Aspettando il nuovo vescovo. La Chiesa non è una democrazia. Tuttavia….
Mons. Caffarra, nato l’1 giugno 1938, il 26 maggio 2013 ha presentato a papa Francesco la sua rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Bologna (svolto dal dicembre 2003) per raggiunti limiti di età; il 14 giugno dello stesso anno, la nunziatura apostolica in Italia gli comunicava tuttavia che “è volontà del Santo Padre Francesco che continui ancora per due anni il suo ministero episcopale a Bologna”.
Pertanto entro qualche mese dovremmo conoscere il successore di mons.Caffarra.
Nel frattempo si sono lette (ed ancora, prevedo, si leggeranno) indiscrezioni giornalistiche più o meno attendibili sul nome del nuovo vescovo di Bologna, ma come si arriverà alla sua scelta?
Nella Chiesa non vigono le regole della democrazia, questo è noto e sostanzialmente accettato. Ma da qui a tenere completamente estraneo il popolo di Dio che è in Bologna nella designazione del suo prossimo pastore ce ne corre (la stessa cosa peraltro purtroppo accade anche quando in una parrocchia cambia il parroco).
Perchè se è vero che la Chiesa non è un’istituzione democratica, è anche vero che, almeno dopo il Concilio Vaticano II, si è molto parlato di partecipazione e corresponsabilità dei laici. Non è senza significato , ad esempio, il fatto che papa Francesco, in occasione del Sinodo dei vescovi sulla famiglia, abbia voluto che si sviluppasse un cammino (questo è poi il significato di “sinodo”) della durata di due anni, utilizzando per ben due volte un questionario diffuso in tutte le diocesi, per consultare i fedeli sui temi e sui problemi su cui il Sinodo stesso sarà chiamato ad assumere orientamenti ed indirizzi, ed abbia fatto sì che i lavori sinodali si svolgessero nella massima trasparenza.
E allora perchè non provare a coinvolgere i credenti della diocesi di Bologna nel percorso che dovrà portare alla nomina del vescovo, per esempio chiedendo loro di descrivere il profilo che ciascuno vorrebbe avesse il successore di mons.Caffarra ?
Ricordo che quando il cardinal Martini dovette lasciare, per motivi di età, la diocesi di Milano, fu lui stesso a promuovere una consultazione che fornisse, a chi doveva scegliere il suo successore, elementi ed indicazioni utili.
Certo un processo partecipativo come questo andrebbe organizzato e gestito con cura , e questo richiederebbe l’esistenza e la vitalità di quelle strutture di partecipazione (consigli parrocchiali, vicariali e diocesano) che il Concilio ha previsto ma che nella nostra diocesi sono sostanzialmente in disarmo od irrilevanti.
E perchè il mandato di un vescovo, durato oltre un decennio, si deve concludere nel silenzio e nell’indifferenza (magari accompagnati da qualche pettegolezzo e qualche critica sottovoce) e non attraverso un bilancio presentato pubblicamente dal vescovo stesso al popolo che gli è stato affidato, e da questo approfondito e discusso, come punto di partenza per il nuovo mandato episcopale?
Chiudo con questa suggestione che, me ne rendo conto, è poco meno che un sogno: ma, alle volte, c’è bisogno di sognare…….
Commenti dei lettori
a proposito dei questionari: sto facendo una mini inchiesta, sembra che nessuna delle parrocchie ti cui ho notizia si sia organizzata per inviare risposte: che notizie hai?
L’unica iniziativa di cui ho notizia è quella di don Ottani (4 incontri). Poi anche il Centro Dore organizza qualcosa.
sono del parere che si debba fare una iniziativa in merito non possaimo restare passivi già altre diocesi si stanno muovendo in qiuesto senso
Bagheria, 20 Gennaio 2015.
Lettera aperta alle Comunità cristiane della Diocesi di Palermo
Si approssima la designazione del nuovo Vescovo di Palermo: una riflessione e una proposta.
Nos eligimus eum
di Manlio Schiavo.
io sono diponibile a impegnarmi
Condivido in pieno il tuo pensiero…
Grazie Laura. Un abbraccio a te e Paolo
Caro Paolo, condivido la tua riflessione e ti segnalo anche l’editoriale di Esse non esse in merito. Sul questionario si pensa di lavorarci a S. Anna e a Chiesa Nuova. La visione più ampia su Bologna, al momento, penso la abbia Elisabetta Gandolfi. Ciao!
Grazie per la segnalazione Patrizia. Sul questionario abbiamo alcuni incontri come gruppi delle Equipes Notre Dame e con altri amici. Condivido il giudizio su Elisabetta.
Un abbraccio. Paolo
Per quello che può contare, sono al tuo fianco, da laico credente, convinto che ogni membro del popolo di Dio abbia il diritto, e ancor più il dovere, di contribuire, con i talenti che il Signore ci ha affidato, alla miglior edificazione della nostra amata Chiesa. La via che i credenti di Bologna sono chiamati a percorrere a proposito del Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, è un segno che ci richiama alle nostre responsabilità.
Grazie Umberto del tuo contributo.
Come Amici di Ronzano abbiamo già fatto un incontro a breve ne faremo un altro, per elaborare la nostra risposta al questionario famiglia. Come piccola Comunità di Base di Bologna abbiamo discusso e definito una risposta ad alcune delle domande, quelle più controverse. Rufillo Passini e Chiara Sibona