Una tragedia da non dimenticare
Nelle stesse ore in cui a L’Aquila si commemorava il secondo anniversario del terremoto che è costato la vita ad oltre 300 cittadini, nel canale di Sicilia si consumava una tragedia che ha causato la morte di circa 250 persone (tra cui diverse donne e bambini) che cercavano di raggiungere l’Italia a bordo di barcone affondato a causa del mare in tempesta.
Temo che, passata l’emozione suscitata da questa notizia, il naufragio dei migranti del nord-Africa sarà ben presto dimenticato.
Esso dovrebbe invece indurre tutti noi, semplici cittadini ed amministratori nazionali e locali, ad abbandonare una buona volta atteggiamenti di egoismo, di paura, di diffidenza e di difesa ed a fare nostro un sentimento di solidarietà da cui fare discendere atti e decisioni conseguenti rispetto al fenomeno dell’immigrazione.
Tre brevi osservazioni
1) Il governo nazionale ed i governi locali (condizionati dalla Lega) stanno mettendo a punto un piano confuso, che discrimina tra chi è giunto nei giorni scorsi a Lampedusa e chi cercherà di raggiungerla nei prossimi giorni.
2) i permessi temporanei di soggiorno, che verranno distribuiti solo ai primi, appaiono più un mezzo per fare sì che gl’immigrati se ne vadano alla svelta in altri paesi (”fuori dalle palle” come ha finemente auspicato Bossi), che uno strumento, che andrebbe applicato in forma generalizzata, per dare il tempo, a chi viene in Italia, di trovare un lavoro e di avviarsi (con i necessari aiuti) verso un percorso di autonomia.
3) la distinzione tra “rifugiati” e “clandestini” (i primi da accogliere, i secondi a respingere), peraltro difficile da accertare, appare ogni giorno di più ambigua: cosa differenzia chi fugge, per ragioni politiche, dal proprio paese da chi, anche a costo della vita, fugge da condizioni di vita impossibili per ragioni economiche e sociali ?
Commenti dei lettori
Condivido pienamente!
Cordiali saluti e buona settimana!
Giorgio Tufariello
Ciao Paolo, mi ha fatto piacere ricevere la tua mail. Volevo solo dirti che ho una collega ass soc con il fidanzato carabiniere che è stato a Lampedusa ad assistere e raccogliere le storie di vita dei migranti. In pausa pranzo ci diceva che molti di loro avevano dei precedenti in Tunisia e fuggivano chi dal carcere chi dal rischio di finire in carcere. Non so di che tipo di reati si trattasse.
Grazie della tua testimonianza, cara Daniela. Ciò che scrivi rappresenta certamente un invito a non esprimere giudizi assoluti e definitivi senza avere un quadro completo della situazione (il che, francamente, in molti casi, è assai difficile).
Un saluto cordialissimo.
Paolo
Grazie, caro Giorgio.
Ricambio di cuore i saluti e gli auguri.
Paolo