Le scelte di Piantedosi e Meloni
Le scelte del ministro Piantedosi e del governo Meloni in tema di controllo dell’immigrazione (con le “innovazioni” dello “sbarco selettivo” e del “carico residuo” (sic!) sono a mio giudizio non soltanto criticabili sul piano umanitario e dal punto di vista della legittimità ma anche profondamente incoerenti. Esse infatti riguardano meno di un decimo dei migranti disperati che cercano di giungere nel nostro paese. Tutti gli altri sbarcano dopo essere stati salvati dalla Guardia costiera italiana o prendono terra direttamente dai barconi con i quali hanno fortunosamente attraversato il Mediterraneo. In questi casi, per fortuna, nessuno si azzarda a selezionare i cosiddetti fragili ed a riportare gli altri in acque internazionali.
Forse Piantedosi e c. pensano di strumentalizzare vite umane duramente provate per dissuadere le ONG straniere dal prestare soccorso e per ottenere dall’Europa una revisione (doverosa) degli accordi di Dublino. Se le cose stanno così bisogna dire con fermezza che i fini non giustificano in alcun modo i mezzi. Oltretutto questa selezione dei fragili potrebbe anche incentivare atti di autolesionismo.
Il nostro paese ha bisogno di una drastica riforma delle proprie leggi che regolano l’immigrazione, a partire dalla cancellazione della Bossi-Fini. Ma sarà mai possibile con questo parlamento e con questo governo di destra-centro?