Caro Sergio ti scrivo….

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Sergio Lo Giudice

Nei giorni scorsi ho scritto una lettera al senatore Sergio Lo Giudice in merito alle legge sulle unioni civili in discussione al Parlamento. Ne trascrivo il testo qui di seguito. Sarò lieto di rendere pubblica anche la eventuale ed auspicabile risposta di Sergio.

Caro Sergio, ho deciso di scriverti per manifestarti le mie opinioni ed il mio stato d’animo in merito alla legge sulle unioni civili all’esame del Parlamento.

Mi sono spesso venute in mente le nostre discussioni sul tema, nel corso della comune (e bella) esperienza di consiglieri durante il mandato Cofferati. Continua…

E’ passata l’emergenza…..

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Smog

Come anticipato alla fine del mio ultimo post, torno sul tema dell‘inquinamento atmosferico.

Il tempo è cambiato (pioggia e turbolenza atmosferica) e l’emergenza è (per ora) terminata. Il tema “smog” è uscito dalle pagine dei giornali e dalle notizie tv…… fino alla prossima emergenza.Intanto però si può fare qualche riflessione .

Innanzitutto ARPAE ha pubblicato, con la consueta tempestività, le statistiche dell’anno 2015. Il dato di concentrazione media annua di Pm10 nella centralina S.Felice è di 29 mcrgr/mc, peggiore dei 25 registrati l’anno passato ma comunque nettamente inferiore al limite di legge (40) e si colloca al secondo posto nella graduatoria degli ultimi dieci anni. Si conferma insomma che, al netto delle condizioni meteorologiche, la nostra città non se la passa tanto male, quanto a qualità dell’aria.

A Bologna infatti non c’è stato bisogno di misure straordinarie (blocchi della circolazione o targhe alterne) che, ove applicate, non hanno prodotto risultati apprezzabili. Nè, penso, avranno effetti decisivi le misure concordate in sede ministeriale (l’abbassamento di due gradi di temperatura nel riscaldamento degli edifici e di 20 km/h nei limiti di velocità nelle aree urbane) di dubbia efficacia e, soprattutto, di difficile applicazione e controllo.

Indubbiamente è importante un coordinamento a livello delle regioni padane, ma ciò che conta davvero, a livello locale, sono misure strutturali che abbiano come effetto una diminuzione delle auto in circolazione ed un rinnovo graduale dei veicoli sia pubblici che privati. A Bologna questo lo si è ottenuto attraverso uno spostamento nell’uso dei mezzi di trasporto, soprattutto nei percorsi quotidiani casa/lavoro e casa/scuola, dalle auto alla bici ed al trasporto pubblico: è infatti aumentato in misura significativa il numero delle persone che utilizzano la bici ed il bus. Gli strumenti principali utilizzati dall’amministrazione sono stati da un lato i provvedimenti di limitazione della circolazione dei mezzi privati e la politica della sosta, dall’altro le pedonalizzazioni, l’aumento delle piste ciclabili e l’efficientamento del servizio pubblico, compresa l’intensificazione dei controlli contro l’abusivismo che ha fatto aumentare in misura considerevole i ricavi di Tper.

L’altro fattore di carattere strutturale è, come detto, il miglioramento del parco veicolare circolante: da un lato (sul versante privato) le drastiche limitazioni alla circolazione delle auto più inquinanti in vigore nei mesi invernali, unite alle facilitazioni concesse ai veicoli “virtuosi”, dall’altro (sul versante pubblico) il potenziamento della filoviarizzazione e la prossima entrata in servizio di un centinaio di moderni filobus (compresi i Crealis) dovrebbero contribuire ad un miglioramento permanente della situazione.

Naturalmente quanto detto per gli spostamenti in area urbana vale anche per i movimenti pendolari dove il potenziamento del Servizio Ferroviario Metropolitano dovrebbe spostare sempre più utenti dalla gomma al ferro.

In presenza tuttavia di condizioni metereologiche particolarmente sfavorevoli non si può escludere che si possa ritornare in situazioni di emergenza, almeno fino a fine marzo, quando si spegneranno gl’impianti di riscaldamento. Il protrarsi per sette giorni del superamento del limite dei 50 mcrgr/mc di concentrazione giornaliera di Pm10 farà scattare il blocco della circolazione, con le relative deroghe e con i provvedimenti collaterali. Credo di poter dire, tuttavia, che il principale beneficio dei blocchi, che obbligano ad utilizzare la bici o il trasporto pubblico, è proprio quello di dimostrare che ci si può spostare in modo alternativo all’uso della vettura privata, favorendo un cambio di abitudine.

Un discorso a parte meritano i motoveicoli. Ma di questo parleremo una prossima volta……

Qualità dell’aria: un po’ di obiettività e di memoria.

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Smog

Che la qualità dell’aria nella nostra città ed ancor più nel resto del paese lasci molto a desiderare, soprattutto in questo prolungato periodo di alta pressione e di assenza di precipitazioni e turbolenza, è fuori discussione.

In questi giorni tuttavia mi è capitato di leggere giudizi catastrofici, lontani dalla realtà. Vediamo di recuperare un po’ di obiettività e di memoria.

Innanzitutto sembra che ci dimentichiamo che le soglie d’inquinamento da non superare hanno un valore di riferimento convenzionale. Insomma non è che se la concentrazione media giornaliera di polveri sottili è 51 mcrgr/mc la salute ne soffre mentre se è 49 tutto va bene. Così come è ben diversa una concentrazione di 80 rispetto ad una di 55.

Inoltre si guarda con attenzione spasmodica al valore di concentrazione media giornaliera (che non deve superare i 50 mcrgr/mc) e si trascura il dato di concentrazione media annuale che è comunque rappresentativo della qualità dell’aria che respiriamo appunto nel corso dell’anno (che non deve superare i 40 mcrgr./mc).

Infine è bene non fidarsi della memoria e consultare i dati, reperibili sul sito dell’ARPA, relativi all’ultimo decennio, in modo da valutare con obiettività il trend sia dei superamenti che delle concentrazioni medie annue.

Questa è la tabella dei valori riguardanti le concentrazioni di Pm10 misurate presso la centralina di porta S.Felice, assunta come rappresentativa della situazione della nostra città.

ANNO NUMERO SUPERAMENTI CONCENTRAZIONE MEDIA ANNUA
2015 37
2014 23 25
2013 57 32
2012 73 37
2011 69 37
2010 63 34
2009 50 34
2008 68 37
2007 104 42
2006 109 45

Da essa si ricava che, per quanto riguarda i superamenti della concentrazione media giornaliera, si è avuto un calo progressivo, dai 109 del 2006 ai 23 dell’anno passato. Nel 2015 siamo attualmente a 37 e, comunque andranno le cose negli ultimi quattro giorni dell’anno, avremo totalizzato, in presenza di condizioni meteorologiche sfavorevoli, il secondo miglior risultato del decennio.

Anche per quanto riguarda le concentrazioni medie annue si è passati dai 45 mcrgr/mc del 2006 ai 25 del 2014. Sarà interessante vedere il valore per il 2015 che, seppure non migliorasse il dato dell’anno scorso, non dovrebbe nemmeno peggiorarlo di tanto.

Vorrei essere chiaro. Ho riportato questi dati non per alimentare un ottimismo del tutto fuori luogo ma soltanto per smentire inutili catastrofismi.

A questo punto si dovrebbe aprire il ragionamento sulle strategie e sulle azioni necessarie a contrastare l’inquinamento atmosferico, sulla loro efficacia e, non meno importante, sulla loro concreta praticabilità. Lo rimando ad un momento successivo, magari quando la crisi attuale sarà superata e non si parlerà più di Pm10….., o magari quando sarà noto il valore della concentrazione media annua del 2105.

P.S. del 5 gennaio 2016

Come previsto il valore medio annuo del 2015 è stato di 29 mcrg/mc. un po’ superiore a quello del 2014 ma ampiamente nei limiti.

Cara Variante di valico

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Imbocco di gallerie sulla Variante di valico

Dove “cara” non sta per “costosa” o “dispendiosa” ma sta ad indicare un rapporto familiare, quasi affettivo, tra quest’opera ed il sottoscritto. Se avrete la pazienza di leggere capirete il perchè.

La Variante di valico, inaugurata ieri da Matteo Renzi, ha accompagnato per circa 30 anni la mia vita professionale e mi farà compagnia ancora per alcuni mesi.

I primi elaborati progettuali risalgono, com’è stato ricordato, agl’inizi degli anni ‘80. A quell’epoca non si parlava ancora di Variante di valico, ma di fronte alla inadeguatezza dell’autostrada A1 tra Bologna e Firenze a far fronte all’intenso traffico, soprattutto pesante, venne prospettata dalla società Autostrade, l’ipotesi di realizzare un raddoppio mediante una “camionale”, vale a dire un’autostrada destinata esclusivamente al trasporto merci.

L’opera si presentava assai impegnativa sul piano tecnico e particolarmente rilevante dal punto di vista dell’impatto ambientale. Il Ministero dell’Ambiente decise pertanto, in accordo con le due regioni interessate (Emilia Romagna e Toscana), di insediare una commissione di esperti con l’incarico di sottoporre il progetto ad una verifica di fattibilità sotto il profilo delle sue interferenze con l’ambiente. Della commissione, presieduta dal prof. Lupia Palmieri, facevano parte componenti di nomina ministeriale e regionale. Ebbi a quell’epoca l’onore di farne parte , Continua…

Qualità della vita 2015. Bologna tra luci ed ombre.

sole24oreIl Sole 24 ore di oggi ha pubblicato i risultati della consueta classifica annuale sulla qualità della vita delle 110 province italiane, costruita a partire da 36 indicatori raggruppati in 6 categorie omogenee. I valori degl’ indicatori utilizzati per la ricerca sono riferiti prevalentemente all’anno 2014 e, in alcuni casi, al 2013 e 2015.

Bologna si colloca come sempre nella parte alta della classifica, per la precisione al 12° posto ma ha perduto 5 posizioni rispetto all’anno scorso. In particolare è preceduta (tra le province dell’Emilia Romagna) da Ravenna e, tra i capoluoghi di regione, da Aosta (8°), Firenze (4°) e Milano che si classifica al secondo posto, con un miglioramento di 8 posizioni. Al primo ed al terzo posto troviamo rispettivamente Bolzano e Trento, che confermano un posizionamento di eccellenza occupato ormai da molti anni.

Può essere di qualche interesse guardare alla performance di Bologna nelle graduatorie parziali. Continua…

Una multa (forse) provvidenziale

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Padre Digani, cittadini ed un'accertatrice della sosta

Può darsi che padre Gabriele Digani, il frate dell’opera padre Marella che raccoglie offerte all’angolo tra via Caprarie e via Drapperie, debba fare un monumento all’accertatrice della sosta di Tper che qualche giorno fa lo ha multato per sosta vietata in uno stallo destinato alla ricarica delle auto elettriche.

Dico questo perchè è possibile che le accese polemiche suscitate da quella multa (giudicata da qualcuno come un’offesa al buon senso ed allo spirito di solidarietà e da altri come un’inevitabile conseguenza della rigorosa applicazione della normativa in materia di sosta) inducano il Comune di Bologna a trovare una soluzione formale e definitiva al problema.

Problema che in verità si trascina da anni. Quando ero in consiglio comunale (2004/2010) m’interessai attivamente per cercare di risolvere la questione ma mi arresi di fronte all’ impossibilità, a detta dell’amministrazione, di trovare il modo di riservare in via esclusiva uno stallo di sosta all’opera padre Marella nelle vicinanze del luogo dove padre Digani esercita il suo ministero di carità, ubicato tra l’altro in una zona soggetta ad una fortissima pressione, in particolare per operazioni di carico e scarico. L’unica possibilità, nel caso in cui non si trovasse posto in uno stallo riservato ai disabili, sembrava quella che l’auto dell’opera Marella accompagnasse padre Digani sul posto ed andasse a riprenderlo caricando con l’occasione i pacchi donati dai cittadini.

Vedremo se, sotto la pressione dell’opinione pubblica, questa volta si riuscirà a trovare una soluzione nelle pieghe di leggi e regolamenti nazionali e comunali. Me lo auguro vivamente perchè in caso contrario la questione rimarrà aperta.

Ci sarà sempre cioè chi s’indigna contro la “miope applicazione della legge che ignora il buon senso e perseguita chi sta solo svolgendo un’opera di carità” e chi ritiene, secondo me a ragione, che chi è chiamato ad applicare una norma non possa affidarsi ad un buon senso che è del tutto discrezionale e può portare volta a volta, a seconda delle circostanze e della soggettività dell’agente, a risultati diversi.

Aspettando il nuovo vescovo

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Il vescovo Matteo Maria Zuppi

Il contesto ecclesiale in cui si colloca l‘arrivo del nuovo vescovo a Bologna appare promettente e carico di speranza, almeno per tre motivi.

Il Sinodo sulla famiglia, per le modalità innovative del suo svolgimento più ancora che per i suoi contenuti, peraltro propedeutici all’atteso documento postsinodale del Papa.

Due eventi fortemente evocativi come la prossima ricorrenza del cinquantenario della chiusura del Concilio Vaticano II, coincidente con l’inizio dell’Anno giubilare della misericordia.

Il recente svolgimento a Firenze del V Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa cattolica italiana , a proposito del quale vorrei ricordare le parole con cui papa Francesco ha concluso il suo saluto ai partecipanti:

…… permettetemi solo di lasciarvi un’indicazione per i prossimi anni: in ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni Diocesi e circoscrizione, in ogni regione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni, specialmente sulle tre o quattro priorità che avrete individuato in questo convegno.”

Penso che mons. Zuppi, del quale ho molto apprezzato la scelta di non risiedere in Curia ma alla Casa del clero, farà tesoro di questa indicazione, che corrisponde peraltro, a mio avviso, ad un’esigenza assai avvertita nella nostra chiesa particolare ove, ormai da molti anni, la stessa parola “sinodo” era quasi impronunciabile. C’è invece tanto bisogno di dare voce in modo libero e privo di condizionamenti dall’alto a tutte le componenti del popolo di Dio che è in Bologna per fare entrare aria nuova e recuperare un clima di maggiore partecipazione e corresponsabilità nella linea del rinnovamento conciliare.

In attesa e con la speranza di poter dare il mio contributo nell’ ambito strutturato di un eventuale ed auspicabile cammino sinodale, provo ad elencare in estrema sintesi alcuni temi che ritengo meritevoli di approfondimento e di confronto. Continua…

A proposito di ballottaggi

In questi giorni sono stati resi pubblici i risultati di alcuni sondaggi effettuati da diversi istituti di ricerca (l’ultimo di Nando Pagnoncelli, di cui ha dato conto il Corriere della sera di domenica scorsa) , sulle intenzioni di voto per i partiti nel caso si svolgessero elezioni con il sistema elettorale vigente (il cosiddetto Italicum). A parte il schedefatto che al momento non è prevista alcuna consultazione elettorale nazionale e, quindi, tali sondaggi hanno un valore del tutto relativo, è tuttavia di qualche interesse riflettere soprattutto sull’esito degli eventuali ballottaggi che, in caso di mancato raggiungimento del 40% dei voti da parte di una lista, metterebbero a confronto i due schieramenti che avessero ottenuto il maggior numero di consensi.

Bene. Tutti gl’istituti demoscopici sono concordi nel ritenere che in caso di ballottaggio fra PD e M5S, sarebbero i grillini a prevalere, sia pure di stretta misura.

Più ampia sarebbe invece la vittoria del PD nei confronti di una lista di centrodestra (Lega, FI e Fratelli d’Italia).

Soprattutto il primo scenario si presta a qualche considerazione, nel senso che la vittoria del M5S dipenderebbe evidentemente dal fatto che gli elettori di centrodestra, dovendo scegliere tra PD e M5S darebbero la loro preferenza, in maggioranza, a quest’ultimo. Cosa ne pensano coloro che giudicano il PD di Renzi un partito ormai di centrodestra? Oltre a ciò, stando ai sondaggi, sarebbero soprattutto gli elettori della Lega a preferire il M5S al PD, sentendosi presumibilmente in sintonia con l’identità prevalentemente protestataria ed antisistema dei “pentastellati”.

Il fatto è che a tutt’oggi il M5S si caratterizza e riscuote consensi soprattutto per le (del tutto lodevoli ed apprezzabili) istanze di coerenza, onestà, disinteresse personale e sobrietà nell’uso degli emolumenti pubblici. Assai meno chiare ed in alcuni casi contraddittorie, sono le linee politiche di un’eventuale azione di governo nazionale, a parte il mantra, peraltro indefinito dal punto di vista della sostenibilità economica, del salario di cittadinanza.

A proposito di Sinistra Italiana

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Leaders di Sinistra Italiana

La giustificazione fondamentale addotta dai parlamentari recentemente usciti dal PD (Fassina, D’Attorre, Galli ed altri) per dare vita a S.I. con i parlamentari di SEL, è che il PD a guida Renzi avrebbe radicalmente mutato identità, divenendo nella sostanza un partito di centrodestra.

A me questo sembra un alibi ed un modo per scaricare su altri la responsabilità di una scelta che considero profondamente sbagliata. Come quei bambini che di fronte alla sconfitta non sanno accettarla e preferiscono ritirarsi dalla partita. Questo mi appare ancora più evidente se penso ai duri attacchi mossi da parte di costoro a Bersani, Cuperlo, Speranza ed a quanti, pur non condividendo la leadership di Matteo Renzi, stanno nel partito, da minoranza leale, ripromettendosi di riconquistare la guida del PD al prossimo congresso.

Peraltro non v’è dubbio che Renzi abbia impresso al PD un radicale cambiamento di cui si percepiscono le coordinate anche attraverso l’azione di governo del paese in questi ultimi due anni.

Ma chi vede in questo un tradimento dell’identità originaria del PD, sembra scambiare il PD stesso per il vecchio PCI/PdS/Ds la cui matrice, pur mutata nei diversi passaggi, era tutto sommato chiaramente caratterizzata in senso socialcomunista, dimendicando come il Partito Democratico è nato dall’incontro di tradizioni diverse, la socialdemocratica, la cattolicodemocratica e la liberaldemocratica. E se nei suoi primi anni di vita, dal 2007 al 2013, la segreteria è stata espressione della tradizione socialdemocratica, il cambiamento intervenuto a seguito delle primarie del dicembre 2013 ha una piena legittimazione non solo statutaria ma anche politica in quanto corrisponde evidentemente ad un mutamento dell’orientamento della maggioranza degl’iscritti e degli elettori del PD, sempre all’interno dello spirito fondativo del partito.

Il limite della Città metropolitana

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Daniele Manca, sindaco di Imola

Devo dire che non mi aspettavo che il limite d’origine della Città metropolitana, cioè il suo essere un ente di secondo grado, si manifestasse così presto e con tale chiarezza.

Oggi il sindaco di Imola Manca, vicesindaco della Città metropolitana, si è dimesso dalla carica in polemica con il sindaco Merola e con la consigliera delegata all’urbanistica e pianificazione territoriale Conti, sindaco di S.Lazzaro di Savena.

All’origine della grave crisi istituzionale c’è la bocciatura da parte dell’esecutivo della C.m. del Piano strutturale del comune di Imola ed in particolare dell’insediamento urbanistico previsto nella zona pedecollinare di via Roncaglie, sulla base del parere negativo espresso dai tecnici, tenendo conto dei vincoli e delle prescrizioni contenute nel PTCP (Piano territoriale di coordinamento provinciale), approvato nel marzo 2004 dal consiglio provinciale di Bologna ed aggiornato con successive varianti l’ultima delle quali risale all’ottobre 2013.

Alcune delle dichiarazioni attribuite a Manca (“ognuno faccia il sindaco nel proprio comune”,”la città metropolitana dovrebbe essere una federazione di territori”) descrivono con chiarezza l’incerta identità della Città metropolitana, ente di secondo grado i cui organi di governo sono formati da amministratori dei comuni, sindaci e consiglieri comunali.

Qualsiasi atto della Città metropolitana che, in ragione di interessi superiori, vada contro le scelte di un singolo comune e leda la sua autonomia è destinato a scatenare pesanti reazioni di rigetto.