Le primarie del PD

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 21 febbraio, 2023

Bonaccini e Schlein

Innanzitutto cominciamo a dire che quelle del 26 febbraio prossimo non sono vere elezioni primarie.

Lo furono quelle del 16 ottobre 2005, una consultazione organizzata dai partiti dell’Unione per scegliere il candidato premier e che ebbero come risultato l’elezione di Romano Prodi da parte di  più di 4 milioni di italiani.

Ora si tratta invece di scegliere il segretario del PD, una scelta che è già stata fatta dagl’iscritti al partito che hanno premiato Bonaccini con il 53% dei voti contro il 35% di Schlein.

Il 26 febbraio potranno votare tutti coloro che sono elettori o simpatizzanti del PD e mi limito a dire che sarebbe davvero “stravagante” che venisse nominato segretario del PD una persona diversa da quella scelta dagl’iscritti allo stesso partito.

P.S. Prendo atto dei diversi commenti sulla pagina Fb e provo a chiarire ulteriormente il mio pensiero.

Trovo che sia sempre giusto, da parte del PD, organizzare elezioni primarie vere, (cioè seguite da elezioni politiche o amministrative “secondarie”) per dare modo non solo agli iscritti ma anche ad elettori e simpatizzanti di scegliere il candidato da presentare e sostenere appunto alle elezioni secondarie: è un modo democratico di allargare il consenso e la partecipazione democratica. Considero invece privo di giustificazioni fare decidere ai non iscritti chi debba essere il segretario del partito e che sarebbe “stravagante” cioè bizzarro e non privo di conseguenze per la vita del partito stesso, che risultasse scelta una figura diversa da quella votata a larga maggioranza dagli iscritti.
A me non vengono in mente organizzazioni (un condominio, un’associazione, un movimento) che demandino ai non appartenenti la decisione circa la guida dell’organizzazione stessa.

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