Al referendum voterò NO
Come sapete i prossimi 20 e 21 settembre saranno “election days”: in quei giorni si voterà infatti per rinnovare un migliaio di consigli comunali, sette consigli regionali e, in tutta Italia, per il referendum senza quorum per decidere se confermare (con il SI’) o bocciare (con il NO) la modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione già approvata dal Parlamento, che prevede una riduzione del numero dei deputati (da 630 a 400) e dei senatori (da 315 a 200).
Già diversi esponenti politici hanno dichiarato nei giorni scorsi la loro scelta di voto rispetto al referendum. Ciò che colpisce è il fatto che persone anche affini dal punto di vista politico e ideale faranno scelte diverse, dando evidentemente più peso ad alcune motivazioni rispetto ad altre: il caso forse più eclatante è quello di Romano Prodi (che voterà NO) e di Enrico Letta (che voterà SI’).
Dopo attenta riflessione ho deciso che il mio voto sarà NO. Cerco di spiegarne le ragioni.
Questa limitata modifica della Costituzione è il cavallo di battaglia del M5S, espressione esemplare del suo originario spirito antipolitico ed antiparlamentare (tutti ricordiamo le filippiche contro la casta dei deputati e senatori, parassiti che guadagnano stipendi favolosi senza fare nulla, oppure il proposito di entrare in parlamento per aprirlo come una scatola di sardine, cioè per scardinare la democrazia rappresentativa attraverso la democrazia diretta) che aveva anche altre espressioni come il limite dei due mandati (in via di superamento) e l’introduzione in Costituzione del vincolo di mandato (per ora non se ne parla). Un’altra motivazione portata dai sostenitori della riforma è il risparmio che essa porterebbe nella spesa pubblica (in realtà uno 0,007 % appena, eppoi non si risparmia sulla democrazia).
Personalmente non condivido nessuna di queste istanze “grilline” e mi sono trovato pienamente in sintonia con i tre voti contrari espressi dal PD nel corso dell’iter parlamentare di approvazione della modifica costituzionale.
In occasione del quarto e definitivo passaggio parlamentare il PD, per compiacere il M5S con il quale aveva stretto alleanza per dare vita al governo Contebis, ha cambiato atteggiamento votando a favore della riforma, come peraltro la quasi totalità del Parlamento.
Tuttavia, essendo evidenti le conseguenze negative di una riduzione considerevole del numero dei deputati e senatori (in termini di rappresentanza dei cittadini, di squilibrio a favore dei rappresentanti delle Regioni in occasione della elezione del Capo dello stato e di efficacia e funzionalità dei lavori delle commissioni parlamentari) senza l’approvazione contestuale dei necessari correttivi, tra i quali una nuova legge elettorale di taglio proporzionale e non maggioritario, PD e M5S sottoscrissero un accordo che prevedeva appunto questi passaggi come condizione vincolante dell’approvazione della riforma.
In realtà, ormai a pochi giorni dal referendum, nessuno di quegli adempimenti legislativi e regolamentari ha visto la luce ed il PD continua a dimostrare un’arrendevolezza eccessiva nei confronti del M5S (ne sono altri sintomi la timidezza sull’utilizzo del MES, la mancata modifica dei decreti sicurezza di salviniana ispirazione, la scomparsa dall’agenda politica di temi come lo jus culturae….). Le flebili dichiarazioni di Zingaretti hanno fin qui lasciato il tempo che trovano mentre gli esponenti del M5S hanno buon gioco nell’intestarsi i risultati dell’azione di governo, senza impegnarsi fino in fondo in un’alleanza che pare del tutto provvisoria dal momento che viene continuamente ribadito il mantra che il M5S non è né di destra né di sinistra.
Ben diverso sembrava il clima ed anche l’equilibrio di potere tra Lega e M5S nel primo governo Conte.
Tornando alla scelta di voto referendaria, il mio NO vuole da un lato manifestare il rifiuto delle motivazioni che hanno ispirato la modifica della Costituzione da parte del M5S, dall’altro stimolare il PD, partito al quale continuo ad essere iscritto, ad un maggiore coraggio ed iniziativa politica.
Commenti dei lettori
Condividiamo la tua analisi. Anche noi voteremo no. Adriana e Walter
Caro Paolo,
condivido in tutto le tue considerazioni. Un abbraccio, Tonino
Grazie cari amici!
Grazie caro Tonino!
Sono d’accordo con te…….ci sono priorità che richiedono decisioni urgenti del Parlamento….poi - al termine - possiamo riesaminare la riduzione dei Parlamentari
enrico
Infatti. Mi sembra che quelli che dicono: “intanto facciamo questo cambiamento, poi arriverà il resto”, trascurino il fatto che non c’è alcuna garanzia (vista l’inaffidabilità del M5S) che le altre e ben più necessarie riforme vedranno la luce.