IUC - TARI - TASI - IMU. Ovvero: come confondere i cittadini con effetti speciali.
Avvicinandosi le scadenze per il pagamento delle tasse locali sulla casa, ho provato a misurarmi con i nuovi tributi denominati con gli acronimi IUC, TARI e TASI ed ho scoperto che di nuovo c’è ben poco, salvo la confusione che si genera nei confronti dei cittadini contribuenti. Ecco perchè.
La IUC (Imposta Unica Comunale) in realtà non è un’ imposta nuova (per fortuna) ma è data dalla somma di TARI, TASI, ed IMU. E allora (mi chiedo) che bisogno c’era di questa nuova sigla?
La TARI altro non è che il nuovo nome della tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, che nel 2013 si chiamava TARES e negli anni precedenti TARSU o TIA (per i comuni che avevano opportunamente sostituito una tassa -TARSU- con una tariffa – TIA- commisurata non solo alla superficie dell’alloggio ma anche ad altri parametri più idonei a misurare il costo del servizio di cui si usufruisce).
La TASI è il tributo dovuto per i Servizi Indivisibili del comune (illuminazione, cura del verde, pulizia stradale ecc.) e sostituisce, per la prima casa, l’IMU, cancellata nel 2013 per il capriccio demagogico di Berlusconi. Il suo importo, nel comune di Bologna, è esattamente uguale o lievemente inferiore all’ IMU pagata nel 2012 (grazie alla combinazione della nuova aliquota del 3,3 p.m. e delle detrazioni variabili a seconda della rendita catastale). E allora?
La IMU, che il comune di Bologna definisce (non si sa perchè) Imposta Municipale Propria, si paga per le seconde abitazioni con le medesime aliquote del 2013 e sostituisce per esse la TASI. In questo caso non si capisce bene chi paghi per i Servizi Indivisibili usufruiti da chi abita la seconda casa, nel caso in cui sia affittata.
Se le cose stanno come mi pare di avere capito, c’è qualcuno che si è dato l’obiettivo perverso di confondere le idee dei contribuenti.
Ma se ho capito male sarò lieto di ricevere le delucidazioni del caso.