La paura del referendum

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 18 marzo, 2017

Voucher

Anch’io, credo come tanti, sono rimasto perplesso di fronte alla decisione del governo di eliminare per decreto i voucher, rendendo così vana l’effettuazione del referendum abrogativo proposto dalla CGIL (salva la decisione della Corte di Cassazione) anziché procedere, come sarebbe stato ragionevole, ad una modifica della normativa in senso restrittivo e di maggiore controllo nell’uso di questo strumento la cui utilità, in casi ben circoscritti e definiti, non è negata nemmeno dalla stessa CGIL (che ne ha fatto uso).

Dopo di che, ripensandoci a mente fredda, mi sono detto che effettivamente, se ci trovassimo in una condizione politica normale, questa scelta rinunciataria sarebbe incomprensibile e sbagliata. Il fatto è che viviamo da tempo in una situazione patologica e l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre ne è la prova. Sarebbe infatti altamente probabile (per non dire certo) che un nuovo referendum sui voucher non si sarebbe giocato sul merito del problema (cioè eventualmente su una nuova legge che avrebbe regolamentato opportunamente l’uso di questo strumento) ma, ancora una volta, sul consenso o sul rifiuto delle politiche del governo Renzi (di fatto su Renzi stesso) in materia di lavoro (e non solo), con esiti facilmente prevedibili (anche grazie alle vicende Consip, Lotti, Tiziano Renzi, Minzolini ecc.). Cosa francamente assurda, anche tenuto conto del fatto che i voucher non sono un invenzione di Renzi e del Jobs act, ma risalgono ad un’idea del compianto Marco Biagi.

Tenuto conto di ciò ho visto le cose sotto un’altra luce e ritengo saggio che il governo abbia sgombrato il campo da un ulteriore motivo (pretesto?) di divisione e di spaccatura del paese (poi magari quelli che criticano questa decisione sono gli stessi che accusano Renzi di essere un elemento divisivo…).

Sarà comunque necessario, disinnescata la mina referendaria, procedere all’approvazione di una nuova legge, scritta con il coinvolgimento delle parti sociali (CGIL compresa) per normare l’uso dei voucher o di analoghi strumenti di regolamentazione del lavoro occasionale.

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