I primi atti del Sindaco
Merola ha affermato più volte, nel corso della sua campagna elettorale, di voler essere un sindaco “normale”, in cui i cittadini bolognesi possano identificarsi. Non è un proposito minimalista, tutt’altro, perchè significa assumere uno stile di governo e, prima ancora, di presenza nella città in sintonia con quello che la città si aspetta da un sindaco e capace fin dal principio di riconciliare i bolognesi con la buona politica e con la buona amministrazione della cosa pubblica.
Mi pare vadano nella direzione giusta, sia pure con qualche necessità di verifica, le prime decisioni annunciate.
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La scelta di togliere a sé stesso, agli assessori ed ai consiglieri i permessi di accesso in auto a palazzo d’Accursio non ha solo un forte significato simbolico di rinuncia ad un privilegio (sia pure non privo di qualche giustificazione) ma rappresenta anche un atto efficace sul piano politico rispetto alle limitazioni che l’amministrazione certamente porrà alla circolazione in centro delle auto private ed alla revisione in senso restrittivo dei pass.
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L’affermazione di voler procedere in tempi brevi alla pedonalizzazione di un’ampia parte del centro storico rappresenta la coerente conferma di un enunciato del programma elettorale di Merola. A questo proposito sarà fondamentale comprendere cosa si intenda per “pedonalizzazione”, nel senso che al termine sono stati dati in passato significati diversi. In particolare occorre capire quali condizioamenti avrà in tali zone il trasporto pubblico e quali limitazioni avranno i residenti (cittadini, uffici ed esercizi commerciali).
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La decisione di eliminare la tariffa annuale per l’iscrizione alle scuole dell’infanzia comunali, anch’essa preannunciata in campagna elettorale, va certamente incontro alle esigenze dei bilanci famigliari, oggi più che mai in condizioni di criticità, ed appare compatibile con le necessità di equilibio del budget del Comune (l’entrata prevista era di 600.000 €). Si tratta comunque di una scelta discrezionale, che rinuncia ad un’entrata relativa ad un servizio il cui costo ammonta, per il Comune, se non vado errato, a 6.000 € all’anno per bambino.
Un’altra affermazione che Merola ha ripetuto più volte in campagna elettorale è quella che si sarebbe circondato di collaboratori migliori di lui. La Giunta è stata appena insediata e non si può certo dire oggi se il sindaco ha tenuto fede al suo impegno.
In questo momento, per la conoscenza diretta che ho di molti componenti dell’esecutivo, penso di poter dire che si tratta di una compagine che può lavorare bene e con efficacia.
Merola ha opportunamente tenuto per sé diverse deleghe importanti (Piano strategico, Città metropolitana, sicurezza, università…).
I condizionamenti da parte dei partiti della coalizione non sono stati particolarmente pesanti, anche da parte del PD, che con la segreteria Donini può finalmente realizzare un virtuoso e corretto rapporto tra partito ed istituzione comunale.
Corretta anche la scelta di assegnare ad un assessore il coordinamento del lavoro di Giunta ed il raccordo con il Consiglio comunale: forse Merola si è ricordato che, nel corso del mandato Cofferati, era lui a svolgere, con qualche difficoltà, questo secondo ruolo mentre il primo era esercitato, con scarso impegno, direttamente dal Sindaco.
Sono diversi gli assessori giovani ma affatto inesperti ed anzi dotati di una solida competenza ed esperienza sul piano della politica e dell’amministrazione.
Tra le presenze femminili di cui ho conoscenza diretta apprezzo in modo particolare Amelia Frascaroli e Patrizia Gabellini.
Non posso sottacere tuttavia qualche perplessità in merito alle nomine della presidenza del Consiglio (rispetto alla quale continuo a credere che Maurizio Cevenini sarebbe stato il più indicato, per molteplici ragioni) e del capo di Gabinetto: su questo, come su tutto il resto, sarà il futuro a permettere un giudizio più attendibile.
Commenti dei lettori
Grazie mille Natali, per la Sua prima analisi e le Sue considerazioni sui primi atti del nuovo Sindaco. Personalmente mi sono di grande aiuto, nel riflettere al meglio acquisire elementi e formarmi una mia opinione. Grazie ancora, Natali.
Su Cevenini sono sempre più convinto che è sbagliato candidarsi ad una carica elettiva (consigliere comunale) quando si è già titolari di un’altra (consigliere regionale). Il PD è bravissimo a darsi delle regole interne e a trovare sempre la motiviazione per fare eccezioni. La pretesa attuale di Cevenini (mantenere entrambe le cariche) mi sembra un po’ patetica; nessuno è indispensabile. E poi: non aveva bisogno di riposo?