Torna un evergreen: le biciclette sotto i portici

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 12 agosto, 2011

Mobilità ciclabile

Mobilità ciclabile

Oggi il Corriere di Bologna dedica ampio spazio alle proteste del consigliere comunale del Pdl Carella e di alcuni cittadini contro il fenomeno dei ciclisti incivili che scorazzano sotto i portici e riporta l’opinione del sindaco Merola, affidata a Facebook, che, oltre a richiamare i ciclisti ad un comportamento corretto, suggerisce ai cittadini di richiamare gl’indisciplinati e, se del caso, d’invocare l’intervento repressivo dei vigili urbani. En passant si ricorda che la proposta di concedere ai ciclisti il transito sotto i portici fu avanzata tempo fa dall’allora consigliere comunale e presidente della Commissione mobilità Paolo Natali, che trovò non contrario il vicesindaco dell’epoca ed assessore ai lavori pubblici, Claudio Merighi.

Naturalmente il giornale non dà conto delle motivazioni e del carattere di quella proposta, che s’inseriva, come suggestione circoscritta ed eccezionale, all’interno di un ragionamento più complessivo. Provo allora, come persona informata sui fatti, a ricostruire la vicenda.

Era l’autunno di due anni fa. Il tema era e rimane tuttora quello di come favorire ed incentivare la mobilità ciclabile nella nostra città, nel quadro delle strategie per una mobilità sostenibile. Si parla comunemente della necessità di estendere e migliorare la rete delle piste ciclabili e questo è certamente necessario, in tutta la periferia. Ma quando il ciclista giunge ai viali di circonvallazione diventa difficile, per ragioni di spazio fisico, dare continuità alle radiali che dovrebbero avergli permesso di giungere fin lì in sicurezza. Per favorire i ciclisti che usano quaotidianamente la bici per raggiungere i luoghi di studio e lavoro in centro e fare sì che il loro numero aumenti, si tratta di realizzare una ciclabilità diffusa, dando ai ciclisti stessi la facoltà di percorrere, se necessario anche in contromano, alcune strade del centro, in particolare, ma non solo,  quelle interessate da interventi di pedonalizzazione o di ciclopedonalizzazione e la viabilità secondaria. Si rammenti che in tutto il centro storico vige il limite di velocità dei 30 Km/h. D’altro canto un’ esigenza particolarmente sentita dai ciclisti è quell di poter percorrere  alcune strade del centro (che rappresentano percorsi assai utilizzati) in entrambi i sensi di marcia, naturalmente in condizioni di sicurezza, per loro e per gli altri utenti della strada. In alcuni casi questo è reso possibile da piste dedicate (si pensi a via Riva Reno) in tanti altri casi quesa possibilità non è data.

L’ipotesi dell’uso di alcuni tratti di portico da parte dei ciclisti, naturalmente con la massima prudenza e previo l’apposizione della necessaria segnaletica, si poneva in quelle eventuali situazioni nelle quali non era possibile, per ragioni di spazio fisico, permettere alle biciclette di seguire un percorso contromano (anch’esso ovviamente regolamentato e segnalato) lungo la sede stradale. Comprendo bene come la cosa abbia potuto suscitare e susciti tuttora riserve ed opposizioni (anche per il significato simbolico che i portici assumono nella nostra città) ma, ribadisco, si trattava di una proposta estrema e circoscritta, mentre assolutamente concreta e realizzabile (anche l’ufficio legale del Comune, appositamente interpellato dalle minoranze, si espresse in senso positivo) è quella del contromano, naturalmente previo adeguata regolamentazione.

Aggiungo due considerazioni. Come Filippo Bortolini dei Verdi ha ricordato in questi giorni, questa proposta è già realtà concreta in molte città europee e non risulta che abbia causato un aumento della incidentalità. L’uso di spazi dedicati ai pedoni da parte delle biciclette (piste ciclabili che convivono con marciapiedi) è diffuso anche nella nostra città (via Mezzofanti, via S.Donato ecc.): si tratta evidentemente di un ripiego “doloroso” ma, in alcune situazioni, indispensabile.

Infine, proprio per dimostrare come le iniziative e gl’interventi necessari per valorizzare sempre più la mobilità ciclabile siano tanti e di vario genere v’invito a leggere questo documento che avevo stilato nell’ottobre 2009 a seguito di un incontro con i rappresentanti delle principali associazioni ciclistiche bolognesi. azionimobilitaciclabile

Sono certo che l’Assessore Colombo, particolarmente esperto e sensibile a queste problematiche, saprà dare seguito a queste azioni che a me non fu possibile portare avanti: tre mesi dopo, nel febbraio 2010, a seguito delle dimissioni del sindaco Delbono, anche il Consiglio comunale, del quale facevo parte, venne sciolto.

Commenti dei lettori

…tu sei sicuro che tutto il centro storico abbia il limite dei trenta? se è così come mai non c’è un cartello che lo indichi in viale dodici giugno in corrispondenza del sirio? io è un po’ che lo segnalo al comune (abito da quelle parti e passo in bici li ogni giorno) ma non ottengo la benchè minima reazione…
ciao
Vittorio

#1 
Scritto da Vittorio Marletto il 1 settembre, 2011 @ 17:40

A me risulta di sì. Forse varrebbe la pena di renderlo esplicito ed evidente con la necessaria cartellonistica. Ne parlerò con Colombo.

#2 
Scritto da Paolo Natali il 1 settembre, 2011 @ 18:31

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