E’ arrivata la bufera……
Pagina n.7 del Corriere di Bologna di oggi, 23 marzo 2012. Titolo: “La polemica. Bufera sulla Provincia”. Sono allarmato e preoccupato. Un terribile cataclisma si è forse abbattuto sul territorio provinciale? Leggo, mi viene da ridere (o da piangere, scegliete voi) e mi viene in mente la canzoncina di Renato Rascel: “E’ arrivata la bufera, è arrivato il temporale, chi sta bene, chi sta male e chi sta come gli par”.
Capita questo. La presidente della Provincia di Bologna manda una email ai dipendenti con la quale li avvisa che il 21 marzo ci sarà la tradizionale benedizione pasquale e che chi vuole partecipare può farlo timbrando il cartellino e risultando in pausa.
Apriti cielo: i politici cattolici (Silvia Noè dell’Udc e gli ex-Ppi Rambaldi e Giuliani) si scatenano e la prima dice che la Provincia poteva continuare a funzionare senza bisogno di imporre la pausa lavorativa mentre i secondi l’accusano di “laicismo ammuffito”. All’estremo opposto l’Uaar (Unione deli atei) critica la Draghetti, colpevole, secondo loro, di voler imporre ai dipendenti della Provincia la religione cattolica.
Anche i sindacati protestano. La Cisl lamenta un’eccessiva rigidezza ed una mancanza di buon senso, mentre la Cgil imputa addirittura alla Draghetti un intento punitivo nei confronti dei lavoratori.
A me sembra che la presidente della Provincia, nella circostanza, abbia preso una decisione impeccabile. La benedizione dei locali nel periodo che precede la Pasqua è una tradizione cara ai credenti cattolici. Non è un sacramento ma un semplice modo di “augurare bene” ai luoghi ove si vive e si lavora. L’adesione a questa tradizione è del tutto libera e volontaria ed è giusto che chi la pratica lo faccia al di fuori del tempo di lavoro, come accade per qualunque impegno di carattere personale ed estraneo alle mansioni lavorative. Quindi era giusto marcare e mettersi in pausa, anche solo per pochi minuti.
Altro che “laicismo ammuffito”. E’ stato un piccolo esempio di “fresca laicità”.
Commenti dei lettori
Una decisione che impeccabilmente nega il valore civile della religione.
Quasi che si dovesse prendere le ferie per festeggiare I maggio o 25 Aprile.
Ah, giusto, perchè non per Pasqua….
Una solenne boiata…
PS: in Provincia quando si fuma una sigaretta si smarca?
Sottoscrivo pienamente!
Salve,
condivido in parte il suo commento all’articolo del corriere, molto probabilmente la questione è stata troppo “enfatizzata” chissà…?
Loredana Sansavini
Caro Alessandro, non sono per niente d’accordo. Il valore civile della religione non si afferma assimilando a tempo di lavoro la partecipazione ad un “sacramentale” che non riguarda nemmeno tutti i dipendenti. D’altra parte ti dice niente il fatto che la Draghetti è stata accusata da alcuni (lo condividi a quanto pare) di “laicimo ammuffito” e da latri di “catechesi obbligatoria”.
Per quanto riguarda il fumo, dal momento che non è consentito negli uffici ma solo all’esterno, credo proprio che si debba smarcare. Se poi uno non lo fa saranno problemi di coerenza suoi.
Grazie. Sicuramente la questione è stata troppo enfatizzata, come dici. Basta leggere i commenti dei “politici cattolici” e del’Unione degli ateii….. Poi la stampa fa il suo mestiere….
E’ molto difficile prendere sagge decisioni senza scontentare atei e bigotti contemporaneamente. Forse facendo finta di niente sarebbero stati tutti d’accordo, i cattolici con una preghiera in tempo di lavoro, (si fanno tante chiacchiere in tempo di lavoro) i non cattolici o atei con un motivo in più per brontolare sull’ingerenza del Vaticano.
Dice il saggio “In medio stat virtus”, ma anche questo non è da tutti condiviso. Ohibò.