Il decalogo di Italia Nostra
Nel corso di un convegno svoltosi nei giorni scorsi a Roma, Italia Nostra ha presentato un suo decalogo i cui contenuti mi sembrano ampiamente condivisibili.
I principi che esso enuncia sono alla base della strumentazione urbanistica (Piano Strutturale Comunale) approvata a Bologna nel 2008 ma ciò non toglie che essi debbano essere tenuti presente nella sua gestione quotidiana. Non v’è dubbio che Virginio Merola, Assessore all’ubanistica durante il mandato Cofferati, sia il sindaco più indicato per rispettare rigorosamente tali principi.
Ecco il decalogo:1) La città è un bene comune e deve garantire gl’interessi collettivi.
2) Moratoria generalizzata sulle nuove urbanizzazioni per rigenerare città e campagna
3) Ripristino della legalità: no ai condoni, no ai piani casa.
4) No a strumenti che vanificano la pianificazione ed esclusione dell’iniziativa privata.
5) Ripristino della destinazione originaria degli oneri di urbanizzazione.
6) Rilancio della pianificazione paesaggistica.
7) Riaffermazione della tutela dell’identità culturale e dell’intergrità fisica.
Recupero delle immense periferie degradate cresciute negli ultimi decenni.
9) Mobilità sostenibile ed integrata. Incentivazione del trasporto pubblico.
10) Partecipazione di cittadini ed associazioni alle scelte urbanistiche.
Commenti dei lettori
Penso che, per il futuro Sindaco di Bologna, tenere presenti e rispettare i 10 principi di Italia Nostra voglia dire in particolar modo per il punto 2, Moratoria generalizzata sulle nuove urbanizzazioni per rigenerare città e campagna, modificare da subito il PSC approvato nel 2008,bloccando gli insediamenti di 8000 nuove abitazioni previste a Bologna.
Ritengo che vista la grave situazione di immobili sfitti e degradati, anche nel patrimonio immobiliare comunale, e di nuove abitazioni invendute, costruite da imprenditori privati,sia opportuno riqualificare le aree ferroviarie e caserme dismesse ed iniziare ad intervenire sulle vecchie costruzioni ristrutturando secondo criteri che permettono il risparmio energetico ecc. ecc.
Per esempio nell’area fra fra v. Due Madonne , v. Malvezza ( zona villa Salus) area vocata all’agricoltura con vivai ecc. è incomprensibile e fuori da ogni logica,considerando anche i problemi che si creerebbero alla viabilità ecc. ecc. andare ad un ulterire consumo di Suolo.
Attualmente la zona del Fossolo, che si dice siano venuti da tutto il mondo per vedere e valutare il piano urbanistico considerato a suo tempo un piano all’avanguardia, è diventata molto affollata, vedi i nuovi insediamenti di v. Barbacci, Legnani e v. Marx e priva di servizi.
Bisogna tenere in considerazione , in prospettiva,la presenza della caserma fantasma Perotti che quando verrà dismessa diventerà senz’altro un luogo da insediamento immobiliare.
Grazie ed a presto
Vittorio Tempellini
Caro sig. Tempellini,
innanzitutto la ringrazio vivamente per le sue osservazioni che denotano, tra l’altro, un’ ottima conoscenza del PSC e delle prospettive di sviluppo urbanistico della nostra città.
Nel merito lei ha perfettamente ragione: il punto più critico del decalogo è il secondo. Infatti già oggi, oltre a tutto il costruito ed invenduto o sfitto, ci sono circa altri 3700 alloggi già edificabili, sulla base delle previsioni del vecchio PRG, validate dal PSC (tra cui Ex-mercato e Lazzaretto) e su quelle del primo Piano Operativo Comunale approvato dal Consiglio nel 2009. Se si pensa che a Bologna il trend edilizio medio corrispondeva a circa 500 alloggi all’anno (quando il mercato “tirava”) ci si rende conto che non c’è certo urgenza di costruire nuova residenza. Ciò detto vorrei solo aggiungere qualcosa circa le prevsioni del PSC (8000 nuovi alloggi): una parte di questi non richiedono nuova cementificazione di suolo agricolo in quanto relativi alla valorizzazione di aree ex-militari, ed ex-ferroviarie necessaria per la realizzazione di servizi e case pubbliche oltre che della nuova stazione ferroviaria.
Credo pertanto che si tratti di accantonare le previsioni che riguardano 4/5 aree di nuova edificazione (Corticella, Pioppe, Savena ecc.). E, comunque, al di là della opportunità della loro cancellazione faccio notare che intervenire in queste aree richiederebbe l’approvazione di un nuovo POC. Se sarò nuovamente in Cons.Com. mi opporrei fermamente a questa scelta (e credo che sarei in buona compagnia).
Cordiali saluti.
Paolo Natali