L’alluvione del 20-21 ottobre a Bologna

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 26 ottobre, 2024

Alluvione a Bologna

Alluvione a Bologna

Ho scritto alcune note in merito all’evento alluvionale che ha colpito Bologna tra il 20 ed il 21 ottobre scorsi. Ne riporto nel seguito le conclusioni.

“A questo punto vorrei concludere formulando una serie di considerazioni che non hanno la pretesa della infallibilità ma che derivano da un po’ di esperienza e da quanto si può desumere dai documenti di cui sopra e dalle cronache di questi giorni.

Senza dubbio l’evento del 19-20 ottobre ha avuto carattere di eccezionalità ed i suoi effetti sono stati aggravati dalla saturazione del suolo, già imbibito dalle precedenti precipitazioni. Tuttavia la consapevolezza della possibilità di eventi estremi avrebbe dovuto esserci, sia per i cambiamenti climatici in atto, sia per quanto già avvenuto nel passato fino ai fatti del maggio 2023. In particolare che la tombatura del torrente Ravone avesse una portata inadeguata era già noto ancor prima del 2023.

A tale consapevolezza si è risposto certamente, fin dal 2015, con l’implementazione di un sistema di monitoraggio e di modellistica (le cui risposte si sono purtroppo rivelate insufficienti) mentre non è dato sapere quali interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria siano stati effettuati sulla rete dei rii collinari sulla base della convenzione con la Bonifica Renana.

I documenti di pianificazione sopracitati enfatizzano la necessità di limitare il consumo di suolo a scopo edificatorio, di deimpermeabilizzare le superfici asfaltate, di applicare tecniche di drenaggio sostenibile, di rinaturalizzare i corsi d’acqua ecc. ecc., tutte strategie certamente utili ed efficaci, soprattutto per la tutela delle aree di pianura a valle della via Emilia, ma a mio giudizio poco significative per ridurre il rischio idraulico rappresentato dai rii collinari bolognesi, dal momento che la collina della nostra città non ha conosciuto, fortunatamente, processi di urbanizzazione intensa. Forse, almeno in certe zone, essa soffre piuttosto di una condizione di abbandono e di disordine della rete minuta di drenaggio delle acque superficiali.

Riassuntivamente non si sfugge alla sensazione di una risposta insufficiente, anche dopo il maggio 2023, alla situazione di rischio.

A questo punto, anche dopo le parole del Sindaco, mi auguro e voglio credere che ci sarà una svolta nelle politiche locali e regionali di difesa del suolo, abbandonando quella serie di dichiarazioni d’intenti e di buoni propositi che anche a livello nazionale fanno seguito a tutte le calamità (“ci vuole prevenzione, si spende meno a fare prevenzione che a riparare i danni ecc. ecc,”) puntualmente smentiti dall’inerzia e dai ritardi successivi: i drenaggi profondi per risanare un versante in frana, la pulizia di un rio o di un torrente, un gabbione per una difesa spondale si notano meno di una pista ciclabile o di una rotonda stradale.

Si è parlato di vasche di accumulo o di casse di espansione, ma non penso che queste siano infrastrutture utili e fattibili nella nostra collina. Certamente dovrà essere fatto uno studio complessivo di carattere idraulico ed idrogeologico, che abbracci tutti i bacini dei nostri rii, a partire dal Ravone e dall’Aposa, supportato da un adeguato sistema di monitoraggio e di previsione dei regimi di piena. In questo studio andrà considerato attentamente anche il ruolo del canale di Savena e del canale di Reno, verificando se essi possano essere, in occasione di eventi critici, il recapito di una parte dei rii che oggi attraversano, tombati o meno, la nostra città. Come ha detto il Sindaco, si tratta di ripensare alla radice l’organizzazione del sistema idraulico complessivo che interessa Bologna, realizzando le opere necessarie.

Per contrastare il dissesto idraulico ed idrogeologico del territorio, è necessario anche rimediare al “dissesto istituzionale”: in materia di difesa del suolo esiste una molteplicità di enti ed istituzioni competenti che ostacola una visione coerente del sistema fisico e rallenta l’adozione di provvedimenti efficaci. Qui occorrerebbe un intervento legislativo a livello nazionale ma molto si può fare anche a livello regionale e subregionale. Così come occorre rafforzare l’apparato tecnico in questo settore che oggi appare alquanto indebolito. Il candidato alla presidenza regionale De Pascale ha fatto qualche proposta utile in tal senso.

Bologna in altre occasioni drammatiche e dolorose ha saputo essere di esempio per il paese: questo è il momento di dimostrare che siamo davvero capaci di trasformare le sciagure in opportunità.”


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