Una multa (forse) provvidenziale

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 7 dicembre, 2015

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Padre Digani, cittadini ed un'accertatrice della sosta

Può darsi che padre Gabriele Digani, il frate dell’opera padre Marella che raccoglie offerte all’angolo tra via Caprarie e via Drapperie, debba fare un monumento all’accertatrice della sosta di Tper che qualche giorno fa lo ha multato per sosta vietata in uno stallo destinato alla ricarica delle auto elettriche.

Dico questo perchè è possibile che le accese polemiche suscitate da quella multa (giudicata da qualcuno come un’offesa al buon senso ed allo spirito di solidarietà e da altri come un’inevitabile conseguenza della rigorosa applicazione della normativa in materia di sosta) inducano il Comune di Bologna a trovare una soluzione formale e definitiva al problema.

Problema che in verità si trascina da anni. Quando ero in consiglio comunale (2004/2010) m’interessai attivamente per cercare di risolvere la questione ma mi arresi di fronte all’ impossibilità, a detta dell’amministrazione, di trovare il modo di riservare in via esclusiva uno stallo di sosta all’opera padre Marella nelle vicinanze del luogo dove padre Digani esercita il suo ministero di carità, ubicato tra l’altro in una zona soggetta ad una fortissima pressione, in particolare per operazioni di carico e scarico. L’unica possibilità, nel caso in cui non si trovasse posto in uno stallo riservato ai disabili, sembrava quella che l’auto dell’opera Marella accompagnasse padre Digani sul posto ed andasse a riprenderlo caricando con l’occasione i pacchi donati dai cittadini.

Vedremo se, sotto la pressione dell’opinione pubblica, questa volta si riuscirà a trovare una soluzione nelle pieghe di leggi e regolamenti nazionali e comunali. Me lo auguro vivamente perchè in caso contrario la questione rimarrà aperta.

Ci sarà sempre cioè chi s’indigna contro la “miope applicazione della legge che ignora il buon senso e perseguita chi sta solo svolgendo un’opera di carità” e chi ritiene, secondo me a ragione, che chi è chiamato ad applicare una norma non possa affidarsi ad un buon senso che è del tutto discrezionale e può portare volta a volta, a seconda delle circostanze e della soggettività dell’agente, a risultati diversi.

Commenti dei lettori

condivido pienamente!

#1 
Scritto da maurizio malpensi il 31 dicembre, 2015 @ 09:04

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