Ancora sulla Consulta delle associazioni familiari

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 8 dicembre, 2011

consulatfamigliaSulla vicenda della Consulta comunale delle Associazioni familiari avevo “postato” un commento sul mio blog dopo la diffida delle ACLI al Comune, a nome delle associazioni di matrice cattolica, a non permettere l’ ingresso nella Consulta stessa di Agedo e Famiglie Arcobaleno, due associazioni che si richiamano al mondo gay.

Ora, dopo che in occasione dell’insediamento della Consulta, il Comune ha validato tale ingresso, e che le associazioni di matrice cattolica, per protesta, hanno abbandonato la Consulta stessa, vorrei aggiungere qualche considerazione.

Sul piano regolamentare (a cui queste associazioni si rifacevano per motivare la loro presa di posizione) ho avuto modo di leggere il parere della segreteria generale del Comune, che mi pare del tutto condivisibile (e che conferma l’opinione da me espressa in precedenza), quando riconosce che “il Regolamento richiede una lettura esegetica che consenta di superarne le lacune” e si sostiene che in occasione dell’ insediamento della Consulta,l’attività di riscontro circa il diritto di un’ associazione di far parte della medesima “è condotta in via amministrativa dagli Uffici competenti” (nel presupposto sottinteso che ciò venga fatto sulla base di elementi oggettivi e non pregiudiziali).

Ma vorrei abbandonare definitivamente gli aspetti regolamentari per soffermarmi sugli aspetti di merito e di sostanza.

Ho letto la dichiarazione del sig.Ciani, in rappresentanza dell’associazione Famiglia Aperta (  consult-ass-famil ) e ne condivido interamente il contenuto e lo “stile”.

Aggiungo e ribadisco (se questa fosse la preoccupazione principale delle associazioni “ritiratesi sull’Aventino”, e della Curia ) che ammettere nella Consulta una qualunque associazione non dà alcuna legittimazione alle eventuali rivendicazioni della medesima (diritto al matrimonio o all’adozione da parte di coppie gay) perchè non è questo il compito della Consulta, bensì quello di esprimere un parere, appunto consultivo, sui provvedimenti di competenza comunale che riguardino le famiglie bolognesi.

Da questo punto di vista le associazioni che si riconoscono nella famiglia fondata sul matrimonio, autoescludendosi dalla Consulta, non fanno un buon servizio innanzitutto alle famiglie che pretenderebbero di tutelare, perchè rinunciano a sostenerne i diritti in sede pubblica. E quanto questo sia necessario ed urgente lo dice la realtà che viviamo, nella quale chi è sposato non soltanto non gode di vantaggi, ma è addirittura penalizzato (trattamento fiscale,modalità applicative dei ticket regionali, ISEE ecc.) rispetto ai conviventi.

Invece di abbandonare la Consulta con motivazioni di principio (che in alcuni casi coprono ragioni di protagonismo personale o di interesse politico) sarebbe meglio partecipare attivamente ai suoi lavori, confrontandosi serenamente con chi ha storie e riferimenti culturali diversi, sostenendo pacatamente e con competenza (se la si possiede) gli argomenti laici e ragionevoli che giustificano l’attribuzione alle “giovani coppie sposate”, di diritti superiori (anche in misura poco più che simbolica) a quelli delle “giovani coppie di fatto” o “nubende” o “intenzionate a convivere more uxorio” (attualmente tutte ingiustamente messe sullo stesso piano dal regolamento regionale per la concessione di contributi per la casa). Analoga priorità andrebbe prevista, sempre per le giovani coppie, in tutti i provvedimenti che le chiamano in causa (punteggi per l’assegnazione di alloggi ERP, autorecupero, microcredito ecc.). Viceversa nessuna distinzione andrebbe fatta per i servizi rivolti ai figli, che non possono essere discriminati in base alle scelte dei genitori.

La motivazione di questo trattamento preferenziale risiede a mio giudizio, come ho già avuto modo di sostenere più volte, nella responsabilità che viene pubblicamente assunta con la scelta di sposarsi, che rappresenta un valore meritevole di riconoscimento pubblico. Su questo andrebbe messa alla prova la sincerità e la buona volontà del Sindaco che qualche mese fa aveva espresso l’intenzione di prendere misure a favore delle coppie sposate.

Credo poi che la Curia bolognese, con la propria presa di posizione, abbia commesso una “invasione di campo”, nel senso che mi sembra dubbio che la partecipazione ai lavori della Consulta comunale possa essere considerato un “valore non negoziabile”, scelta in ogni caso da lasciare all’autonoma responsabilità del laicato.

Infine, cosa succederà adesso? Il mio timore è che la Consulta, impoverita dalla scelta riunuciataria di un numero considerevole di associazioni “storiche”, ma arricchita da un presidente equilibrato come Fulvio Ramponi (al quale vanno le mie felicitazioni ed il mio augurio) venga resa inoperosa dal fatto che, come peraltro avvenuto anche in passato, il Comune non si avvalga dei suoi pareri. Anche in questo deprecabile caso la Consulta potrebbe sopperire con un’attività di proposta e di stimolo, che risulterebbe ancora una volta privata del contributo di una componente culturale importante come quella cattolica.

Insomma, da qualunque parte la si guardi, la situazione attuale andrebbe superata.

Perchè il presidente del Consiglio comunale ed il Sindaco non rivolgono un appello con le parole giuste (magari sottoscritto dal Presidente e dai membri della Consulta) alle associazioni dimissionarie affinchè riprendano il loro posto nell’organismo? Questo potrebbe indurre qualcuno a ripensarci.

Chissà……. Bisogna avere fiducia nella sincerità dei cuori.

Commenti dei lettori

Una riflessione davvero saggia. Grazie.

Mai come adesso è importante costruire valori comuni anche sugli argomenti difficili che toccano questioni di principio.

da quando in qua stare seduti a un tavolo di concertazione significa rinunciare alle proprie idee ?

#1 
Scritto da Giovanni Fini il 8 dicembre, 2011 @ 22:16

Grazie del tuo consenso, caro Giovanni.

#2 
Scritto da Paolo Natali il 9 dicembre, 2011 @ 16:16

Caro Paolo, grazie anche da parte mia. Una riflessione che purtroppo manca nella curia bolognese.

Loris Marchesini

#3 
Scritto da Loris Marchesini il 9 dicembre, 2011 @ 17:07

Concordo veramente con le tue riflessioni. L’intervento della Curia Bolognese con l’editoriale su Avvenire di domenica scorsa mi ha procurato un grande scoramento.
Spero che in molti possano leggere le tue parole. Graziella Giovannini

#4 
Scritto da graziella giovannini il 9 dicembre, 2011 @ 19:10

Caro Paolo, tu sai che nella Consulta rappresentavo una Associazione e che di conseguenza dovevo adeguarmi; personalmente pensavo che si potesse cercare una soluzione che potesse accontentare tutti. Ma ho avuto la sensazione che non tanto si volesse dare la voce nella Consulta a queste Associazioni, ma che si volesse fare un’azione “politica”di riconoscimento di queste coppie come “famiglia” e questo non mi è piaciuto. Invece di agire d’imperio, il Comune poteva benissimo parlarne prima con noi per trovare una soluzione: al’incontro fatto nella Sala del Dentone l’Agedo e Famiglie Arcobaleno erano già presenti.
Con amicizia. Paolo

#5 
Scritto da Paolo Picotti il 9 dicembre, 2011 @ 19:26

Caro Paolo ti conosco da tanto tempo e so bene quanto ti stiano a cuore le politiche per la famiglia. Non ho vissuto direttamente la vicenda ma l’ho seguita con grande attenzione e partecipazione e sono convinto anch’io che la cosa sia stata gestita male a livello del Comune. Resta il fatto che la risposta delle associazioni di matrice cattolica sia stata, secondo me, controproducente perchè ha offerto una immagine di intolleranza e di incapacità di confronto. Sono certo che ci siano le possibilità di una ricucitura se tutti ci metteranno buona volontà e disponibilità. Grazie

#6 
Scritto da Paolo Natali il 10 dicembre, 2011 @ 01:06

Grazie Paolo N. delle tue riflessioni, mi domando quanto di cristiano ci sia in quelle associazioni che si sono ritirate da un confronto con alcune realtà cittadine, invece di accoglierle e capire le loro ragioni come dovrebbe fare ogni buon cattolico nella sequela di Cristo. C’è forse molto protagonismo, soprattutto in Murru, presidente ACLI, ora anche ‘commissariato’in alcune sue funzioni…

#7 
Scritto da CHIARA SIBONA il 10 dicembre, 2011 @ 17:06

Grazie caro Paolo
Mi piace la tua riflessione rispetto al gay pride e alle questioni familiari: riconoscimento alle coppie sposate, superamento di posizioni ideologiche rispetto alla consulta…
Ammiro il tuo equilibrio , il tuo rispetto: ci dai una bella lezione di laicità!

#8 
Scritto da agnès Théry il 11 gennaio, 2012 @ 22:49

Sono io che ringrazio te, cara Agnes.
Un abbraccio.
Paolo

#9 
Scritto da Paolo Natali il 12 gennaio, 2012 @ 15:56

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