In ricordo di don Nildo
Don Nildo Pirani ci ha lasciato. Ci mancherà. Vorrei ricordare i momenti salienti della sua vita attraverso una poesiola che scrissi nel gennaio 2017 in occasione del suo ottantesimo compleanno.
Don Nildo compie 80 anni
Ottant’anni: un bel traguardo,
veramente di riguardo.
Li ha compiuti don Pirani:
sù, battiamogli le mani.
E’ don Nildo un grande prete,
tutti voi già lo sapete.
Nella chiesa bolognese
la sua vita bene spese.
Senza stare troppo in vista
egli n’è un protagonista.
Lo vogliamo raccontare
non suonando le fanfare
ma pescando tra gli eventi
e parlando dei momenti
che han segnato la sua vita
ch’è tutt’altro che finita!
Nacque in quel di Mirabello
un ameno paesello,
della diocesi ai confini
Un di loro, ch’è don Mario,
forse è entrato in seminario
per l’influsso di Pirani
quando era catechista,
e non fu certo una svista.
Di famiglia numerosa,
oltre a Nildo anche Agostino,
che del nostro è fratellino,
diventato è sacerdote,
Seminario in Appennino,
quando era ancor bambino,
coltivò la vocazione,
risultarono perfetti.
Certi temi conciliari
gli divennero assai chiari.
L’importanza della Messa
che non era più la stessa:
l’abbandono del latino
e l’altare più vicino.
“E’ dei poveri la chiesa”,
verità che ancora pesa.
E fu allor che venne offerta
della Bibbia la scoperta.
arcivescovo a lui caro.
Cappellano vien mandato
(ruolo ormai dimenticato)
dove il parroco era vecchio,
dalla sera alla mattina.
Nel lontan sessantasei
(cinquant’anni, amici miei)
si era in pieno post-concilio,
dove trova un altro mondo.
Siamo all’Università
e il Pirani cosa fa?
Dei cattolici studenti
è il miglior degli assistenti,
e così conosce tanti
che qui ancor gli son davanti.
da don Nildo bene spesi.
E alla fine (grande pacchia)
gli vien data una parrocchia,
quella della Beverara
dove molte cose impara
e ne dona a piene mani
ai suoi cari parrocchiani.
E’ un pastore molto amato
e da tutti rispettato.
Pure gli atei più attenti
di don Nildo son contenti.
Ospitale ed accogliente
è stimato dalla gente.
Lui va spesso a Monteacuto
dove è molto benvoluto.
E dà spazio pure a quei
incurante del subbuglio
che scatena nella Curia:
c’è qualcuno che s’infuria.
Dopo anni trentasei
(sono tanti, cari miei)
a succedergli è chiamato,
altro prete molto amato,
Mattarelli, don Maurizio.
Un evento assai propizio
perchè dà continuità
(è una vera rarità)
al suo stile pastorale,
Questa è la sua biografia,
una vera sinfonia.
Se scordai fatti importanti
chiedo venia a tutti quanti.
Ma ora vi vorrei parlare
delle doti belle e rare
che ha mostrato don Pirani
ai vicini ed ai lontani.
Da teologo erudito
ha insegnato a menadito
e per ogni sua lezione
gli studenti già eruditi
lo ascoltavano rapiti.
Fu anche celebre scrittore:
lo voleva ogni editore.
Il suo libro, si assicura,
Tanto Bianchi che Mancuso
Don Pirani, equilibrato,
ha raggiunto un gran primato.
Assistente dell’ A.C.
molto bene egli riuscì.
Ma ha riscosso grandi allori
Lo ricordo (anni novanta)
agl’ incontri dei Quaranta.
Lo vedevi dormicchiare?
Alpinista di valore
conquistava in poche ore
Lagazuoi e Sass di Stria
senza usar la funivia.
è un fotografo fecondo.
Nildo è uomo di cultura.
Di sua casa son le mura
tappezzate di volumi:
la sapienza scorre a fiumi.
il rapporto è molto saldo.
Con don Giulio e con don Fini
si conoscon da bambini.
Con don Cova e Mattarelli
sono quasi dei fratelli.
E fu pure assai vicino
al compianto don Paolino.
Anche il vescovo Matteo,
conosciuto ha don Pirani
e così con le sue mani
gli dà la benedizione
e fa una dichiarazione:
“Chi frequenta S.Egidio
col suo stile così fresco,
quando ha appreso dell’ evento
ha esternato un sentimento:
“Provo grande simpatia
per don Nildo. E così sia”
Tra l’incenso e le orazioni,
litanie e celebrazioni,
salmi e canti gregoriani…..
lunga vita a don Pirani!
Paolo Natali
Bologna, 11 gennaio 2017
Nihil obstat quominus imprimatur
Le cronache (Giancarla Matteuzzi) narrano un episodio: don Nildo era catechista di don Mario Fini, di 8 anni più giovane di lui, ed una volta gli diede uno scappellotto per cause imprecisate (ma certamente giustificate).
Si viveva un clima di entusiasmo per le novità che il Concilio aveva portato nella vita della Chiesa.
Sono gli anni dei fermenti studenteschi, che precedono a Bologna, i fatti del ‘77 con la morte di Francesco Lorusso.
Don Nildo diede ospitalità in parrocchia ad un coro di omosessuali, provocando un certo clamore sulla stampa cittadina.
L’autore, in un modo forse un po’ contorto, vuole mettere in evidenza il fatto che il passaggio di consegne tra don Nildo e don Maurizio è avvenuto in un clima di piena comunione e con la partecipazione consapevole della comunità, fatto per niente scontato.
L’autore ha ritenuto opportuno ricordare alcuni dei confratelli più cari a don Nildo, un elenco certo non esaustivo.
Don Nildo abita ora in via Paolo Fabbri e celebra la Messa nella chiesa di S.Egidio, cara al vescovo Zuppi anche per il suo legame con la comunità di S.Egidio a Roma.