ( i bravi siamo noi) preconcetti, senza mettersi in gioco. Avrei preferito una persona presa dalla società civile ovvio vicino alle idee del Pd. Le primarie non saranno blindate - come dici tu - ma in Via Rivani sul tavolo della portineria è presente solo il volantino PD a favore di Merola. Le primarie in tal senso vanno riviste. Negli States ci sono tanti candidati di un partito e non il candidato di partito.
La Frascaroli la conosco poco o niente: la vedevo alle riunioni scout con i miei figli. Di poche parole, appartata. Mah? Su di lei ho sentito pareri positivi e negativi anche nel suo operato Caritas. Ripeto solo pareri riportati. Quello che invece a me da fastidio è che ci sia qualcuno che le stia dietro. la guidi? come ai vecchi tempi della Caritas a ruoli invertiti. Io ho fatto il medico, chi è sacerdote faccia il sacerdote pur con una sua opinione politica ( l’intervento di CAFFARRA mi è parso fuori luogo: anche la Curia fa politica eccome!) . Ho la sensazione che chi tira le file dietro la Frascaroli uscito ( sbattuto?) fuori dalla porta, voglia rientrare sulla scena cittadina dalla finestra. A me questi atteggiamenti ambigui, nebulosi, poco chiari non piacciono. Anche su di lui non è tutto oro quel che luccica. Ne ho esempi concreti della sua irascibilità ad es. quando invece vuol dimostrarsi serafico nei suoi interventi pubblici.
Condivido con te l’idea dell’importanza del voto ( le primarie sono segno di distinzione crispetto il centro-destra) e mi auguro che in molti ci vadano. Leggo con trepidazione le idee del Pd nazionale di abolirle o modificarle in senso restrittivo.
Deciderò all’ultimo: credo che Merola sia un buon sindaco e soprattutto con l’aiuto dell’apparato possa reggere l’urto di chi presenta il centro destra ( Cazzola l’ex-CGIL; Galletti) o il centro ( sotto le mentite spoglie del Polo della Nazione?) Aldrovandi di cui non conosco le idee. La Frascaroli farà una buona corsa e le va dato il merito di avere sparigliato le carte sia del Pd che della Curia. Ci voleva in una città che lentamente sta morendo tutta ripiegata sul mito del passato ” buon governo”. Oggi 51% Merola, 49% Frascaroli. Ti saprò dire.
A presto. CARLO
Alto ed apprezzabile esercizio di equilibrismo.
Io comunque voto per Amelia ,pur rischiando la “lite” con la consorte che non digerisce l’uscita sul matrimonio gay.
ne deduco che ormai Merola veleggia verso la vittoria
Caro Giuliano, capisco che il mio possa essere definito “equilibrismo”. Non mi dispiace, anche se preferirei “equilibrio”, una dote a mio giudizio sempre necessaria.
Il fatto è che a me pare che la cosa più importante sia che in tanti si vada a votare, dopo avere riflettuto. Poi l’esito sarà comunque il migliore! Grazie per l’attenzione.
Caro Carlo, condivido pienamente la tua opinione. Anche a me pare che la cosa più importante sia che in molti si vada a votare, dopo avere riflettuto, con gli elementi a disposizione di ciascuno, tenendo conto dei punti di forza e di debolezza di ciascun candidato. Poi l’esito sarà comunque il migliore.
Mi stupiscono le critiche di tanti verso questi candidati che comunque hanno deciso di “metterci la faccia” impegnando la propria vita con grande generosità e manifestando le proprie idee ed i propri intenti e sottoponendole al giudizio dei cittadini. Poi basta che un qualunque “civico” (Aldrovandi, senz’altro una degna persona) dichiari la propria disponibilità a candidarsi, senza dire nulla sulla propria idea di città, che subito il Corriere di Bologna lo acclami come un salvatore. La politica, è vero, ha molto da farsi perdonare, ma io continuo a preferire un metodo democratico alle investiture dei cosiddetti “migliori”. Quanto al PD io sarei un po’ più indulgente….
Grazie per la paziente attenzione.
Grazie Ornella, per l’attenzione alla situazione bolognese da parte di chi vive nella capitale. Credo che a Bologna in effetti si giochi una partita che ha un rilievo nazionale.
Carissimo Paolo, sono contento della tua decisione e voglio rassicurarti che non intacca certo la nostra profonda amicizia; voglio altresì togliere il dubbio al collega dott.Lesi rispetto alla persona che starebbe dietro la Frascaroli, che “la guiderebbe”! L’unica persona che stà davvero dietro la Frascaroli, nel senso che la sostiene al 100%, anche economicamente parlando, con stipendio da ricercatore dello stato, con trattenute del 43% più canone RAI tutto pagato e rigorosamente documentabile, l’unica persona che stà dietro, quello sono io! il sottoscritto.
Invocare la presenza di personaggi oscuri mi fa’ veramente sorridere, la campagna di Amelia è documentata quasi minuto per minuto grazie alle moderne piattaforme informatiche: il suo sito http://www.ameliafrascaroli.it, e su facebook, oltre alle decine e decine di incontri tutti tenuti a porte aperte, molti a casa nostra, alcuni in alcune sale pubbliche della città. Bologna ha bisogno di uno spirito diverso; non ha bisogno di un altro funzionario: né di un funzionario mediocre come Cofferati, né cattivo come Delbono, né di un funzionario buono di Stato come la Cancellieri! Comunque vada a me andrà benissimo, se perde la sua leggerezza ed il suo sorriso sarà solo per me e per la nostra famiglia, se vince riderà tutta la città.
Carissimo Roberto, ti ringrazio molto per il tuo messaggio. Non ho mai dubitato che la mia scelta, del tutto opinabile e della cui giustezza nemmeno io sono “graniticamente” certo, potesse mettere in discussione un’amicizia ed una stima reciproca che dura da tanti anni e che è fondata su basi ben più solide di quelle offerte dalla consonanza politica. Frequentando spesso la vostra casa ho avuto anche modo di apprezzare il tuo modo di stare a fianco di Amelia in questa fase così impegnativa della vostra vita. E’ proprio vero: dietro ad ogni grande donna c’è un grande uomo (di solito lo si dice a ruoli invertiti, per i mariti impegnati in politica…).
Un abbraccio.
Condivido molte delle osservazioni espresse in questa occasione come in altre da Paolo e perfino la conclusione razionale del ragionamento a favore del candidato del PD.
Segnalo in camera caritatis per altro una impressione personale che forse merita una attenzione da un punto di vista generale. Va bene che non sta bene fare scambi di favori, ma qui si tratta di altro: esiste in realtà una debolezza di entrambi i candidati per motivi opposti e questa debolezza riguarda la scarsa capacità ri-generativa del patrimonio e della tradizione culturale che fu efficacemente definita di lotta e di governo della sinistra bolognese ed emiliana (basta guardare il docufilm La febbre del fare e leggere il libro postumo di Edmondo Berselli in proposito…) a fronte delle sfide che sono poste dal tipo di sviluppo socioeconomico e socioculturale in atto.
I due candidati per altro non godono nemmeno del vantaggio di poter esibire lo spessore politico di un Fassino (a Torino) o di un Ranieri (a Napoli), mentre mi rassicura il fatto che entrambi sono se pure in modo diverso “persone normali” e che non si esibiscano secondo il profilo compiaciuto da Giambiurrasca di un Renzi (a Firenze). Non so se sia possibile ma bisognerebbe coniugare il profilo di credibilità personale (in quanto a maggiore originalità) di Amelia con quello di garanzia istituzionale (in quanto a maggiore competenza amministrativa) di Virginio.
Se questo ragionamento potesse concludersi coerentemente (cosa che infatti non avviene per motivi di forza maggiore evidenti..) si potrebbbe dire che sarebbero 2 ottimi assessori..
P.S. questo non significa che si debba mandare tutto all’aria ma che vedo che bisognerebbe cercare e trovare qualcosa in più che nelle condizioni date ad oggi manca e che rischia di pesare non poco nelle “secondarie” soprattutto se si realizzano certi movimenti di cui si sono lette le premesse in questi giorni sui giornali (candidatura civica tipo quella di Aldrovandi o altre simili e non parlo di Corticelli che mi sembra un Renzi di centro destra…).
Grazie Gabriele, sono pienamente d’accordo sulla relativa debolezza dei candidati e sulla loro complementarietà e sulle altre tue considerazioni. Credo che la debolezza dei singoli candidati sarà superabile se sapremo tutti sostenere il vincitore e se questi saprà farsi carico di rappresentare il “capitale sociale” complessivo espresso da queste primarie, Per quanto riguarda il rischio di candidature civiche “forti” riconosco che è un timore fondato, anche se credo che le contraddizioni presenti nel centrodestra e nel cosiddetto terzo polo siano molto forti e tali da non facilitare soluzioni unitarie.
Caro Paolo, mi pare molto interessante il dibattito che si è sviluppato intorno alle considerazioni che fai sulle primarie e sui candidati. Il tuo ragionare è sempre stimolante e anche per certi aspetti rassicurante. Io purtroppo sono meno ottimista di te riguardo il ruolo delle primarie in questa fase che a me pare molto ingessata della politica in genere e anche del PD non sono a livello locale. Comunque grazie ancora del tuo impegno a mantenere vivo e vivace il tuo sito. Un caro saluto Adriana
Grazie a te e Walter, cara Adriana. Speriamo di rivederci quanto prima.
Aggiungo qualche tassello al ragionamento precedente che derivo dalla cronaca di ieri e riguarda l’intorno dei candidati (la squadra e i saggi per usare termini abusati, gli assessori e gli esperti in linguaggio normale..) e lo faccio a partire dalla condivisione del necessario impegno leale e convinto a sostenere il vincitore.
Punto 1: Bersani ha ragione (ma deve rappresentare meglio e più concretamente il concetto anche con la collaborazione dei diretti interesati) il concetto che di qua non dobbiamo scimmiottare il cattivo esempio di sfinirci nella ricerca di personaggi carismatici come leader (spesso finti cioè buoni solo come icone elettorali) perchè abbiamo un’altra concezione -collegiale, partecipata, plurale, ecc. della democrazia e della responsabilità. Vale anche a Bologna e allora il tema della squadra va affrontato in questo senso oltre che in quello della competenza culturale in ambiti specifici
Punto 2 : da questo punto di vista la valorizzazione nel modo più adeguato (per gli interessati e per la città) di figure per un verso come quella di Cevenini, per un altro come quella di Dionigi, per un altro ancora come quella di … non deve essere una scelta di convenienza elettorale.
Punto 3: la questione di fondo dell’assetto e del senso dell’attività della macchina comunale nei suoi rapporti con i mondi vitali delle persone reali, quindi del profilo culturale,deontologico e professionale della struttra direzionale, dei funzionari e a scendere di tutti gli operatori comunali non è cosa secondaria come dimostra in modo eclatante e tragico il caso che sta sulle pagine dei giornali in questi giorni
Punto 4: Sarà meglio anche occuparsi parallelamente anche di come la politica (e come debba essere e muoversi il partito in questo senso come strumento e luogo di confronto e poi di sintesi non più come intellettuale collettivo nel senso di una volta..) possa riprendere in senso lato una funzione propulsiva di promozione di cultura sociale e relazioni sociali reali culturali reali. Vedi valutazioni espresse da Flavia Franzoni ieri.
Grazie del tuo contributo, che condivido, caro Gabriele.
VENDUTO!!!
Non so chi tu sia e sarei felice se ti presentassi, magari aggiungendo qualche considerazione più argomentata alla tua affermazione.
Commento semplice: Un cielo tinto di rosa a Bologna non farebbe certo male e spero che questo sia condiviso da tante!Inoltre perchè la vincita di Amelia non potrebbe essere un valore aggiunto anche per il PD? “Se la sconfitta dell’unico candidato iscritto al Pd verrà strumentalizzata” sarà una delle tante e le conseguenze negative ed indesiderabili non ci saranno se si saprà continuare a lavorare in un clima civile con Frascaroli sindaco e tante voci! Il clima generale è pessimo ed allora pensare positivo significa anche cambiare metodo. con affetto
Ciao carissimo Paolo. pur visitando spesso il tuo sito non mi sono mai permesso di entrarci attivamente come sto facendo ora.Forse per la consapevolezza di non poter esprimere opinioni all’altezza…. Però la lettura della tua dichiarazione di voto,di alcuni interventi e relative risposte mi hanno dato la spinta. Condivido quanto espresso dall’amico comune Gabriele sul rammarico di non poter vedere riunite in un unico candidato certe ricchezze che ognuno di loro, soprattutto Amelia e Merola manifestano.Condivido tante altre cose dette da lui, da te e soprattutto da Roberto. Conosco benissimo la grande amicizia che ti lega ad Amelia e alla sua famiglia che essendo così profonda sono certo costituisca un peso (nel vero senso della parola…), una sofferenza nella tua scelta a favore di Merola. Però, qualsiasi fosse il motivo (e l’hai spiegato) questa resta unicamente una tua decisione, rispettabile, tanto più che viene resa pubblica con quel coraggio e quella onestà intellettuale che ti ho sempre riconosciuto. Altri, vedi l’ultimo intervento, non possono vantare questa dote. Dico tutto ciò, in linea con quanto riportato da Roberto: non è e non può essere questo ad intaccare un’amicizia profonda che certamente anche questo atto di sincerità salderà ancora di più. Personalmente non ho assolutamente problema a dichiarare che starò dalla parte di Amelia. Questo al di là dell’amicizia trentennale. Ma soprattutto perchè finalmente trovo un candidato che sinceramente si presenta ai cittadini dichiarando i propri limiti, il proprio bisogno di ascoltare per conoscere, la propria voglia di mettersi al servizio, la propria certezza di dover partire dai problemi e dagli ultimi. Che cos’è la politica se non questo ? Sono convinto che la politica debba prendere coscienza del cambiamento che si sta generando nei cittadini. Sono convinto (e lo dice certamente uno che ha vissuto molto di più fuori che dentro la politica) che sia arrivato il momento di sentire un candidato sindaco come “uno di noi”, con i suoi limiti, ma anche con la sua grande umanità. Non sempre come colui che ha tutte le risposte in tasca. Non ti nascondo che in me Amelia è partita ovviamente con quel grande vantaggio frutto dell’amicizia. Questo vantaggio, ascoltandola, vedendola, vivendo i momenti organizzati da lei e dai facenti parte il suo gruppo (…tra cui non ho trovato alcun grande vecchio…) si è confermato, saldato. Soprattutto perchè la scoperta più bella (non per me…) è stata che lei non è cambiata affatto rispetto a com’era prima di questa vicenda delle primarie. Nulla di costruito, nulla di artificiale! E questo mi rassicura nel caso in cui (…lo spero…scusami!) lei vincesse questo grande primo traguardo. Dal non sentirsi adeguato al parlare troppo…ne passa. Però è bene che impariamo tutti a riscoprire quella bellissima dote che avevano i nostri genitori, del confrontarsi anche se di opinioni diverse, del motivare le proprie idee, ma nella certezza comune che nulla sarebbe cambiato nei rapporti. Soprattutto quando si ha la convinzione di stare tutti dalla stessa parte. Quindi mi fermo qui, non prima di confermarti la stima personale, proprio nel momento in cui ci troviamo a sostenere situazioni diverse. Certo mi auguro che Amelia, con quel sorriso e quella leggerezza di cui parla Roberto, possa contagiare tanti… Un abbraccio. Stefano
Carissimi Matilde e Stefano, scusatemi se vi accomuno nella mia risposta ai vostri commenti, dei quali vi ringrazio tanto, per la stima che manifestate nei confronti di Amelia ( e che anch’io condivido, sul piano personale) e per l’amicizia che mi confermate (della quale non ho mai dubitato).
Come potete immaginare mi è costata molta fatica tenere distinte le ragioni dell’affetto per Amelia da quelle di una valutazione serena ed oggettiva (almeno per me) delle conseguenze di una sua vittoria alle primarie.
Il fatto è che io continuo a ritenere che i partiti (al di là delle critiche che è possibile e giustificato muovere ad essi) siano uno strumento indispensabile per la nostra democrazia: l’alternativa è il populismo nel quale si può anche cadere esasperando l’enfasi posta sul civismo.
Il PD bolognese oggi, senza il quale (lo voglio ricordare) queste primarie, “vere” anche se certo perfettibili, non si sarebbero fatte, non merita di subire le lacerazioni interne e gli attacchi esterni che, temo, seguirebbero la sconfitta di Merola. Questo non certo per volontà o per opera di Amelia, ma certi processi non sarebbero governabili da lei, che si troverebbe, dal giorno successivo alla sua vittoria, alle prese con i partiti della coalizione. Perchè si ha un bel da dire “civico”, ma qualunque candidato civico non può fare a meno dell’apporto convinto di una coalizione di partiti (se ne accorgerà anche Aldrovandi, se deciderà di candidarsi).
Aggiungo che ho molto apprezzato (e l’ho scritto) la campagna elettorale di Amelia, per la novità del suo stile “domestico” e per l’insistenza sulla sua disponibilità ad accogliere, ad ascoltare, a fare rete, ad includere, a lasciare spazio alla partecipazione. Va bene “pensare positivo” ma temo che per amministrare una grande città ciò non sia sufficiente ed occorrano anche programmi che non possono essere soltanto demandati alla “gente”. Anche gli ultimi incontri della campagna elettorale (ho partecipato a quello con Bachelet, ho mancato quelli con Diritti e la Borsellino ed andrò a quello con Commegna) mi pare abbiano puntato molto sulla popolarità di testimonials suggestivi ma non so quanto siano serviti a fare conoscere quello che Amelia si propone di fare per la nostra città.
Dopo di che è ovvio che se Amelia vincerà, secondo la logica delle primarie io sarò al suo fianco, se lo vorrà e lo riterrà utile, per darle tutto il sostegno possibile, soprattutto nelle materie su cui ho maturato un po’ di conoscenze nella mia vita professionale e nell’esperienza in consiglio comunale. Sarà una bella impresa……..
E vinca il migliore!
Cara Matilde, la risposta che ho dato a Stefano vale anche per te.
Ciao.