Come si sceglie un vescovo
Poco più di due anni orsono, per la precisione l’8 febbraio 2015, scrissi sul mio blog un post dal titolo “Aspettando il nuovo vescovo. La Chiesa non è una democrazia. Tuttavia…..”.
A Bologna eravamo in attesa della nomina del vescovo che avrebbe preso il posto di mons. Caffarra ed io auspicavo qualche forma di coinvolgimento e di consultazione di tutti i credenti della chiesa bolognese sul profilo che ciascuno avrebbe desiderato per il nuovo pastore.
La proposta trovò anche qualche riscontro ironico sulla stampa locale (del tipo: “adesso ci vogliono le primarie anche nella chiesa”).
Leggo sui giornali di sabato scorso:
Nuovo vicario di Roma
La consultazione per la scelta del nuovo vicario di Roma non è un progetto da mettere allo studio, ma è già in atto, dopo l’annuncio dato da Francesco in un incontro a San Giovanni in Laterano con i «parroci prefetti», che sono una trentina: preti e laici della diocesi, a partire da oggi ed entro il 12 aprile, possono scrivere al Papa indicando esigenze, profilo e nomi per quell’ incarico. Il cardinale Agostino Vallini, l’attuale vicario, compirà tra un mese 77 anni e il Papa intende nominare il successore entro la primavera.
La notizia mi ha particolarmente rallegrato, non solo perché corrisponde a quanto avevo auspicato, ma anche perché conferma che papa Francesco procede sulla strada delle riforme, senza farsi bloccare dalle opposizioni che incontra, soprattutto all’interno della chiesa.
Ribadisco: la chiesa non è una democrazia, ma uno stile autenticamente sinodale richiede che chi ha la responsabilità di decidere ascolti prima tutte le voci dei fedeli laici.
Aggiungo, e concludo, che lo stesso metodo partecipativo dovrebbe essere utilizzato dal vescovo al momento della nomina di un nuovo parroco.