Il migliore……….tra gli enti “inutili” ?
E’ paradossale che il giorno successivo all’annuncio del governo Monti sulla soppressione delle Province (o, almeno, sulla radicale trasformazione della identità dell’ente intermedio in ente di secondo grado, con la sostanziale cancellazione di giunta e consiglio elettivo) alla provincia di Bologna venga assegnato il primo posto nella 22° edizione della tradizionale classifica annuale del Sole 24 Ore tra le 110 province italiane., anche se è vero che il risultato non è merito esclusivo della istituzione “provincia” ma di tutto il sistema istituzionale e socio-economico del territorio bolognese.
Bologna riconquista, dopo il 2000 ed il 2004, la vetta della Qualità della vita 2011, che si basa sui valori al 2010 di 36 indicatori, grazie ad un progresso spalmato su quasi tutti i settori presi in esame.
Infatti il passaggio dall’ottavo al primo posto in classifica generale è dovuto ai migliori risultati conseguiti per tenore di vita (7° posizione), affari e lavoro (11°), popolazione (22°), tempo libero (5°). La provincia rimane in sofferenza per quanto riguarda l’ordine pubblico, dove pure risale dal 100° al 92° posto, mentre conferma la sua eccellente situazione nel comparto servizi/ambiente/salute, pur scendendo di una posizione (da prima a seconda). E’ curioso notare che in questa classifica Bologna sarebbe stata prima se non fosse stata penalizzata dal pessimo risultato sul parametro “clima” (sul quale peraltro, non ha molta influenza): qui è infatti al penultimo posto (106°) scontando una differenza tra mese più caldo e mese più freddo di quasi 25°.
Proprio per i servizi Bologna si aggiudica l’unico primato in una delle 36 graduatorie alla base dell’indagine, spiccando su tutte per quanto riguarda i posti disponibili negli asili nido comunali. Molto bene anche il tasso di lettura da parte dei residenti (2° posto, la Sala Borsa avrà dato un bel contributo) e la terza piazza ottenuta per l’occupazione femminile e per il trend della popolazione giovanile sul totale degli abitanti.
Come ex-dipendente della provincia di Bologna mi sento molto orgoglioso di questo risultato e ritengo che le province facciano le spese della loro “debolezza” e della forte richiesta di contenimento dei costi della politica. I servizi resi dalla provincia sono in effetti poco noti ai cittadini perchè in generale non rivolti direttamente alla persona e di carattere programmatorio. Ciò non toglie che si dovrà continuare a svolgere le funzioni attualmente coperte dalla provincia, in un diverso assetto istituzionale.