Il miracolo dell’Autosole

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 21 ottobre, 2014

autosoleQuest’anno ricorre il cinquantenario dell’inaugurazione dell’ autostrada A1 Milano-Napoli, l’Autostrada del sole, lunga circa 700 Km. e realizzata in soli 8 anni, tra il 1956 ed il 1964.

Tale ricorrenza, a cui la RAI sta dedicando una fiction, si presta a qualche considerazione.

Otto anni, per un’opera di quella dimensione, sono davvero un miracolo di efficacia, soprattutto se paragonati ai tempi biblici oggi necessari per realizzare opere ed interventi di entità tecnico-economica incomparabilmente inferiore: gli esempi, locali e nazionali, sono tristemente sotto i nostri occhi.

Sono testimone diretto delle vicende relative alla realizzazione della cosiddetta Variante di Valico, vale a dire il raddoppio della A1 tra Bologna e Firenze (più precisamente l’allargamento in sede, oltre a due varianti, tra Casalecchio e Rioveggio a cui si aggiunge il tratto con la nuova galleria di valico, tra Rioveggio e Barberino del Mugello, per un totale di 58 Km.). Si cominciò a parlarne negli anni ‘80. Il 3 luglio 1987 la Commissione di studio sui profili di interesse ambientale connessi con il nuovo attraversamento autostradalevavappenninico tra Firenze e Bologna, di cui facevo parte, licenziò il proprio parere per il Ministro dell’Ambiente (ricordo che non esisteva ancora la Valutazione d’Impatto Ambientale). Dopo di allora si sono succeduti una serie innumerevole di atti tecnici ed amministrativi (progetti, delibere, ordinanze, decreti, convenzioni, accordi di programma……) che hanno portato a far partire i lavori agl’inizi del terzo millennio. Dal 2002 è attivo l’Osservatorio ambientale e socioeconomico della Variante di valico (di cui sono componente). Nel 2007 si sono ultimati i lavori dei primi 4 lotti, tra Sasso Marconi e La Quercia (20 Km.), mentre nel 2015 dovrebbero essere ultimati anche i lotti 5-13 con la prevista apertura al traffico dell’intera opera.

Insomma, un confronto impietoso: come spiegarlo?

Sul Corriere della Sera di domenica scorsa, 19 ottobre, Giovanni Belardelli formula una diagnosi che condivido, in un articolo dal titolo “Il miracolo dell’Autosole. Lezione per il paese bloccato”. Ne riporto alcuni brani.

……….Proprio il confronto tra l’Italia di oggi e quella di mezzo secolo fa, rende infatti improponibile ogni spiegazione che tiri in ballo un presunto carattere nazionale e sollecita piuttosto a cercare, come per qualunque malattia, le condizioni che ne abbiano facilitato la comparsa. Tra esse, ai primi posti, va probabilmente collocato quel “dedalo infernale di norme” del quale ha parlato Sergio Rizzo in relazione alla mancata messa in sicurezza del Bisagno: una giungla di regole che, pensata per rendere più stringenti i controlli, ha finito spesso col favorire quanti guadagano dai ritardi, dalle varianti, dai ricorsi.

L’Italia soffre insomma di una sorta di ipergiuridicizzazione, fondata sul ruolo eccessivamente preponderante della formazione giuridica nell’ambito della pubblica amministrazione, ma che attraverso l’azione pubblica si è estesa a tutta la società. Il Paese soffre di quella prevalenza della cultura della forma sulla cultura dell’efficacia (e dunque dei risultati) che tutti sperimentiamo quotidianamente attraverso i rapporti con le pubbliche amministrazioni.

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Commenti dei lettori

Vedo la quantità di smerino (si chiama così la terra tirata fuori dalle gallerie?) che è stata riversata nella valle del Setta fra Rioveggio e Pian di Setta, che ha quasi mutato il paesaggio del fondofiume, e penso: forse la quantità di lavoro necessaria oggi per fare una autostrada (gallerie di servizio, gallerie più larghe, strade di accesso e di servizio per incidenti, etc.)è molto maggiore di quella di 50 anni fa. Non che questo giustifichi tutto, ma forse occorre tenerlo presente. Domanda: riparametrando i valori, l’importo dei lavori della variante in che rapporto sta con quello del tratto appenninico di 50 anni fa?

#1 
Scritto da Nando Conti il 26 ottobre, 2014 @ 19:54

Grazie Nando. Il terreno di scavo delle gallerie (il cosiddetto smarino) è certamente maggiore nella variante (basta pensare alla lunga galleria di base). Ma oggi si dispone di mezzi che consentono tempi di avanzamento assai più ridotti. Non sono in grado di rispondere alla tua ultima domanda.

#2 
Scritto da Paolo Natali il 27 ottobre, 2014 @ 10:24

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