La campagna “Aria pesa”
In questi giorni la stampa locale ha dedicato ampio spazio ad una iniziativa denominata “Aria pesa”. Si tratta di una campagna di misura del biossido d’azoto (NO2), un gas inquinante che è principalmente prodotto dai motori degli autoveicoli (diesel in particolare) e dagli impianti di riscaldamento, condotta attraverso la distribuzione ad alcune centinaia di cittadini bolognesi che ne hanno fatto richiesta, di un campionatore passivo, cioè una fialetta con una sostanza assorbente, da posizionare in un punto vicino ai propri luoghi di riferimento (casa, lavoro, scuola, ecc.) per poi rimuoverlo dopo 4 settimane e consegnarlo in uno dei punti di raccolta predisposti che, a loro volta, lo invieranno in un apposito laboratorio per le analisi necessarie.
I promotori della campagna (una rete di comitati, associazioni e liberi cittadini) contrastano le scelte urbanistiche che l’amministrazione di Bologna sta conducendo per la città, che rischiano, a loro giudizio, di aumentare le situazioni di sovraccarico da traffico per diversi quartieri, peggiorando una qualità dell’aria già pessima a causa dell’inquinamento.
Va detto che esiste già una rete di centraline fisse per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, gestita da ARPAE, l’Agenzia Regionale Per l’Ambiente e l’Energia. Sette sono distribuite sul territorio della provincia di Bologna e misurano da anni in continuo diversi parametri tra i quali l’NO2. Tre di queste sono localizzate nel nostro comune: ai Giardini Margherita, a porta S.Felice e in via Chiarini.
Sono pertanto disponibili dati che vanno dal 2002 al 2017, dai quali risulta quanto segue.
I limiti normativi che l’NO2 deve rispettare sono
- Valore medio annuo: 40 mcgr/mc. Nella centralina di porta S.Felice (la più rappresentativa della situazione bolognese) tale limite è stato superato tutti gli anni ed i valori non evidenziano tendenze particolari, né di crescita, né di diminuzione.
- Valore medio orario da non superare: 200 mcgr/mc. A S.Felice tale valore non è mai stato raggiunto.
La mia opinione in merito a questa iniziativa è articolata.
Di positivo c’è il fatto che essa stimola la partecipazione dei cittadini (lo slogan “campionatori passivi – cittadini attivi” è senza dubbio efficace), aumenta la loro consapevolezza delle tematiche ambientali e può produrre un aumento delle conoscenze in materia d’inquinamento atmosferico. Nello stesso tempo nella volontà da parte dei cittadini di raccogliere direttamente ulteriori dati mi pare implicita (anche se non enfatizzata) una certa sfiducia nell’operato dei servizi istituzionalmente preposti (ARPAE) oltre alla convinzione che i dati letti dalle centraline fisse non siano sufficientemente rappresentativi dello stato di qualità dell’aria a livello metropolitano/cittadino.
A questo punto non resta che attendere i risultati della campagna che avrà una durata di un mese (per la precisione quattro settimane a partire dal 28 gennaio).
Va detto che l’attendibilità tecnico-scientifica della campagna è suffragata dal fatto che i campionatori passivi per la misura del biossido d’azoto sono già stati utilizzati in altre circostanze, anche dalla stessa ARPAE e che il Dipartimento di Chimica della nostra Università sovraintende all’iniziativa. Per l’attendibilità delle misure sarà comunque importante che i campionatori vengano installati correttamente. Così come sarà interessante confrontare il valore (concentrazione media mensile) misurato dai campionatori prossimi alle centraline fisse, con quello misurato dalle centraline stesse di ARPAE. Inoltre va notato che quello che si otterrà sarà il valore medio mensile del mese di febbraio, statisticamente uno di quelli più elevati nel corso dell’anno, peraltro non soggetto ad alcun valore limite di legge. Qualsiasi estrapolazione dal valore medio di febbraio al valore medio annuo credo tuttavia risulterebbe piuttosto arbitraria.
Infine un’osservazione conclusiva. Va bene monitorare ed aumentare sempre più i dati d’inquinamento a disposizione, ma quello di cui c’è veramente bisogno sono le strategie e le azioni da mettere in campo per migliorare la qualità dell’aria, e su questo c’è ancora tanto da approfondire e, soprattutto, da fare.