Qualche riflessione a valle delle dimissioni del governo Draghi.
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Si sapeva da tempo che i mesi estivi ed autunnali sarebbero stati difficili per il governo di unità nazionale, perchè avvicinandosi alle elezioni i partiti avrebbero cominciato ad “agitare le loro bandierine” per motivare ed allargare i rispettivi elettorati mettendo in crisi la coesione dell’alleanza e problematica l’approvazione dei provvedimenti dell’esecutivo. E così prima Conte, poi a ruota Lega e FI hanno cominciato a creare difficoltà e ricatti. Lo stesso PD non ha rinunciato a spingere per l’approvazione di una legge sacrosanta come lo “ius scholae”, che non chiamava in causa il governo ma che ha dato pretesto alle destre per invocare il “liberi tutti”.
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M5S, Lega e FI, in evidente imbarazzo, non hanno avuto il coraggio di votare contro la fiducia a Draghi al Senato e hanno abbandonato l’aula o addirittura (i 5S) erano presenti e non votanti, somma ipocrisia. In aggiunta non hanno nemmeno ritirato i loro ministri dal governo. Come ulteriore segno di immaturità politica non si sono nemmeno assunta la responsabilità di aver fatto cadere il governo (giudicandolo implicitamente un fatto negativo) scaricandone la colpa gli uni sugli altri, compreso Draghi che secondo Berlusconi era ormai stanco.
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Sia nel M5S che nella Lega che in FI il ritiro della fiducia al governo ha generato divisioni e contrasti più o meno profondi fino a scissioni e dimissioni “pesanti”.
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La breve campagna elettorale che ci porterà al voto fra due mesi è cominciata subito in modo “sgangherato”. Berlusconi che aspira (come minimo) a diventare presidente del Senato, ha promesso pensioni superiori a 1000€ (già sentito) e 1 milione di alberi (ignorando che il PNRR ne prevede già 6 milioni). Salvini da parte sua ha rispolverato flat tax, pace (leggi: condono) fiscale, pensioni più facili, blocco della immigrazione. Naturalmente nessuno specifica risorse e modalità di attuazione delle proposte.
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Pare che Giorgia Meloni stia facendo scouting per trovare ministri tecnici (e competenti) per il suo futuro (?) governo.
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Non sarà un caso che da quando esiste la nostra Repubblica non si sono mai svolte elezioni politiche nei mesi autunnali. Infatti sarà un problema che il nuovo governo riesca a fare approvare dal Parlamento la legge di bilancio entro la fine dell’anno.