L’apprendista stregone
Molti di voi, immagino, conosceranno il delizioso cartone animato di Walt Disney del film Fantasia (1940), ispirato all’ “Apprendista Stregone” di Paul Dukas, dove un simpatico Topolino non riesce più a governare e si vede sfuggire di mano, con effetti disastrosi, quello a cui aveva dato vita utilizzando poteri magici che vanno oltre le sue capacità.
Queste immagini mi sono venute in mente nei giorni quando ho sentito un Beppe Grillo, tra un’ invettiva e l’altra contro i partiti, preoccupato di non riuscire ad organizzare (e guidare/controllare) il lavoro parlamentare dei tanti (temo tantissimi) esponenti del M5S che risulteranno eletti a Camera e Senato, e non in grado di escludere che tra questi si nascondano nuovi “Scilipoti”.
Tutto questo è legato all’incerto identikit dei futuri parlamentari “grillini”. Dando per scontata la loro inesperienza ci si chiede quali siano le loro competenze. Possono essere definiti più vicini alla destra o alla sinistra? Seppure non saranno disponibili ad alleanze con il centrosinistra, si riuscirà almeno ad accordarsi con qualcuno di loro su singoli provvedimenti legislativi?
Naturalmente nessuno (men che mai io) conosce personalmente questi uomini e donne del M5S. Se posso comunque azzardare una valutazione mi pare di poter dire che si tratti in generale di persone indignate nei confronti del sistema politico e di tutti i partiti che ne fanno parte, incapaci di fare distinzioni tra questi rispetto alle rispettive responsabilità. Accomunati tutti da questa “rabbia distruttiva” (che il loro leader coltiva ed alimenta), sul piano propositivo e costruttivo mi sembrano caratterizzati soprattutto da obiettivi di moralizzazione della politica (drastica riduzione dei suoi costi e del numero dei suoi esponenti) e di ambientalismo radicale (a volte un po’ ingenuo). Indefinite o demagogico-insostenibili (1000 € al mese per tre anni di salario di cittadinanza) mi paiono le proposte in materia di scuola, cultura, welfare, sanità, lavoro, economia.
Detto ciò è difficile fare previsioni sugli esiti di quel lavoro di “scouting”, di esplorazione (come ha detto Bersani) che ci sarà da compiere nei confronti dei parlamentari del M5S, per verificare e costruire la possibilità di convergenze con essi su singoli atti o, addirittura, su più ampie prospettive politico-programmatiche. Se si guarda all’esperienza di questi anni in Comune di Bologna o in Regione Emilia-Romagna non mi pare ci sia da essere molto ottimisti. Forse in Sicilia, a quanto si legge, Crocetta sta ottenendo qualche risultato in tal senso.
E tuttavia è indubbiamente un tentativo sul quale vale la pena d’impegnarsi seriamente, confidando sulla responsabilizzazione istituzionale degli eletti “senza vincolo di mandato”, sulla loro sincera volontà di servire il bene comune e (perchè no) sull’indebolimento del legame con il Grillo apprendista stregone i cui “poteri magici” non sono tanto forti da condizionare sempre e chiunque.
Commenti dei lettori
Ciao Paolo
Come sempre i tuoi pensieri centrano perfettamente questo grosso problema. Il M5S raccoglie una massa indefinita di indignati, scontenti, esaltati e chi ne ha più ne metta (è più che certo, quanti opportunisti ci saranno nel movimento?).
Il Guru di Grillo, Casaleggio, lo ha caricato come una molla ed ora, a differenza del passato,lo fa “straparlare” ed urlare sulle piazze come un esagitato.
Sappiamo chi è la Casaleggio Associati e chi c’è alle spalle di questa società, vale a dire che (direttamente od indirettamente come un insieme di scatole cinesi) ci sono le aziende più grandi ed i nomi più importanti della finanza mondiale.
A questi nomi interessa solamente influenzare, con un’operazione di ” marketing speciale ” (tramite internet o le piazze), il maggior numero di persone per indurle a pensare …come vogliono loro…
Purtroppo ho paura che col M5S ciò stia accadendo anche nel nostro paese. Cosa faranno i “grillini delle piazze” una volta eletti al Parlamento? Con la loro inesperienza riusciranno a modificare ciò per cui hanno tanto urlato? O si vedranno tanti “scilipoti” saltellare qua e la come …grilli…?
Paolo, hai ragione, speriamo nella loro ” responsabilizzazione istituzionale ” e …speriamo per tutto il resto…
Ciao
Nerio
Caro Paolo,
siccome questo non è il primo post “tranchant” che fai sul M5S, mi permetto di sottoporti qualche riflessione alternativa al tuo giudizio… spero non me ne vorrai se mi dilungo un po’!
Per prima cosa mi sembra importante riconoscere che mentre il successo di cui il M5S in questo momento è certamente anche alimentato dai sentimenti che tu citi, le radici del movimento sono lontane e affondano in ben altro humus.
Lontane. Io mi sono immatricolato all’università in Italia nel 1993. Già allora i comitati studenteschi organizzavano la proiezione degli spettacoli di Grillo che la RAI si rifiutava di trasmettere. Si parlava in quegli spettacoli di tecnologie alternative che i media nazionali snobbavano (es: l’auto elettrica), finanza (Grillo andava dicendo che la Parmalat stava truffando gli azionisti - la giustizia se ne accorse solo molto dopo), lobbismo (il caso delle case farmaceutiche che pubblicizzavano farmaci “tranquillanti per bambini” nelle scuole), e molto altro ancora (inceneritori, corruzione, energie alternative…). Insomma: anche se il M5S è stato formalizzato solo di recente, la rete alla sua base ha quasi due decenni di esperienza sui temi a lei cari.
Altro humus. La rete che si è formata attorno a Grillo e che è poi diventata il M5S è nata nelle università, non nelle piazze, e tantomeno sulle barricate. Gli studenti (soprattutto delle facoltà tecniche e scientifiche, almeno agli inizi) si sono organizzati per approfondire gli spunti offerti negli spettacoli. Come rappresentante degli studenti nel mio ateneo e membro fondatore di un’associazione studentesca ho testimoniato di prima mano come i miei compagni di studi abbiano organizzato convegni con accademici e amministratori della cosa pubblica o scelto di svolgere la propria tesi su questi temi. Molte delle cose che Grillo va oggi dicendo sono il risultato di questo lavoro di approfondimento che - per una serie di fortunati fattori storici - è stato da subito condiviso in rete e dunque diventato patrimonio comune.
La “rete” - fino a poco fa - non aveva alcuna ambizione di rappresentanza politica. Anzi: l’idea era quella di offrire ai partiti il proprio lavoro, quale spunto/contributo per l’elaborazione dei propri programmi. Grillo andò a parlare anche con Prodi, ma l’ulivo/PD [non ricordo a che punto si fosse all'epoca] neppure consideró questo contributo. Questi si sono rivelati peccati capitali legati ad ignoranza, superbia e “ordini di partito” che in alcune realtà (come il mio Piemonte e molti comuni in tutta Italia) sono costati la maggioranza politica al PD.
A questo riguardo, terrei a far presente che mentre i partiti rinfacciano al M5S di essere “antipartitico”, finora sono stati primariamente proprio i partiti a dimostrare di essere “antimovimentisti”.
Come scrivi tu, il M5S ha certamente obiettivi di moralizzazione della politica, ma non ha obiettivi “antipartitici”. Il M5S si considera “più evoluto” dei partiti, e il sentire diffuso fra i suoi membri, non è che si abbia bisogno di “ammazzare i partiti”, ma che se i partiti non saranno in grado di evolvere ed adattarsi al contesto, moriranno e perderanno di importanza. Forse una posizione un po’ “snob”, ma certo non aprioristicamente “contro” i partiti.
A parte la “moralizzazione politica” (obiettivo nella sostanza dimenticato dal PD ma che mi preme sottolineare fosse molto caro alla sinistra, ai tempi di Berlinguer), mi dispiace constatare la scelta delle tue parole nel sintetizzare tutte le altre proposte del M5S. Consentimi di ribattere brevemente.
“Ambientalismo radicale” è una definizione che trovo fuorviante, forse addirittura priva di senso, cosí come troverei prive di senso espressioni quali “democrazia radicale”, “giustizia radicale” o “medicina radicale” (o si è democratici o non lo si è, o si è giusti o non lo si è, o la medicina cura o non è medicina…). Il problema di fondo è che quello che i partiti definiscono come politiche “ambientali” hanno poco o nulla di “ambientalista”, sono ambientali in quanto si occupano di cose che esistono nell’ambiente che ci circonda, ma spesso non lo tutelano affatto, spostano solo il danno da un contesto all’altro (per esempio dall’inquinamento delle falde acquifere a quello dell’aria, nel caso degli inceneritori). Insomma: non è il M5S ad essere “ambientalista radicale”, sono piuttosto i partiti a non essere ambientalisti tout-court.
“Indefinite o demagogico-insostenibili” per le proposte su scuola, cultura, welfare, sanità, lavoro, economia è un giudizio che non hai argomentato, per cui non posso ribattere con contro-argomentazioni. Per quanto riguarda l’unico esempio che tu fai (il salario di cittadinanza): ci sono modelli ben definiti (sotto varie denominazioni) che sono utilizzati da decenni in altri paesi (Norvegia, Paesi Bassi, Germania, Austria fra gli altri). Non si tratta di inventare chissà cosa, si tratta solo di applicare diligentemente un modello comprovato, dandogli la giusta priorità come titolo di spesa nel bilancio pubblico.
Concludendo: condivido che il sentimento di indignazione verso il sistema sia la chiave di lettura per la recente esplosione di popolarità del M5S. Condivido anche che gli indignati si riconoscono primariamente in Grillo, e non necessariamente nel programma e nell’ethos della rete/M5S che si è andato affinando nei 2 decenni passati. Condivido financo che sia auspicabile che gli eletti fra le fila del M5S si affranchino da Beppe Grillo in quanto “patron” del movimento…
Ciò detto, mi piacerebbe tanto (ma proprio tanto!) che i politici di ogni dove guardassero al M5S con il rispetto che si deve ad un’esperienza pensata e maturata nel tempo, che ha prodotto un corpus notevole di idee e - secondo me su questo Grillo a 100% ragione - ha fatto da argine a derive fascistoidi tipo “alba dorata” in Grecia, reindirizzando la frustrazione dei cittadini in una chiave più democratica.
Invece tutto quello che sento/leggo sui media Italiani sono commenti spocchiosi da parte degli esponenti del PD (e delle altre formazioni politiche). Una frase attribuita a Ghandi dice “First they ignore you, then they laugh at you, then they fight you, then you win.” (Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.)
Non è che saremo già alla terza fase?
Con affetto,
/mac
Ti ringrazio di cuore, carissimo Giulio, per il tuo commento al mio post che ho trovato assai bene argomentato e che integra-corregge in modo, lo riconosco, convincente diverse delle mie affermazioni.
Mi limiterei a replicare a mia volta quanto segue.
1) Continuo a ritenere che il contenuto del messaggio di Grillo sia prevalentemente di denuncia (molto spesso giustificata), mentre la parte costruttiva/propositiva/di governo sia assai carente.
2) E’ assolutamente vero che i partiti (tutti indistinatamente) se la sono voluta. Se avessero messo in atto autonomamente seri provvedimenti di riforma e di moralizzazione del sistema politico, senza attendere che se ne occupasse la magistratura, Grillo avrebbe avuto meno assists.
3) Sull’”ambientalismo radicale” rimango della mia opinione. Che senso ha battersi contro gl’inceneritori quando poi non si è in grado nemmeno di fare a meno delle discariche e l’unica soluzione possibile per evitare i rifiuti in strada è quella di portarli a smaltire altrove (Parma docet).
4) Confesso di essere un po’ prevenuto da un’istintiva antipatia per la politica urlata. A me Grillo dà veramente fastidio ed ammetto che questo mi condiziona negativamente nei miei giudizi sul movimento 5S e questo non è giusto.
5) Spero riconoscerai che “rete” o non “rete” il movimento ha dei bei problemi di democrazia interna. E non mi riferisco solo ai casi Favia e Salsi.
Detto tutto ciò ho la sensazione/timore che siamo assai vicini alla quarta fase. Ma ho forti dubbi che Grillo saprebbe fare buon uso della vittoria.
Grazie ancora ed un abbraccio (delicato) a Polpetta.
Caro Paolo,
mi fa sempre piacere confrontarmi su questi temi, e soprattutto mi fa sempre piacere confrontarmi con te (per ora via Internet, ma spero presto di persona!).
Rapidamente il mio feed-back:
1) Hai ragione: il messaggio di Grillo è (e per la verità è sempre stato) di denuncia. Quello che cercavo di mettere in luce con il mio intervento è che il “messaggio di Grillo” e i saperi e la progettualità presenti all’interno del M5S non sono la stessa cosa… [ma il tuo punto #4 lascia intendere che la mia idea è stata recepita! :)]
2) Concordo.
3) Su questo temo che rimarremo di idee diverse… Il discorso è troppo lungo per essere affrontato esaustivamente in un commento, ma se dovessi distillare il mio pensiero in una frase, direi che “problemi ecologici richiedono soluzioni sistemiche”. Non si tratta di “inceneritori no” perché sono brutti e cattivi, ma perché in Italia non serve più capacità di smaltimento, servono piuttosto meno rifiuti, e questo obiettivo si può raggiungere solo con una politica organica che tocchi l’istruzione, la ricerca, la penalizzazione dei reati ambientali, la tassazione del rifiuto al produttore, lo strappare alla camorra il business dei rifiuti, l’abolizione del CIP6, ecc…
Ragionare in maniera sistemica è tutt’altro che ingenuo. Ragionare in maniera sistemica significa a volte avere il coraggio di fare scelte contro-intuitive. Per esempio: come certamente saprai, il M5S è un forte sostenitore delle energie rinnovabili, ma lo sapevi che si oppone alla costruzione delle centrali eoliche? Non perché queste ultime siano brutte, cattive o dannose ma perché - di nuovo - l’Italia non ha bisogno di più energia, quanto piuttosto di meno spreco energetico…
4) Onesto-onesto? Anche a me lo stile di Grillo (o perlomeno lo stile che ha adottato negli ultimi anni) non piace.
5) Lo riconosco senza problemi. Anzi: concludo aggiungendo che condivido la preoccupazione per un movimento dai contorni molto indefiniti e dai meccanismi piuttosto oscuri che da un giorno all’altro si troverà ad avere in mano “l’ago della bilancia” nei meccanismi parlamentari. L’esperienza dell’Italia dei Valori - in questo senso - è stata in parte simile e largamente deludente (De Gregorio, Scilipoti per fare due nomi).
Ho speranza nel fatto che i candidati del M5S abbiano ben altra stoffa, ma sono altresì preoccupato che “i partiti” (passami la generalizzazione) piuttosto che interrogarsi su come valorizzare la diversità del M5S, cercheranno proprio di carpire i singoli eletti in maniere più o meno lecite, facendo leva sulla debolezza del legame fra gli individui e in M5S in quanto istituzione, fatto questo caratteristico di qualsiasi rete (che per definizione è un tipo di istituzione “leggera”)…
Grazie a te (per essere un politico “atipico” e per essere mio amico).
/mac
PS: Polpetta ricambia con piacere, in attesa di conoscerti.