Non si uccidono così anche le Province?

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 4 novembre, 2012

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Provincia di Bologna

Non escludo che quello che sto per scrivere sia influenzato anche da una certa nostalgia per l’ amministrazione nella quale ho trascorso quasi per intero la mia vita lavorativa, ma non posso esimermi dal dire qualcosa sull’ultimo atto di “accanimento istituzionale” nei confronti della Provincia compiuto dal governo Monti.

Che ci fosse bisogno nel nostro paese di un energico intervento di “dimagrimento” del sistema politico-istituzionale è certo. Si trattava d’intervenire sull’intera filiera Comuni – Province – Regioni – Stato centrale e Parlamento, attraverso un riordino delle competenze che evitasse doppioni e sovrapposizioni, una semplificazione dei procedimenti amministrativi, una riduzione del numero dei membri delle assemblee e degli esecutivi, una riduzione degli emolumenti e dei vitalizi più scandalosi, un forte contenimento dei costi della politica, in particolare delle cosiddette spese di funzionamento dei gruppi consiliari.

Qualcosa è stato fatto, soprattutto sull’ultimo aspetto, anche a seguito degli scandali emersi in particolare (ma non solo) nella regione Lazio.

Poi, al posto di un razionale e complessivo riordino istituzionale si è fatta la scelta d’intervenire sull‘anello più debole, meno noto ai cittadini, divenuto (ingiustamente ma inevitabilmente) il simbolo dell’ ente inutile per eccellenza, la Provincia.

Così si è deciso di ridurne il numero (e va bene, anche perchè negli anni si era assistito ad una proliferazione dettata da motivazioni campanilistiche), di limitarne le competenze e di farne un ente di coordinamento, termine ambiguo ed inconcludente, declassandone la governance ad ente di secondo grado (e va bene anche questo) dall’inizio del 2014.

Ma poi il governo, con un decreto di qualche giorno fa, ha inopinatamente stabilito che a fine 2012, cioè tra meno di due mesi, le giunte delle amministrazioni provinciali spariscono come d’incanto e la gestione degli enti per il 2013, delicato anno di trapasso nel quale le competenze degli enti restano invariate, è affidata al solo Presidente che, se crede, può avvalersi della collaborazione di tre consiglieri provinciali scelti non si sa come. Ora non si comprende davvero il senso di questa decisione, che farà risparmiare il costo annuale degli assessori provinciali (è sottinteso, immagino, che i tre consiglieri si dovranno accontentare di quanto già percepiscono) ma che produrrà, com’ è facile immaginare, ritardi, inefficacia ed inefficienza nell’esercizio di competenze amminstrative assai significative in materia di territorio, ambiente, viabilità, formazione professionale, turismo, lavoro ecc. (altro che ente inutile….).

Il 2013 poi, sarà anche l’anno nel quale si preparerà la nascita della Città metropolitana, che dal primo gennaio 2014 prenderà il posto della Provincia. Ma di questo avremo occasione di riparlare….

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