Paralimpiadi. Una lezione di vita.

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 18 settembre, 2016

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Bebe Vio

In questi giorni ho seguito alla TV le Paralimpiadi a Rio, con molta partecipazione e con una simpatia (nel suo significato di “provare emozioni con”) che fino a quattro anni fa non avrei certamente provato. Ho visto donne e uomini, giovani e meno giovani, con disabilità lievi o gravissime cimentarsi in gare e discipline le più diverse e a volte incredibili, pensando all’handicap di chi le praticava. Ho visto tante persone straordinarie, di tanti paesi, accomunate da un’ enorme forza di volontà e da un’ infinita voglia di vivere, che rappresentano un esempio, un insegnamento, uno stimolo ed un incoraggiamento sia per chi è colpito da una disabilità, sia per i cosiddetti normali, insomma per tutti. Ho visto atleti in gara con se stessi prima ancora che con gli avversari, in una competizione permanente e sempre vincente contro il ripiegarsi su se stessi, contro lo spirito di rinuncia, contro la vergogna di mostrare il proprio corpo. Non sto a fare citazioni: li ho tutti davanti agli occhi.

Aggiungo qualche commento riguardo al medagliere dei più recenti giochi olimpici (Londra 2012 e Rio 2016), sia per i normodotati che per i disabili.

L’Italia si è classificata ottava alle Olimpiadi di Londra con 28 medaglie (8 d’oro, 9 d’argento, 11 di bronzo) e nona a Rio sempre con 28 (8,12, 8): più o meno lo stesso risultato. Per l’Italia c’è stato invece un significativo progresso nelle Paralimpiadi, passando dalle 18 medaglie di Pechino (4,7,7) alle 28 di Londra (9,8,11) corrispondenti al tredicesimo posto, alle 39 di Rio (10,14,15), corrispondenti al nono posto.

Inoltre se si guarda ai primi dieci posti nel medagliere delle Olimpiadi di Londra e di Rio si trovano le stesse nove nazioni (e tra queste l’Italia) , collocate all’incirca nella stessa posizione di classifica, con gli U.S.A. sempre al primo posto, seguiti da Gran Bretagna e Cina, a posti scambiati.

Se poi si guarda ai primi dieci posti nel medagliere delle Paralimpiadi si trovano ancora nove nazioni presenti sia a Londra che a Rio.

E’ tuttavia interessante confrontare le nove nazioni leaders nelle Olimpiadi con quelle leaders nelle Paralimpiadi. Solo sei appartengono ad entrambi i gruppi: USA, Cina, Gran Bretagna, Germania, Australia e Russia (a parte la forzata esclusione alle Paralimpiadi di Rio per questioni legate al doping).

C’è un ‘ultima considerazione da fare, che suscita interrogativi per i quali lascio a voi la risposta.

Gli USA, che primeggiano alle Olimpiadi, sono soltanto sesti a Londra e quarti a Rio nelle Paralimpiadi. Ma c’è un’anomalia che salta ancora di più agli occhi, ed è quella dell’Ucraina: 14° a Londra (Olimpiadi) e nelle Paralimpiadi. Ma addirittura 31° a Rio nelle Olimpiadi e nelle Paralimpiadi. E si tratta di una nazione in guerra dal 2014, che attraversa una grave crisi economica e sociale!

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