Qualche riflessione post-elettorale
Il risultato elettorale (netta affermazione di FdI, calo consistente della Lega, sconfitta-crisi del PD, rimonta dei 5S, risultato discreto di Azione-IV) ha sostanzialmente confermato le previsioni della vigilia e questo ha in parte attutito lo sconcerto per la novità rappresentata dalla vittoria di un partito che ha le sue radici ed i suoi riferimenti culturali nella destra sovranista e post-fascista. Devo dire invece che non mi aspettavo un calo così forte dell’affluenza alle urne: 9 punti in meno, dal 73% al 64% rappresentano un pessimo segnale.
Agli amici allarmati che temono ed anzi danno per certa una involuzione autoritaria del nostra sistema politico-istituzionale ed invitano ad attrezzarsi per una resistenza stile “CNL”, ricordo che fino a prova contraria viviamo in un regime democratico che prevede libere elezioni il cui responso va rispettato. Inoltre fa parte della democrazia, l’alternanza tra governi di segno contrario: è ormai da più di vent’anni che si sono succeduti governi di centrodestra e di centrosinistra, oltre a governi “misti” o “tecnici” o di “unità nazionale” ed abbiamo già provato/patito Berlusconi premier e Salvini ministro degl’interni. Avremmo volentieri fare a meno di subire Meloni presidente del Consiglio ma se le cose, come pare, andranno così, penso che si debba assumere un atteggiamento di opposizione vigilante e rigorosa ma costruttiva e libera da pregiudizi. Anche i moniti che giungono dalla presidente della Commissione Europea e dalla primo ministro francese, che promette di vigilare sul rispetto dei diritti e delle libertà democratiche nel nostro paese mi appaiono francamente “invasioni di campo” inaccettabili.
A chi mi chiedeva come avrei votato ho dato risposta con sincerità ma, non lo nego, con qualche imbarazzo e, a differenza di tante occasioni passate, non ho fatto propaganda per la mia scelta.
La ragione è che per la prima volta da quando esiste, non ho votato per il PD ma per Azione-IV.
I motivi di questa scelta sono diversi e sono sostanzialmente quelli che da più parti sono stati elencati nelle analisi della sconfitta del Partito Democratico.
Il principale è che negli ultimi anni è risultato evidente il fallimento di quello che era il progetto (rivelatosi alla fine troppo ambizioso) di un partito-sintesi di diverse culture (socialista -liberale-popolare democratica): la sua incerta identità è cambiata negli anni anche a seconda dei tanti (troppi) segretari che si sono avvicendati alla sua guida. A queste elezioni non si è ben capito in quale direzione il PD sarebbe andato se le avesse vinte e con quali forze si sarebbe alleato. Altri “peccati capitali” del PD si sono rivelati il “governismo”, cioè l’attitudine a stare comunque al governo (Orlando e Franceschini sono dei campioni da questo punto di vista) anche senza avere vinto le elezioni che in diverse occasioni si è fatto di tutto per scansare, e le correnti, raggruppamenti di esponenti politici a cui è indispensabile aderire se si vuole partecipare alla suddivisione delle candidature e delle cariche di governo nazionale o locale. Devo dire che anche le candidature che il PD presentava nei collegi di Bologna non mi convincevano per diverse ragioni sulle quali preferisco sorvolare.
Ma proprio dalle candidature parto per motivare la mia scelta di votare per Azione-IV. Mi riferisco in particolare a Marco Lombardo, un giovane che conosco e stimo personalmente e che ha dimostrato nella sua ancora breve storia politica grande competenza ed uno stile ispirato a concretezza, disinteresse personale e correttezza nella dialettica politica. Ma mi riferisco anche a Carlo Calenda nelle cui prese di posizione, ispirate ad una politica seria e scevra dai populismi e dalle promesse irrealizzabili, spesso mi riconosco ed il cui progetto di un polo riformista-liberal-popolare mi è sembrato il vero elemento di novità (che andava incoraggiato) di questa campagna elettorale. Il buon successo di Azione-IV a Bologna (terzo partito dopo il PD e FdI) non ha compromesso l’elezione dei candidati (Casini e Merola) del centrosinistra nel sistema maggioritario.
Naturalmente questo voto ad Azione-IV non rappresenta una cambiale in bianco. Verificherò nel tempo le scelte ed il posizionamento di questo partito, in particolare la sua chiara collocazione, così come Calenda ha dichiarato, nel campo del centrosinistra. Anche l’amicizia con Marco Lombardo, che è stato eletto senatore (a soli 41 anni), mi darà la possibilità di seguirne e valutarne i comportamenti e le scelte nell’ambito del Parlamento.