Perchè si vuole chiudere il Post-acuti del Bellaria?
Sembra che tra i reparti ospedalieri che subiranno un ridimensionamento in termini di posti letto o che, addirittura, verranno chiusi, come conseguenza dell’attuazione del decreto governativo sulla “spending review” per la parte sanitaria, ci sia anche il PACOB (Post acuti) del Bellaria, nel quale sono attualmente ricoverato (non risulta che la medesima sorte si prospetti anche per l’analogo reparto dell’ospedale Maggiore). Si tratta di un reparto nato nel 1999, destinato ad accogliere quei pazienti che, precedentemente ricoverati in altri reparti del Bellaria (Neurochirurgia, Medicina, Cardiologia ecc.), vengano ritenuti bisognosi di un ulteriore periodo di ricovero, per le cure e terapie necessarie, prima di essere definitivamente dimessi. Si tratta pertanto di un reparto un po’ sui generis, gestito soltanto da infermieri (con la collaborazione degli Oss) dove vengono curati in modo particolare gli aspetti assistenziali e di cura della persona, mentre le terapie mediche e riabilitative vengono somministrate sulla base delle prescrizioni del medico che ha trattato il paziente nel reparto specialistico di provenienza, medico che rimane il referente del personale infermieristico nel corso della degenza.
Da quanto mi risulta, sulla base della mia personale e diretta esperienza, di opinioni raccolte e della numerosa serie di attestati di ex-degenti (alcuni anche assai vivaci e simpatici) affissi lungo le pareti del reparto, le valutazioni sulla qualità assistenziale del PACOB sono sempre state assai lusinghiere e gli obiettivi di budget annuali sempre raggiunti.
Mi sono chiesto allora per quali ragioni si possa giungere ad una decisione del genere ed ho provato a fare, da semplice cittadino non esperto in materia, alcune riflessioni, che vorrei condividere, in tema di spesa sanitaria ospedaliera.
Parto dal riconoscimento della necessità di un contenimento della spesa in materia di sanità pubblica ospedaliera (anche se si divrebbe prima aprire un confronto per valutare quali settori di spesa pubblica andrebbero preservati dai tagli).Ma non capisco perchè ciò che i provvedimenti di risparmio prevedono sia tout court l’eliminazione di un certo numero di posti letto, parametro che mi sembra, di per sé, riduttivo e semplicistico.
Dal momento che al costo di un posto letto concorrerà la quota dei costi del personale medico e paramedico e dei beni (farmaci, attrezzature ecc,) e servizi (erogati direttamente od esternalizzati) riferibili ad un determinato paziente ricoverato in un determinato reparto, costi certamente noti e calcolabili in termini di contabilità economica dei diversi centri di costo di un’ospedale, immagino che si saranno calcolati i costi standard di posti letto differenti per specialità di cura, e mi chiedo se la decisione di quali posti letto sopprimere ne abbia tenuto conto; o anche se prima di pensare alla soppressione di posti letto non ci sia spazio per risparmi di spesa grazie a miglioramenti ed ottimizzazioni organizzative sul personale ed a risparmi in termini di beni e servizi, ottenibili senza ridurre in modo apprezzabile i livelli prestazionali a favore dei cittadini.
E mi chiedo anche, contro il mio interesse momentaneo, perchè non si valuti, per aumentare l’entrata permettendo di evitare o limitare al massimo l’ eliminazione di posti letto, l‘introduzione di un modesto ticket per ogni giorno di ricovero ospedaliero, tale da coprire almeno parte della spesa per il vitto (confesso che non ho idea dell’entrata ottenibile per tale via ma sarebbe interessante fare qualche simulazione). Comprendo che chi è ricoverato si trova in una condizione di fragilità che va tutelata sotto ogni punto di vista ma non capisco come mai, oltre alle tasse, venga chiesto un contributo alla spesa sanitaria (ticket) per farmaci, esami e visite specialistiche, calcolato per giunta con criteri poco equi, mentre non si prenda in considerazione quest’altra ipotesi.
Detto tutto ciò, mi auguro che qualunque decisione venga presa dalla Regione e dall’Asl di Bologna, essa sia accompagnata da una precisa e documentata giustificazione condivisa con i lavoratori della sanità e con l’opinione pubblica.
In mancanza di ciò, farei fatica a scacciare dalla mente l’idea che la chiusura del PACOB (Post acuti del Bellaria) sia dovuta al fatto che i suoi letti non “stanno a cuore” ad alcun medico, più o meno autorevole, anche se la loro soppressione è destinata a creare non poche difficoltà ai famigliari dei malati che dovrebbero gestire a domicilio persone non ancora autosufficienti ovvero sarebbero costretti a fare ricorso alla sanità privata, convenzionata o meno.
Inoltre a mio giudizio è possibile che la chiusura del PACOB possa avere come conseguenza un allungamento delle degenze presso i reparti specialistici, in barba agli obiettivi della spending review.
Intanto la certezza del ridimensionamento e la prospettiva di chiusura del reparto ha già prodotto nel personale ansia e preoccupazione, non tanto per il timore di perdere il posto di lavoro ma per la possibilità di essere spostati, senza alcuna possibilità di esprimere una propria opinione, ad altro reparto o addirittura ad altro ospedale, con conseguenze negative su tempi e costi di trasporto per gli spostamenti casa-lavoro. In questi giorni al PACOB questa condizione d’ incertezza si coglie nei dialoghi tra gli operatori. Penso, a tale riguardo, che le organizzazioni sindacali dovrebbero ottenere dall’amministrazione la possibilità di una gestione concertata ed equa di questo processo, nella quale si cerchi di minimizzare il disagio dei lavoratori.
Commenti dei lettori
Dopo due decenni di lavoro nell’Azienda Ospedaliera S.Orsola Malpighi,mi domando ancora perchè le realtà che funzionano sono destinate all’esaurimento!Non me ne capacito!Ada
Infatti è piuttosto preoccupante
ciao,
se uno ci pensa, vengono chiusi sempre i luoghi che funzionano bene, perchè molti non ne hanno interesse, questo in particolar modo i medici, ricordiamoci che sono una categoria che non fanno nulla per niente.
Ci dobbiamo fare solo coraggio.
Il problema vero a mio avviso, è che non si fa mai e poi mai, l’interesse del paziente e della sua famiglia! Invece dovrebbe essere la mission principale dell’Azienda…,dopo i bilanci e i budget vari… Ho lavorato al Pacob quasi 9 anni e me ne vanto e la sua chiusura potrà solo lasciare un grande vuoto, difficilmente colmabile e paragonabile ad altre “soluzioni” di ripiego… Che tristezza!
Chi prende le decisioni dovrebbe tenere conto dell’interesse degli utenti e non di interessi di tipo particolare. Purtroppo non è sempre così.
Grazie per il suo contributo
La ringrazio vivamente per la sua testimonianza, resa ancor più preziosa dal fatto che nasce da una diretta e lunga esperienza personale.
Il motivo principale per cui tentano di chiudere il Post-acuti e che non avendo Primari non abbiamo santi in paradiso che ci proteggono . Per quello che riguarda i pazienti purtroppo saranno loro a pagare le conseguenze più care , quando arrivano adesso al post acuti hanno alle spalle un percorso ospedaliero molto doloroso e seguirli e aiutarli nella prima convalescenza e molto importante per risollevarli anche moralmente e dargli la forza di proseguire . Hanno scelto la strada più facile , ci sono altri modi e metodi per risparmiare soldi ma ci sono interessi intoccabili e chi vede solo i numeri vuole risultati rapidi senza problemi . La campagna elettorale si avvicina , speriamo che i partiti più sensibili al benessere della società si prendano al cuore questo problema .
Grazie Paolo per averci dato voce .
Grazie a te, cara Dorina, per la tua testimonianza, che condivido, e per il tuo impegno lavorativo che va ben oltre, per qualità e stile, quello strettamente richiesto ad un operatoresociosanitario.
Buonasera a tutti, sono una “vicina di casa” del PACOB, sono infatti infermiera del reparto adiacente….la Medicina Generale dell’Ospedale Bellaria…conosco molto bene un buon numero di infermieri e operatori socio sanitari che svolgono la loro professione al PACOB e molti dei “miei” pazienti proseguono la loro degenza proprio in questo reparto…
Non ho parole per descrivere il mio disappunto, il mio disgusto per decisioni di tale bassezza…
Una cosa che so è che (se così sarà veramente) chiuderanno un reparto che funziona e che funziona bene…quando ci sono almeno una decina di modi alternativi per risparmiare senza dover arrivare a questo…
Sappiamo tutti che una delle spese più alte dell’Azienda è quella imputabile alle consulenze…per quale motivo non hanno nemmeno parlato di tagliare su questo?
Ci sono motivi oltre i quali non ci è dato sapere….di sicuro non lavoriamo per un’ Azienda trasparente nè tantomeno corretta…
La Medicina è con tutti voi!!!
Un bacio ragazzi!!!!!
Ringrazio di cuore il Sig. Paolo Natali che ha dato visibilità a chi svolge il proprio lavoro con gioia e passione e soprattutto senza far trasparire tutte le delusioni che questa Azienda ci impartisce ormai quotidianamente….
Grazie a Natali per avere tratatato questo tema fondamentale, che è di interesse di chiunque ( la sanita! chi può dire di non essere coinvolto ??!! e ci coinvolge proprio nei momenti difficli in cui siamo più fragili e in difficolta) e agli altri intervenuti coi i loro commenti - contribute, per le quetioni e aspetti posti e in buona parte sconosciuti a noi cittadini.
Grazie ancora giampaolo
Salve a tutti mi chiamo Carlini Andrea.Putroppo recentemente sono stato operato all’ospedale Bellaria di Bologna per un meningioma celebrale,un intervento molto delicato e difficile per la grandezza del suddetto meningioma.Il post-operatorio con trasferimento in sala rianimazione per molti giorni, è stato molto difficile,e dopo una degenza nel reparto neurochirurgico necessitavo di terapia riabilitativa.Mi hanno trasferito al reparto Post-acuti e grazie alla professionalità del personale nel giro di 15 giorni ho riacquistato tutte le mie capacità.Con molto dispiacere ho saputo che forse verrà chiuso questo reparto.La cosa mi addolora molto perchè come è servito al mio caso, sicuramente può servire a tante altre persone.Sperando che tutto ciò sia solo un falso allarme ho voluto dichiarare la mia esperienza, PRECISANDO E SOTTOLINEANDO CHE è ESSENZIALE E FONDAMENTALE PER UN OSPEDALE COME IL BELLARIA DI BOLOGNA, AVERE UNA STRUTTURA RIABILITATIVA ADIACENTE PER OGNI ULTERIORE VISITA DI CONTROLLO DA PARTE DEL PERSONALE MEDICO OPERANTE, AL FINE DI POTER SEGUIRE DA VICINO LA FASE FINALE DELLA COMPLETA GUARIGIONE CHE è A MIO AVVISO UN DIRITTO DEL PAZIENTE.ANCORA INFINITE GRAZIE ALL’OSPEDALE BELLARIA E AL PERSONALE TUTTO DEL POST-ACUTI,FISIOTERAPISTI,INFERIMERI E OSS PER LA LORO SENSIBILITA’,PROFESSIONALITA’ E LA PASSIONE CHE METTONO NEL LORO OPERATO.DISTINTI SALUTI.
ANDREA CARLINI
Grazie della tua testimonianza, caro Andrea. Ci siamo conosciuti proprio al Post acuti e condivido la tua speranza. Un forte abbraccio.
Paolo
Io sono stata operata per una patologia rara al cervelletto ed ho passato il mese di gennaio 2012 ricoverata proprio al post-acuti , grazie alle cure di persone come la Dorina , che ricordo bene, sono rinata ed uscita da lì con i miei piedi, non oso pensare se non ci fosse stato il post acuti come sarebbe andata…e tutto sommato in fondo ,pensando ad altri pazienti che erano li come me la mia è stata una passeggiata… ma grazie solo a quella strutture con quelle persone che volano da un letto all’altro come angeli. Al potere ci sono stati uomini in questi anni, che hanno pensato solo al loro prestigio personale anzichè al paese,abbiamo ancora in circolo i cromosomi corrotti di certi imperatori romani?
Grazie per questa testimonianza che conferma l’opinione che ho espresso.
Gentilissimo
posso testimoniare (ho mia madre ricoverata in questo reparto unico e di eccellenza) che pur sapendo di essere in fase di chiusura, sembra prevista per il 6 gennaio 2013, il personale sta continuando a operare con altissima professionalità e dignità…. Mi chiedo come si possa ammettere la chiusura di questa ottima struttura e che interessi in gioco vi siano ..ora i pazienti vengono dirottati presso strutture private…
Grazie per la sua testimonianza