Che ci azzeccano le ACLI con Montezemolo?
Sono iscritto alle ACLI e confesso di essere rimasto piuttosto contrariato dal vedere Andrea Olivero, presidente dell’associazione, tra i promotori con Montezemolo, Bonanni, Riccardi ed altri, della convention di lancio del movimento “Verso la Terza Repubblica”, destinato con ogni probabilità a trasformarsi a breve in un partito (per ammissione dello stesso Olivero in un’intervista a Lilli Gruber di qualche sera fa).
Le ragioni della mia contrarietà attengono al metodo ed al merito dell’iniziativa.
Quanto al metodo mi pare forse illegittimo e certamente inopportuno che il presidente di un’associazione come le ACLI, per il ruolo di alta rappresentanza dell’associazione stessa che egli ricopre, senza alcun mandato (da quanto mi consta) coinvolga di fatto tutti gli associati in una scelta politica discutibile e certamente non condivisa da tutti gl’iscritti (ed io sono tra questi, come dirò nel seguito).
Quanto al merito il mio dissenso nasce dal fatto che ci troviamo di fronte ad un’operazione di rafforzamento del centro, attraverso una formazione sedicente civica che si affianca ai partiti politici centristi di Casini e Fini (che non sembrano per la verità entusiasti della cosa), con l’ambizione di sottrarre voti ad un Pdl in crisi profonda e di poter esercitare un ruolo determinante, magari grazie ad una legge elettorale di stampo proporzionale che renda difficile la formazione di una maggioranza parlamentare attraverso il voto popolare. L’unica cosa chiara, e che accomuna tutti coloro che si collocano al centro dello schieramento politico, non è un programma ma l’autodefinizione di “moderati” e, soprattutto, la volontà che sia Monti a guidare ancora il governo che si formerà dopo il voto. E’ quindi legittimo pensare, in mancanza di chiari impegni sulle alleanze postelettorali, che il centro si dedicherà alla cosiddetta “politica dei due forni” coalizzandosi con la destra o con la sinistra a seconda delle convenienze e questo a me pare francamente inaccettabile.
Commenti dei lettori
anchio sono contrario ad un coinvolgimento delle ACLI in questa avventura , le ACLI non sono un partito ma un movimento di uomini , di idee e di pressione al fine di perseguire maggiore giustizia sociale migliori condizioni di vivibilità per chi ha meno o nulla e soprattutto che guarda a sinistra e non ad imprenditori legati a filo doppio con i banchieri che ci hanno portato a questa crisi. Livio Labor anni fa ha fatto chiarezza nelle ACLI , oggi votiamo liberamente , la dc non c’e’ più e noi aclisti non siamo collaterali a cio che non esiste.
faccia chiarezza il presidente e dica se parla e si muove per proprio conto o su mandato associativo e ci esponga in dettaglio cosa vuole proporre e realizzare.
prof.rossetti giuseppe
Grazie del commento con il quale concordo pienamente.
Paolo Natali
Sono perplesso anch’io ed ho inviato un comunicato stampa ai giornali locali in cui, pur comprendendo le ragioni di Olivero di dare uno scossone ai partiti, rivendico autonomia e pluralismo delle Acli
luciano ravaioli presidente perv.le acli forlì-cesena
Grazie, caro presidente.
Leggo solo ora il tuo centratissimo commento, e lo condivido in pieno. Se Olivero vuol fare carriera politica, non tiri in ballo le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, ma abbia l’onestà di scindere la sua personale scelta da chi, in nome della nostra libera autonomia, non ha intenzione di seguirlo.
Concordo anche con gli altri commenti al tuo scritto, di cui ti ringrazio.
Sono pienamente daccordo nel ritenere non opportuna la scelta del presidente Olivero di coinvolgere, senza alcun mandato, le Acli e gli aclisti in una scelta politica a dir poco discutibile e certamente non condivisa da molti iscritti. E’ un grosso errore confondere il nostro movimento con quello di Montezemolo, Olivero ha sbagliato coinvolgere l’Acli nella sua scelta. La sua responsabilità istituzionale impone le dimissioni immediate. Non è accettabile il suo coinvolgimento politico mentre è alla guida delle Acli