Le difficoltà del bilancio comunale
Torno sul tema del bilancio 2012 del Comune di Bologna dopo aver letto sulle odierne pagine bolognesi di Repubblica le dichiarazioni di alcuni assessori.
L’assessore all’ istruzione non esclude la possibilità che venga reintrodotta una tariffa per la frequenza della scuola dell’infanzia, già iscritta a bilancio 2011 dal Commissario Cancellieri (per un’entrata prevista di 500.000 €) e cancellata qualche settimana fa dalla giunta per coerenza con l’impegno assunto in campagna elettorale da Merola. Personalmente ho sempre giudicato tale tariffa, nella situazione data, inevitabile e sostenibile (125 o 250 € all’anno per chi superava la soglia di gratuità) anche tenendo conto di quanto pagano le famiglie per un servizio come il nido che al Comune costa non molto di più della scuola dell’infanzia. Proprio nel mio post del 9 settembre scorso (”Questa volta un bilancio partecipativo ci vuole davvero”) facevo la previsione che la giunta, probabilmente, avrebbe dovuto tornare sulle sue decisioni. Sempre l’assessore Pillati, a proposito della eventuale reintroduzione del buono scuola a favore di alcuni degli utenti delle scuole dell’infanzia paritarie convenzionate, in luogo dei contributi erogati direttamente alle scuole sulla base del rispetto di alcuni parametri, si è dichiarata possibilista. Mi sembrerebbe questo un passo indietro, come ho cercato di spiegare nel post del 4 luglio di quest’anno. Ma su questo avremo modo di tornare.
L’assessore alle politiche sociali segnala possibili risparmi ricavabili dalla unificazione delle tre ASP, prevedendo che essa possa realizzarsi entro il 2012, pur non dandolo per certo. Questa misura potrebbe in effetti portare a qualche (modesto) risparmio di spesa (soprattutto sulle indennità dei membri dei cda) ed a qualche ottimizzazione organizzativa (unificando servizi e funzioni di staff come amministrazione, personale, gestione del patrimonio ecc.). Mi sembrerebbe comunque ancora più urgente una verifica del ruolo delle ASP nell’ambito del sistema integrato del welfare bolognese, verifica che manca di fatto ormai da tre anni.
Torno infine sui Tdays dello scorso fine settimana per confermare il giudizio positivo espresso nel post del 14 settembre scorso, aggiungendo tuttavia una considerazione, dopo aver conosciuto il costo dell’iniziativa, reso noto dall’assessore Colombo: 72.000 € (17.000 per le pulizie di Hera, 35.000 per le associazioni animatrici, 20.000 per la comunicazione). La cifra non è indifferente (si pensi che fornire a tutti i bambini delle elementari la tessera di circolazione gratuita sui bus costa, se non sbaglio, 100.000 € all’anno). Stando così le cose penso che ci vorrà prudenza prima di ripetere l’esperienza, alle medesime condizioni. A meno che non si riesca ad ottenere qualche contributo, ad esempio dai commercianti, ai quali al contrario, si è concesso, in quella occasione, di ampliare i dehors senza dover corrispondere la corrispondente TOSAP (tassa di occupazione suolo pubblico).