Ai tempi del coronavirus
Fa davvero molta pena
questa Italia in quarantena.
Il decreto del governo,
emanato a fine inverno,
ci costringe a stare in casa
ed a far tabula rasa
dei rapporti conviviali:
restan sol quelli virtuali.
Assomiglia a un coprifuoco
e non è per niente un gioco,
ma misura cautelare
per potere contrastare
questo virus maledetto
che ti può rendere infetto.
Non si trovan mascherine
se non vai oltre confine,
ma le trovi per davvero
solo al mercato nero,
dalle parti della Cina:
trenta euro la dozzina.
Di Amuchina un bottiglione
costa ormai quasi un milione:
non la trovi in farmacia
ma in un’oreficeria.
Baci e abbracci son vietati,
a settembre rimandati?1
Questa brutta epidemia
molte vite porta via,
e qualcuno è pure morto
senza avere alcun conforto
dagli amici e dai parenti
che non erano presenti.
Si esce solo per comprare
qualche cosa da mangiare.
Acquistar si può il giornale:
informarsi è antivirale2,
e per me assai salutare,
perchè posso passeggiare
garantendomi un pretesto
per schivar multa ed arresto.
C’è la spesa a domicilio
ch’è davvero un grande ausilio.
Ma la devi programmare
e in anticipo ordinare:
la consegnerà fra un mese3
un addetto assai cortese.
Vedi cani frastornati,
dai padroni trascinati:
son costretti a far pipì
trenta volte tutti i dì.
C’è un decalogo aggiornato
che da tutti è rispettato:
Laverai spesso le mani
tanto oggi che domani.
Via le mani dalla bocca,
anche il naso non si tocca.
Non puoi stringere la mano
né al buddista né al cristiano.
Di distanza tieni un metro
sia da Luca che da Pietro4.
Se ti viene uno starnuto
devi attendere un minuto
per poterti allontanare
da chi intorno ti può stare.
Puoi tossir liberamente
sol lontano dalla gente.
Per ridarsi un po’ coraggio
si diffonde un bel messaggio:
un flash mob da ogni balcone
per cantare una canzone
di Modugno o Celentano5
tutti mano nella mano,
con il cuore, idealmente,
non potendolo realmente.
E tra tutti i più fedeli
cantan l’inno di Mameli:
hanno appeso alla ringhiera
dell’Italia la bandiera.
Un applauso proprio ieri
per quei medici e infermieri
che combattono in corsia
contro questa epidemia.
Le candele alla finestra
delle luci son l’orchestra,
le campane della sera
chiaman tutti alla preghiera.
Poche auto per la strada
e la gente è molto rada.
Molto traffico c’è in rete
e sul web non trovi quiete.
E chi a casa deve stare
può il suo tempo dedicare
a diverse occupazioni:
c’è chi fa le collezioni,
c’è chi scrive filastrocche
un po’ argute e un poco sciocche,6
chi sta alla televisione
e chi legge a profusione.
Chi riordina le foto,
chi in soggiorno fa del moto.
Molti fan gli smanettoni
tra programmi e applicazioni.
Anche i nonni puoi trovare
sempre intenti a navigare.
Della teleconferenza
non si può più fare senza,
e con la videochiamata
puoi veder la fidanzata.
Google, Skype e con Whatsapp
del vedersi colmi il gap7.
Dall’asilo all’ateneo,
dalle medie al liceo
i ragazzi sembran stanchi
e rimpiangono anche i banchi.
Col pc fanno lezione,
speran nella promozione:
se lo auguran ridenti
tutti quanti gli studenti.
Della Messa c’è il digiuno:
in Quaresima è opportuno
far rinunce e sacrifici
ma non siam certo felici
di non fare Eucarestia
coi fratelli in compagnia.
E la Messa alla tv
ci permette tutt’al più
di restare in comunione,
pur con qualche distrazione,
coi fratelli nella fede
anche se non ci si vede.
In compenso il cardinale
ha proposto, assai geniale,
del Rosario la preghiera
su You tube, prima di sera.
La forzata convivenza
va vissuta con pazienza:
stiamo accanto ai nostri amori
anche se fossero untori.
La forzata lontananza
va vissuta con speranza
di potere quanto prima
superare questo clima
d’incertezza, di paura
che la vita rende dura,
e tornare a star vicini,
tanto i grandi che i piccini.
Questo mal forse potrà
darci l’opportunità
di capir cos’è importante
e che cosa è irrilevante.
E speriamo che domani
sarem tutti un po’ più umani,
e capaci di gustare
(e non solo consumare)
tanto il tempo che lo spazio
senza averne fatto strazio.
Io fin d’ora sono certo
che alla fine del deserto,
dopo questa dura prova
ci sarà una Pasqua nuova,
e le oscurità più amare,
può una luce illuminare:
son le opere di Amore
ispirate dal Signore.8
Paolo
1 Ovviamente l’autore si augura che questo possa avvenire assai prima, ma ha voluto probabilmente “giocare” sul rinvio agli esami di riparazione.
2 Forse perchè ci aiuta a conoscere quali misure ci possono difendere dal contagio?
3 Spesa ordinata ad Easycoop il 12 marzo, consegnata il 31.
4 Ovviamente non potendo conoscere né la fede religiosa, né il nome di chi si incontra, questi divieti hanno una portata generale.
5“Volare” o “Azzurro”.
6 Garbato riferimento autobiografico.
7 Versetto un po’ “forzato”:presumibilmente vuol dire che i social permettono quel contatto anche visivo che sostituisce il mancato contatto fisico.
8 Come dice Gesù al cieco nato dopo averlo guarito, il male non è un castigo mandato dal Signore, ma un’occasione perchè si manifestino “le opere di Dio”, cioè tutti i comportamenti che nascono dallo Spirito d’Amore.
Commenti dei lettori
È stupenda!! Molto arguta, divertente e anche commovente…
Grazie. Ci voleva!!!
A Paolo N. complimenti: tante sfumature, tanti aspetti ben colti, un po’ di umorismo e anche un po’ di ottimismo per il domani!
Ti ringrazio tanto cara Emanuela!
Ti ringrazio vivamente caro Roberto.
Grazie !! Lettura piacevole e veritiera!! Veramente bella!!
Ringrazio di cuore!