Cronache ospedaliere 9
A metà di questa nuova settimana trascorsa in ospedale vi aggiorno su alcuni aspetti dell’ esperienza che sto vivendo. Ma prima ancora vorrei dire che sto perseverando in questa comunicazione perchè sento il desiderio di condividere con chi ha la pazienza di leggermi (non so se ci riesco come vorrei) alcune delle tante sensazioni-impressioni-pensieri che questa esperienza suscita in me, un’esperienza (come scrivevo ad un’amica in risposta ad un suo commento) ricca di dolori e di sofferenze, ma anche di pazienza, oblatività, dono di sé e spirito di servizio.
Intanto i miei piccoli ma costanti progressi, frutto soprattutto dell’impegno dei miei terapisti: oltre al cammino col deambulatore (dove posso fare di meglio, secondo me)) ho iniziato il cammino a 4 tempi alle parallele (niente a che vedere con Yuri Chechi, naturalmente), è migliorata la posizione di equilibrio sia in piedi che in ginocchio, si rafforza la muscolatura delle gambe.
Oggi ho raccolto le preoccupazioni di un’infermiera e di un Operatore sociosanitario riguardo alla nuova organizzazione della Neurochirurgia dopo che si attuerà, nei prossimi mesi, il trasloco di tutto il dipartimento di Neuroscienze nei nuovi locali. Si realizzerà, tra l’altro, l’accorpamento della sezione maschile con quella femminile e lo scorporo della sezione pediatrica e della subintensiva, con la modifica degli orari e dei turni del personale e con una riduzione del personale presente nei vari turni. Il timore di questi operatori, non so se rappresentativo dell’umore di tutto il personale, è che dall’insieme possa derivare oltre ad un aumento dei carichi di lavoro, un peggioramento del servizio reso ai pazienti (termine che in molti casi si potrebbe applicare anche agli operatori) nel senso che nella nuova organizzazione potrebbe essere impossibile, a fronte di criticità improvvise e di necessità di tipo terapeutico o assistenziale, garantire l’ intervento del personale. La conseguenza potrebbe essere quella della necessaria costante presenza di famigliari o badanti per far fronte a quanto il personale non riesce a fare, naturalmente dal punto di vista assistenziale e di cura, non di terapia. Probabilmente si tratterà di verificare nella pratica l’adeguatezza della nuova organizzazione che dovrebbe andare a regime in autunno, ma mi sembrava giusto dare voce fin d’ora alle perplessità ed ai dubbi di questi operatori che sono davvero esemplari ed ammirevoli per impegno, dedizione e professionalità.
Infine qualche aggiornamento di quanto avevo scritto in “cronache ospedaliere 5” relativamente ai legami di conoscenza-amicizia che si stringono tra ricoverati e che rappresentano un arricchimento ,in alcuni casi prezioso, sul piano personale.
Achille di Foggia, chiamato per un grosso intervento rimandato di una settimana, con tutte le conseguenze di dubbi ed angosce del caso, tornato a casa in permesso temporaneo e finalmente operato: passato dalla rianimazione alla subintensiva del nostro reparto: ora sono io che, di tanto in tanto, lo vado a trovare (a proposito di“visitare gl’infermi”)
Douche del Marocco, vicino ad Agadir, vive solo in Italia da 23 anni e lavora per la Manutencoop. Non parla bene l’italiano. Spera che l’operazione gli restituisca un caammino agevole e la forza delle mani. Attende fra pochi mesi la pensione per tornare definitivamente dalla famiglia in Marocco. E’ musulmano e tutte le sere prega in camera.
Antonio, il primo paziente bolognese con cui mi sono trovato a condividere la camera, quasi coetaneo, ci hanno scambiati per fratelli, ci siamo scambiati telefono ed indirizzi: uno dei tanti amici che vorrei reincontrare, in condizioni diverse, dopo il ricovero.
Infine Carlo, un medico di Gabicce di cui avevo già parlato e con il quale avevo condiviso la camera parecchi giorni fa, mi ha scritto un bellissimo messaggio nel quale, tra l’altro, mi riferisce di un sogno nel quale entrambi ci recavamo ad un centro di terapia fisica ed io…….camminavo perfet “politicotamente.
Eppoi, dopo tanto “personale” consentitemi un po’ di”politico”. Ho letto sul Corriere di Bologna di ieri che la Giunta intende rinnovare le convenzioni con le materne private confermando il sistema a suo tempo definito dalla giunta Cofferati, basato su un sistema di incentivi e disincentivi ed anzi rafforzandolo nel senso di arrivare a “premiare” attraverso il contributo le scuole che maggiormente si adeguano ai criteri ed ai principi che regolano la gestione delle scuole comunali e di giungere, al contrario, fino ad eliminare del tutto il contributo alle scuole che, sostanzialmente, possono farne a meno in quanto finanziate dalle rette di genitori che se le possono permettere. Sono perfettamente d’accordo con tale orientamento, che corrisponde a quanto a suo tempo anch’io avevo sostenuto quando si era parlato, al contrario, di eliminare tout court il contributo per tutte le scuole paritarie.
Commenti dei lettori
carissimo Natali, grazie della sua disponibilità a condividere le sensazioni emzioni momenti che sta vivendo. Le sue cronache ci rendono partecipi di alcune realta che “dal di fuori” e nel turbinio del quotidiano lavorativo non si colgono, ma che sono tra le cose che più danno senso e valore alla vita. e grazie delle notzie del suoi progressi ed evoluzioni favorevoli!!!! e se poi ci regala anche qualche suo commento sulla attualità, che dire ! è stata una piacevoe sorpresa trovare questo suo aggiornamento, e quindi a presto per il prossimo! un abbraccio e smepre un continuo in bocca al lupo continuo! giampaolo
Grazie a te, carissimo Giampaolo ed un caro saluto anche ai tuoi.
Paolo
Bene bene avanti cosi’
Forza Paolo. Vedrai che ce la fai. Un abbraccio
Marcello Bergonzoni. Tuo compagno di scuola alle San Domenico. (e’ passato qualche anno eh!) Quando leggo le tue cronache mi sembra di leggere i tuoi temi che erano di esempio a tutta la classe! Ciao
Grazie caro Giiancarlo. Un saluto a Graziella.
Paolo
Che ricordi…..
Un forte abbraccio.
Paolo