Un’opportunità da non perdere!
Il viaggio degli amministratori locali bolognesi di mercoledì scorso al Ministero delle infrastrutture è stato assai fruttuoso in quanto ha permesso di avere concreti affidamenti circa la volontà del governo di devolvere la quasi totalità del finanziamento a suo tempo concesso al progetto di metrotranvia (237 di euro) ai progetti di completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) e di filoviarizzazione del sistema di trasporto pubblico locale. Entro fine anno il CIPE dovrebbe formalizzare tale impegno e fissarne le condizioni attuative.
Così, al posto di un progetto economicamente insostenibile per la finanza locale e di efficacia trasportistica limitata, il territorio metropolitano bolognese ed il suo capoluogo potrebbero, entro alcuni anni, realizzare un decisivo salto di qualità per quanto riguarda il proprio sistema di trasporto pubblico. Completare il SFM (più treni, più stazioni anche in città, e migliore riconoscibilità) , anche grazie all’ultimazione dei lavori della Stazione centrale ad Alta Velocità prevista nel 2013, renderà il servizio più frequente, più confortevole ed affidabile e, quindi, più attraente (anche tenuto conto dell’elevato prezzo dei carburanti) per chi deve raggiungere Bologna dall’ hinterland soprattutto per motivi di studio e lavoro. Poter incrementare il numero di moderni filobus, attrezzando tutte le principali direttrici viarie cittadine, darà un contributo decisivo alla mobilità sostenibile ed alla qualità urbana sia per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico che il rumore.
Ma non basta. Un altro punto di forza è rappresentato dal fatto che la realizzazione di questo progetto di potenziamento e di qualificazione e la gestione dell’intero sistema di trasporto pubblico locale saranno affidati alla nuova società che sta nascendo dalla fusione di FER e di ATC. Ci sono pertanto tutte le condizioni affinchè non si realizzi soltanto una crescita quantitativa ma che essa sia accompagnata da una riprogettazione complessiva del sistema, che elimini le sovrapposizioni tra ferro e gomma migliorando l’integrazione (anche dal punto di vista tariffario) e l’intermodalità (tra bus e treno, senza trascurare la bicicletta) sotto il profilo degli orari e dei punti d’interscambio. La fusione FER-ATC dovrebbe anche generare economie di spesa, non a scapito dell’efficacia del servizio ma attraverso l’efficientamento e l’ottimizzazione delle risorse a disposizione, e quanto questa opportunità sia importante in una fase, non congiunturale, di contenimento della spesa pubblica è facile immaginare.
Ora si tratta di tradurre questo primo importante risultato, raggiunto grazie all’impegno comune degli amministratori della Regione, della Provincia e del Comune di Bologna, in un coerente progetto di miglioramento della mobilità del territorio metropolitano.
Aggiungo il link ad un’intervista sui temi della mobilità pubblicata sul sito del PD bolognese.
Commenti dei lettori
Quando nel 1966 tornai a Bologna dopo vent’anni di assenza, trovai strano che gli autobus attraversassero il centro di Bologna; si poteva utilizzare i viali di circonvallazione per le lunghe percorrenze e piccoli autobus, da prendere in apposite fermate di scambio, per fare la spola tra i viali e il centro.Tra l’altro, arrivare dai viali in centro a piedi, nella peggiore delle ipotesi porta via 20 minuti di passeggiata. Ma veramente siamo drogati dalle macchine! Ricordo che da piccolo mia madre mi mandava a prendere il latte da via Irnerio a San Mamolo (a piedi ovviamente) perchè prima abitavamo lì e quella era la sua lattaia, ma la cosa mi pareva normalissima. Ma forse questa è la differenza tra chi, cittadino, ragiona e chi, politico, deve rendere conto a troppa gente di quello che fa o pensa. Un caro saluto
Paolo
Grazie della tua testimonianza, caro Paolo