Habemus Presidentem
Sono andato a rileggermi i due post che avevo dedicato alla elezione del Presidente della Repubblica rispettivamente il 29 novembre ed il 9 gennaio scorsi. In entrambi mi ero pronunciato con diverse motivazioni ed in modo netto a favore della permanenza di Mario Draghi nel ruolo di primo ministro e della prosecuzione dell’esperienza di governo attuale. Sono contento che la sofferta rielezione di Mattarella come Presidente della Repubblica abbia prodotto anche questo risultato che giudico positivo e necessario per il nostro paese.
Sono ovviamente contento anche della riconferma di Mattarella, benchè sia questo l’esito dell’ennesima manifestazione della crisi che caratterizza da tempo il nostro sistema politico-istituzionale, crisi di leadership e di cultura politica. I dirigenti dei principali partiti non sono stati in grado di individuare ed eleggere una figura “super partes” e “di alto profilo” (queste le caratteristiche da tutti richiamate in modo concorde), non perchè (credo) non ne esistessero ma perchè ciascuno, al di là delle dichiarazioni ufficiali, preferiva tenere d’occhio il proprio interesse di parte.
In questa gara a chi faceva peggio si sono segnalati in particolare, secondo me, Matteo Salvini, tanto parolaio ed esibizionista, quanto incapace di svolgere in modo efficace il ruolo di kingmaker che si è autoassegnato, e Giuseppe Conte, tanto forbito e ricercato nell’eloquio, da buon avvocato, quanto ondivago e inconcludente nei risultati.
La speranza è che le tossine di questa settimana non guastino in modo irreversibile il clima all’interno del governo: toccherà a Draghi cercare di evitarlo.