Quale futuro per il PD
La mia opinione sul futuro del PD è che dopo l’elezione di Zingaretti a segretario, si sia aperta una finestra di opportunità per riconquistare il consenso degli elettori e per rioccupare un ruolo politico di rilievo in un ripristinato schema bipolare centrosinistra/centrodestra.
Penso anche che tale finestra non resterà aperta a lungo (qualche mese, fino all’autunno) e che se il nuovo segretario non saprà giocare bene le sue carte, il PD rischia di rifluire in un ruolo minoritario ed irrilevante.
Dopo le elezioni del 4 marzo 2018, nelle quali, con il 18,76% ha subito una pesante sconfitta, il PD, stando ai sondaggi, ha sostanzialmente conservato nell’anno trascorso, il medesimo consenso, lievemente aumentato negli ultimi tempi anche grazie al traino delle elezioni primarie e speculare al costante calo del M5S, crollato dal 32,68% alle elezioni al 20/21% degli ultimi sondaggi.
Anche i risultati ottenuti dal PD nelle più recenti elezioni regionali (Abruzzo, Sardegna e Basilicata) sono modesti e si prestano ad un moderato ottimismo soltanto in quanto anch’essi speculari al calo di consensi (rispetto alle elezioni politiche) del M5S. Va comunque sottolineato che i voti persi dai “grillini” sono andati solo in minima parte al PD (dove sono i milioni di elettori di sinistra che sarebbero fuggiti dal PD, pronti a rientrare in un PD “derensizzato”?) ed in prevalenza alla Lega o nell’astensione.
Triste dirlo ma a favore del PD nei prossimi mesi potrebbero giocare soprattutto le difficoltà economiche del paese, aggravate dall’aumento del debito pubblico e dalla recessione, che potrebbero aprire gli occhi degl’italiani sull’inadeguatezza del governo gialloverde.
Per parte sua il PD dovrebbe concentrarsi su alcune cose: conservare una sostanziale unità interna, costruire alleanze alla sinistra ed al centro, ponendosi come fulcro di uno schieramento formato da partiti, movimenti ed energie della società civile, puntare su due o tre punti programmatici coerenti con il proprio bagaglio valoriale ma ben identificabili, due o tre idee forti che si imprimano nella memoria e che possano rivelarsi vincenti perchè capaci d’interpretare il sentimento di larga parte dell’elettorato.
Sarà all’altezza Zingaretti del suo ruolo e del compito che lo attende? Da iscritto del Pd io me lo auguro vivamente anche se per la verità il suo profilo non mi sembra quello di un trascinatore capace di scaldare i cuori ma di un bravo e capace amministratore.
P.S. L’imbarazzante uscita di Zanda (tesoriere del PD di fresca nomina) sul finanziamento pubblico dei partiti e sull’aumento dell’indennità parlamentare conferma quanto sia difficile per gli esponenti del PD sintonizzarsi con gl’italiani.