Ai tempi del coronavirus

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 24 marzo, 2020

Coronavirus

Fa davvero molta pena

questa Italia in quarantena.

Il decreto del governo,

emanato a fine inverno,

ci costringe a stare in casa

ed a far tabula rasa

dei rapporti conviviali:

restan sol quelli virtuali.

Assomiglia a un coprifuoco

e non è per niente un gioco,

ma misura cautelare

per potere contrastare

questo virus maledetto

che ti può rendere infetto.

Non si trovan mascherine

se non vai oltre confine,

ma le trovi per davvero

solo al mercato nero,

dalle parti della Cina:

trenta euro la dozzina.

Di Amuchina un bottiglione

costa ormai quasi un milione:

non la trovi in farmacia

ma in un’oreficeria.

Baci e abbracci son vietati,

a settembre rimandati?1

Questa brutta epidemia

molte vite porta via,

e qualcuno è pure morto

senza avere alcun conforto

dagli amici e dai parenti

che non erano presenti.

Si esce solo per comprare

qualche cosa da mangiare.

Acquistar si può il giornale:

informarsi è antivirale2,

e per me assai salutare,

perchè posso passeggiare

garantendomi un pretesto

per schivar multa ed arresto.

C’è la spesa a domicilio

ch’è davvero un grande ausilio.

Ma la devi programmare

e in anticipo ordinare:

la consegnerà fra un mese3

un addetto assai cortese.

Vedi cani frastornati,

dai padroni trascinati:

son costretti a far pipì

trenta volte tutti i dì.

C’è un decalogo aggiornato

che da tutti è rispettato:

Laverai spesso le mani

tanto oggi che domani.

Via le mani dalla bocca,

anche il naso non si tocca.

Non puoi stringere la mano

né al buddista né al cristiano.

Di distanza tieni un metro

sia da Luca che da Pietro4.

Se ti viene uno starnuto

devi attendere un minuto

per poterti allontanare

da chi intorno ti può stare.

Puoi tossir liberamente

sol lontano dalla gente.

Per ridarsi un po’ coraggio

si diffonde un bel messaggio:

un flash mob da ogni balcone

per cantare una canzone

di Modugno o Celentano5

tutti mano nella mano,

con il cuore, idealmente,

non potendolo realmente.

E tra tutti i più fedeli

cantan l’inno di Mameli:

hanno appeso alla ringhiera

dell’Italia la bandiera.

Un applauso proprio ieri

per quei medici e infermieri

che combattono in corsia

contro questa epidemia.

Le candele alla finestra

delle luci son l’orchestra,

le campane della sera

chiaman tutti alla preghiera.

Poche auto per la strada

e la gente è molto rada.

Molto traffico c’è in rete

e sul web non trovi quiete.

E chi a casa deve stare

può il suo tempo dedicare

a diverse occupazioni:

c’è chi fa le collezioni,

c’è chi scrive filastrocche

un po’ argute e un poco sciocche,6

chi sta alla televisione

e chi legge a profusione.

Chi riordina le foto,

chi in soggiorno fa del moto.

Molti fan gli smanettoni

tra programmi e applicazioni.

Anche i nonni puoi trovare

sempre intenti a navigare.

Della teleconferenza

non si può più fare senza,

e con la videochiamata

puoi veder la fidanzata.

Google, Skype e con Whatsapp

del vedersi colmi il gap7.

Dall’asilo all’ateneo,

dalle medie al liceo

i ragazzi sembran stanchi

e rimpiangono anche i banchi.

Col pc fanno lezione,

speran nella promozione:

se lo auguran ridenti

tutti quanti gli studenti.

Della Messa c’è il digiuno:

in Quaresima è opportuno

far rinunce e sacrifici

ma non siam certo felici

di non fare Eucarestia

coi fratelli in compagnia.

E la Messa alla tv

ci permette tutt’al più

di restare in comunione,

pur con qualche distrazione,

coi fratelli nella fede

anche se non ci si vede.

In compenso il cardinale

ha proposto, assai geniale,

del Rosario la preghiera

su You tube, prima di sera.

La forzata convivenza

va vissuta con pazienza:

stiamo accanto ai nostri amori

anche se fossero untori.

La forzata lontananza

va vissuta con speranza

di potere quanto prima

superare questo clima

d’incertezza, di paura

che la vita rende dura,

e tornare a star vicini,

tanto i grandi che i piccini.

Questo mal forse potrà

darci l’opportunità

di capir cos’è importante

e che cosa è irrilevante.

E speriamo che domani

sarem tutti un po’ più umani,

e capaci di gustare

(e non solo consumare)

tanto il tempo che lo spazio

senza averne fatto strazio.

Io fin d’ora sono certo

che alla fine del deserto,

dopo questa dura prova

ci sarà una Pasqua nuova,

e le oscurità più amare,

può una luce illuminare:

son le opere di Amore

ispirate dal Signore.8

Paolo

1 Ovviamente l’autore si augura che questo possa avvenire assai prima, ma ha voluto probabilmente “giocare” sul rinvio agli esami di riparazione.

2 Forse perchè ci aiuta a conoscere quali misure ci possono difendere dal contagio?

3 Spesa ordinata ad Easycoop il 12 marzo, consegnata il 31.

4 Ovviamente non potendo conoscere né la fede religiosa, né il nome di chi si incontra, questi divieti hanno una portata generale.

5“Volare” o “Azzurro”.

6 Garbato riferimento autobiografico.

7 Versetto un po’ “forzato”:presumibilmente vuol dire che i social permettono quel contatto anche visivo che sostituisce il mancato contatto fisico.

8 Come dice Gesù al cieco nato dopo averlo guarito, il male non è un castigo mandato dal Signore, ma un’occasione perchè si manifestino “le opere di Dio”, cioè tutti i comportamenti che nascono dallo Spirito d’Amore.

Commenti dei lettori

È stupenda!! Molto arguta, divertente e anche commovente…
Grazie. Ci voleva!!!

#1 
Scritto da Emanuela Natali il 24 marzo, 2020 @ 17:42

A Paolo N. complimenti: tante sfumature, tanti aspetti ben colti, un po’ di umorismo e anche un po’ di ottimismo per il domani!

#2 
Scritto da ROBERTO TUFARIELLO il 24 marzo, 2020 @ 19:21

Ti ringrazio tanto cara Emanuela!

#3 
Scritto da Paolo Natali il 25 marzo, 2020 @ 10:19

Ti ringrazio vivamente caro Roberto.

#4 
Scritto da Paolo Natali il 25 marzo, 2020 @ 10:20

Grazie !! Lettura piacevole e veritiera!! Veramente bella!!

#5 
Scritto da Maura il 25 marzo, 2020 @ 16:03

Ringrazio di cuore!

#6 
Scritto da Paolo Natali il 26 marzo, 2020 @ 10:21

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