L’ora di religione/i
Nei giorni scorsi il Corriere di Bologna ha dedicato diversi articoli a come viene svolta l’ora di religione alle scuole elementari Don Minzoni di S.Donnino ed alle scuole medie Saffi del Pilastro, appartenenti all’I.C.11.
La peculiarità consiste nel fatto che l’insegnante di religione, in collaborazione con l’insegnante di attività alternative, non insegna solo la religione cattolica ma le diverse religioni (cattolicesimo, ebraismo, islamismo, buddismo, induismo ecc.) tenendo conto della presenza di numerosi bambini stranieri, appartenenti a famiglie che praticano religioni diverse da quella cattolica. Il risultato è che tutti i bambini stanno insieme e ricevono il medesimo insegnamento.
Si tratta di una scelta e di un programma didattico che è stato approvato dal collegio dei docenti e che, pur essendo innovativo, non è contrario a quanto prevedono la legge e le norme concordatarie, tanto è vero che sia la Diocesi che il Provveditorato scolastico regionale hanno espresso il loro consenso.
La cosa paradossale è che a dichiararsi contrari sono stati sia il Comitato Scuola e Costituzione (fieramente avverso al Concordato) sia chi all’opposto è favorevole (Concordato alla mano) al tradizionale insegnamento della religione cattolica (tra questi la preside del Liceo Malpighi ed il Presidente delle ACLI bolognesi), insomma laici-sti duri e puri e cattolici doc.
Sarò troppo realista ma a me sembra che il superamento del Concordato non sia proprio all’ordine del giorno tra i problemi del nostro paese. E allora, realisticamente, come non approvare ed incoraggiare un’esperienza che ha un valore ed un significato culturale (certificato dagli organi scolastici) e che ha soprattutto il merito di tenere insieme e non separare bambini e famiglie di diversa etnia e cultura religiosa, favorendo la conoscenza reciproca e l’integrazione?