L’abolizione delle Province

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Lo stemma dell' Unione Province Italiane

Si tratta di un tema caro al leader del partito repubblicano Ugo La Malfa, che risale agli anni ‘70, successivamente all’istituzione delle Regioni: allora come oggi si sostiene che la nascita di questi enti comportava automaticamente l’inutilità delle Province. Peccato che le Regioni stesse abbiano poi provveduto nel corso degli anni a delegare o trasferire alle Province numerose competenze istituzionali che si aggiungevano a quelle attribuite dallo Stato centrale.

Negli anni seguenti l’argomento dell’abolizione dell’ente Provincia è periodicamente riemerso e scomparso come un fiume carsico, fino ad affermarsi, di questi tempi,come un vero e proprio mantra Continua…

Un anno fa, di questi giorni…..

Igea Marina

Igea Marina

……ero ricoverato, da quasi due mesi, all’ospedale Bellaria, per curare gli esiti della mielite trasversa che mi aveva colpito il 20 aprile nel corso di un viaggio in Andalusia. Davo conto della mia situazione, attraverso questo blog, con le mie “Cronache ospedaliere” (forse le ricorderete), alternate alle “Cronache domestiche” coincidenti con i miei permessi del week end.

Seguivo un intenso programma di terapia fisica, stavo recuperando lentamente una certa autonomia ma ero ancora dipendente dalla carrozzina anche se cominciavo a muovermi sulle mie gambe, con l’ausilio di un deambulatore. Mi attendevano ancora alcuni mesi di ricovero: venni dimesso infatti, dopo un intervallo nei primi venti giorni di agosto, il 5 ottobre.

Adesso mi trovo non al Bellaria ma a Bellaria, o per meglio dire ad Igea Marina, che sta a Bellaria (fatte le debite proporzioni) come Cervia sta a Milano Marittima.

Sono qui in vacanza da una settimana con Annastella, nel piccolo appartamento che possediamo da quasi trent’anni e che nei mesi estivi  ha ospitato oltre a noi, i miei genitori, le nostre figlie, i loro mariti, nipoti, amici ecc.

Qui si sta davvero molto bene. Sono le giornate più lunghe dell’anno. Abbiamo avuto fin qui un bel sole caldo ma del tutto sopportabile grazie alla brezza marina.

Alla mattina per andare in spiaggia mi faccio una ventina di minuti (18 per la precisione) di camminata con i bastoni, ed altrettanti al ritorno. Nel pomeriggio per tornare in spiaggia utilizzo l’auto perchè quattro percorsi a piedi sarebbero un po’ faticosi. Anche perchè in spiaggia non mi limito a prendere il sole sullo sdraio ma faccio due nuotate, una al mattino ed una al pomeriggio, di quasi mezz’ora l’una. Purtroppo non sono più le nuotate che facevo nella mia vita precedente, con le pinne e ben oltre gli scogli. Ma agli scogli ci arrivo anche adesso, sia pure più lentamente a causa di una battuta di gambe che, naturalmente, lascia molto a desiderare.

Annastella mi è di grande aiuto e le giornate passano serene. Ho fiducia che questo periodo che, salvo imprevisti, dovrebbe durare fino a fine luglio (sono gradite le visite di amici), possa aiutarmi in questo lungo percorso riabilitativo.

Se penso alle mie giornate ad Igea degli anni passati, magari in acqua a far fare il motoscafo a Margherita, Viola, Tobia od Olivia, mi si stringe un po’ il cuore, ma se penso a com’ero un anno fa, di questi giorni……il cuore si riapre in un sorriso pieno di gratitudine e di speranza.

Tper…….che?

Il logo di Tper

Il logo di Tper

Il Consiglio di amministrazione di Tper, del quale faccio parte in qualità di vicepresidente, ha approvato tra l’altro, nella seduta del 30 maggio scorso, il bilancio consuntivo 2012 della società.

I giornali ne hanno parlato in questi giorni. Per coloro ai quali fossero sfuggiti gli articoli e che fossero interessati suggerisco di scaricare il testo del comunicato stampa che contiene le informazioni essenziali comunicato-stampa-1.

Posso aggiungere che Tper, nata l’1 febbraio 2012 dalla fusione di ATC e FER, società da cui erano stati preventivamente scorporati rispettivamente il ramo sosta ed il ramo infrastruttura ferroviaria, al di là del deficit di bilancio, che dovrebbe essere riassorbito in breve tempo, ha davanti a sè compiti importanti quali il miglioramento del trasporto pubblico locale in termini di intermodalità (su gomma, su ferro e ciclabile) e la graduale integrazione a scala regionale delle aziende di trasporto pubblico.

Un primo segnale di novità rispetto al passato è stato rappresentato dalla campagna antievasione, svoltasi nello scorso autunno, e che ha dato risultati assai positivi, sia sotto il profilo della risposta da parte degli utenti che del riscontro sul piano economico.

Un secondo risultato positivo dell’azione di Tper, a supporto tecnico dell’iniziativa politica delle amministrazioni locali e della Regione, è stato il salvataggio-recupero del progetto CIVIS con la sostanziale conferma del finanziamento statale e la prevista fornitura, al posto dei CIVIS, dei nuovi CREALIS.

Infine Tper sarà il principale soggetto attuatore del Progetto per la realizzazione del servizio di trasporto pubblico integrato metropolitano bolognese (completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano e della filoviarizzazione delle linee portanti del trasporto pubblico)  finanziato per circa due terzi coi fondi statali ex-metrò e per un terzo da Regione, Comune e Tper.

Per saperne di più su Tper ecco il link al sito dell’azienda http://www.tper.it/

Il risultato del referendum sulla scuola dell’infanzia.

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Il voto del sindaco Merola

Un commento ai risultati del referendum consultivo sul finanziamento della scuola dell’infanzia bolognese, svoltosi ieri, da parte di uno che ha sostenuto convintamente (argomentandone le ragioni) ed ha votato l’opzione B.

Non credo che sia il caso di minimizzare la vittoria dell’opzione A (59%) con l’ argomento della bassa percentuale dei votanti (28,71%),nettamente inferiore a qualsiasi altra consultazione referendaria bolognese (sulla chiusura del centro storico al traffico, sul progetto Bofill della stazione centrale, sulla privatizzazione delle farmacie). Non si può non tenere conto, al riguardo, del calo costante della partecipazione a qualsiasi tipo di votazione, anno dopo anno, del voto limitato alla sola domenica e del quesito che non toccava interessi generali della popolazione.

Così come non si può non prendere atto della sconfitta dei partiti (PD in primis) e delle espressioni organizzate della società civile (tra cui le parrocchie e la Chiesa gerarchica) che hanno fatto campagna elettorale per l’opzione B.

Sono convinto che A abbia prevalso Continua…

Ancora sul Referendum

Ho già avuto modo in più occasioni di esprimere la mia opinione a proposito del Referendum consultivo che si svolgerà a Bologna il 26 maggio prossimo circa il contributo finanziario che il comune di Bologna fin dal 1994 eroga alle scuole dell’infanzia (3/5 anni) private paritarie, contributo che oggi supera di poco il milione di euro all’anno.referendum1

Sono senza incertezze per il mantenimento del contributo e per scegliere la risposta B al quesito referendario.

Alle considerazioni fatte sul mio blog http://www.paolonatali.it/2013/03/19/un-referendum-viziato-dallideologia/ aggiungo qualche dato ulteriore. Il Comune ha speso nel 2011 per i 5137 bambini che hanno frequentato le 208 sezioni di scuola comunale circa 35,5 milioni di euro per una spesa procapite di 6912 €. Lo stesso Comune, attraverso il proprio contributo, ha speso per i 1726 bambini iscritti alle materne private paritarie 1, 188 milioni di euro per un costo procapite di 689 € (meno di 1/10). Si aggiunga che i genitori dei bambini che frequentano la scuola comunale o statale non pagano nulla per la retta, mentre gli altri pagano rette che, come minimo, si aggirano sui 200 € al mese.

I promotori del referendum, che sostengono l’abolizione del contributo e la sua destinazione al finanziamento della scuola comunale si richiamano fondamentalmente al testo del terzo comma dell’art. 33 della Costituzione, che recita: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. All’interpretazione di chi legge tale comma come una preclusione assoluta a contributi finanziari per le scuole a gestione privata, si può opporre chi, a partire dallo stesso estensore di quel comma, Epicarmo Corbino, ritiene che i costituenti, nel riconoscere il diritto dei privati ad istituire scuole, abbiano voluto precisare che esso non comporta di per sé un “obbligo” per lo Stato a sostenerle.

Detto ciò, e rilevato come la vicenda del referendum bolognese si stia caricando ogni giorno di più di un significato nazionale (con la discesa in campo, a sostegno dei promotori, di esponenti della politica e della cultura come Stefano Rodotà, Margherita Hack, Moni Ovadia ecc.) trovo inopportuno l’impegno attivo ed i pronunciamenti del presidente della CEI, cardinal Bagnasco, e dei vertici della Chiesa bolognese. Questo infatti non fa che aumentare il “tasso ideologico” della consultazione referendaria, mettendo in secondo piano le ragioni e le argomentazioni di carattere economico-amministrativo, che meritano a mio giudizio di essere tenute in evidenza. Siamo di fronte insomma ad una scelta che va fatta secondo criteri di laicità e ragionevolezza. Inoltre l’intervento della Chiesa, attraverso i suoi esponenti di primo piano, applica a tutta la scuola privata paritaria quell‘etichetta “confessionale” che i promotori del referendum utilizzano per motivare la loro contarietà al contributo. D’altro canto non ci troviamo certo di fronte ad un tema “eticamente sensibile” od a “valori non negoziabili” che possano giustificare un pronunciamento delle gerarchie ecclesiastiche ma più semplicemente ad un problema che va lasciato alla responsabile autonomia delle forze politiche e sociali, delle associazioni, degli amministratori e dei cittadini laici e che chiama in causa principi costituzionali come la sussidiarietà.

PD, ovvero la crisi del settimo anno.

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La profonda crisi che il Partito Democratico sta vivendo, a quasi sette anni dalla sua nascita (ottobre 2007) è una crisi politica, che non può certamente essere spiegata con le ragioni che spesso sono alla base di una crisi di coppia. E tuttavia a me pare che qualche analogia la si possa trovare.

In estrema sintesi il PD nasce dalla volontà di soggetti ed esponenti diversi per storia e tradizioni culturali, percorsi politici, sensibilità sui temi etici, che decidono tuttavia di unirsi e stare insieme per un progetto comune sintetizzato nello Statuto, nel Manifesto dei Valori e nel Codice Etico.

Gli anni che seguono sono segnati da momenti di successo e di entusiasmo (come le elezioni dei segretari e le primarie, fino alle ultime del novembre 2012) e da sconfitte (la caduta del governo Prodi II), delusioni ed errori (come la gestione della recente fase post elettorale).

Tutto questo ci può stare. Ma quello che è grave e che oggi pesa è il fatto che Continua…

Il governo di servizio che serve all’Italia.

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Larghe attese

Ieri Enrico Letta, nel breve discorso pronunciato dopo avere ricevuto da Napolitano l’incarico di formare un nuovo governo, ha definito l’esecutivo al quale si accinge a dare forma, un “governo di servizio”. Nei giorni scorsi giornalisti e commentatori politici si erano sbizzarriti nelle definizioni, parlando di governo delle larghe intese, governissimo, governo del presidente, governo di scopo ecc. ecc. Mi pare che Letta abbia usato la formulazione più giusta, ancorchè non originale: il governo infatti è costituito da ministri, cioè, letteralmente, da “servitori” ed il primo tra essi ha da essere appunto il “primo ministro”.

Io penso che il capo dello Stato, prima con la sua generosa accettazione di un nuovo mandato (segno anch’essa di spirito di servizio), e poi con l’incarico a Letta, abbia compiuto le scelte migliori per il paese, che non può permettersi di prolungare ulteriormente una vacanza governativa che dura già da mesi.

Credo impossibile negare che l’Italia ha bisogno di un governo politico che affronti in tempi brevi i più urgenti problemi economici, sociali ed istituzionali che affliggono il paese. Non è affatto detto che Letta riesca a formare un governo, che questo ottenga una larga fiducia dal Parlamento e che esso riesca a fare approvare i provvedimenti necessari al paese.

Il primo ostacolo è la composizione del governo, che dovrebbe vedere al proprio interno figure competenti, che diano il segno della novità, che siano rappresentative delle forze politiche di riferimento (PD, Pdl, Scelta civica) ma capaci, attraverso il confronto, di trovare sintesi ed accordi pur partendo da posizioni differenti. Non faccio esempi ma credo che abbiamo tutti presente esponenti politici (dei diversi schieramenti) che hanno questa capacità ed altri che non possiedono questa attitudine.

C’è poi il problema del programma di governo. Continua…

Treno + bici

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La bici sul treno

Negli ultimi tempi ho ricevuto da diversi amici richieste d’informazione sulle possibilità di trasporto integrato intermodale treno più bici. Tali richieste prendevano le mosse da un giudizio negativo circa le possibilità che oggi i cittadini hanno di utilizzare questo servizio, che oltretutto ha conosciuto di recente un peggioramento.

Condivido allora con voi alcuni documenti.

Una nota dell’associazione Monte Sole Bike Group e della FIAB (riepilogo-situazione-treno-bici-er), che contiene le lamentele/proposte delle associazioni dei ciclisti, un‘ interrogazione presentata da tre consiglieri regionali del PD su questi stessi temi (og2013005287) e la risposta dell’assessore Peri, che contiene alcune promesse ed impegni incoraggianti (ais_9_3597_c1_v1-1).

Buona lettura.

Mobilità veloce e sostenibile.

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La partenza della gara

La stampa locale dà oggi conto degli esiti di una gara di velocità nel traffico urbano, promossa da Legambiente, tra mezzi di trasporto ecosostenibili (bici, auto elettrica, bus e treno). Sul percorso prescelto ( da via Larga al binario ovest della stazione Centrale) prima si è classificata la bici, seguita dall’auto elettrica, dal treno e dal bus. 

Qualche considerazione a margine di questo esperimento, al netto delle sue caratteristiche particolari, nel senso che, a seconda del punto di partenza e di arrivo i risultati possono cambiare, perchè un mezzo di trasporto può essere favorito o penalizzato.

Al di là della velocità dei diversi mezzi e delle fermate che, evidentemente, penalizzano i mezzi pubblici, dalla prova emerge con evidenza il vantaggio della bicicletta rispetto all’auto, in termini di facilità di parcheggio. Questo non significa che la bici possa essere abbandonata ovunque: esigenze di sicurezza e di decoro urbano impongono la necessità di poter disporre, soprattutto nei nodi maggiormente attrattivi di traffico , di stalli per la sosta o il deposito delle bici.

E’ interessante che tra i mezzi in competizione in ambito urbano ci fosse anche il treno, per la precisione un convoglio dela linea Bologna-Portomaggiore. Ancora troppo pochi sanno che esiste già a Bologna un sistema denominato Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) costituito dalle otto linee che convergono sul capoluogo e che si attestano in stazione Centrale. Su queste linee viaggiano ogni giorno centinaia di convogli che servono le principali località del territorio metropolitano e che effettuano anche fermate in stazioni dell’area urbana. Questi convogli e queste stazioni sono destinate ad aumentare nei prossimi anni, quando potranno essere spesi i fondi statali un tempo destinati alla metrotranvia. Altri fondi saranno destinati al potenziamento del sistema filoviario bolognese, in aggiunta ai 49 Crealis Neo, in sostituzione dei Civis. I cittadini bolognesi avranno insomma a disposizione un sistema di trasporto pubblico intermodale costituito da una metropolitana di superficie (il SFM) e da una rete di mezzi su gomma costituita sempre più da filobus, silenziosi e non inquinanti. Questo richiederà a Tper, l’azienda pubblica che gestisce il trasporto pubblico su gomma ed alcune linee del SFM, un ripensamento ed un’ottimizzazione dell’intero sistema, puntando sulla massima integrazione dei diversi vettori ed eliminando sovrapposizioni e duplicazioni.

La prova si è svolta in ambito urbano, ma tante sono le persone che quotidianamente raggiungono Bologna per motivi di studio o lavoro, dal territorio della provincia. A costoro va offerta una possibilità più ampia di mobilità intermodale treno più bici, non solo con postazioni di bici pubbliche alle fermate del SFM, ma anche potenziando l‘offerta di trasporto bici sui treni, che negli ultimi tempi si è ridotta. Sulla linea Bologna-Porretta tale servizio va ripristinato, anche con finalità cicloturistiche riferite ai parchi, come quello di Monte Sole.

Un referendum viziato dall’ideologia

I promotori

I promotori

Il prossimo 26 maggio i cittadini bolognesi saranno chiamati ad esprimersi sul referendum consultivo promosso dal “Comitato art.33”, riguardante il finanziamento (poco più di un milione di euro) che il Comune di Bologna ogni anno eroga alle scuole dell’infanzia private paritarie e che i promotori ritengono dovrebbe al contrario essere destinato ad un potenziamento della scuola pubblica.

Conosco piuttosto bene la materia dal momento che facevo parte del Consiglio comunale che il 16/10/2007 approvò la delibera n.183 con la quale si superava il buono scuola individuale (introdotto dalla giunta Guazzaloca) e si dava vita al sistema di convenzioni con le scuole d’infanzia paritarie a gestione privata tuttora in vigore, basato su contributi fissi e su contributi variabili, in ragione, questi ultimi, di indicatori di criticità o di qualità verificati scuola per scuola.

Attraverso questo sistema incentivante (con parametri variabili anno per anno sulla base di obiettivi di miglioramento) si puntava ad una graduale e progressiva assimilazione tra scuole pubbliche (statali e comunali) e private, tutte parte dell’unico sistema cittadino integrato di scuola dell’infanzia.

Qualche esempio d‘indicatori di qualità: l’adozione di un sistema tariffario differenziato per redditi con tariffe inferiori ad un certo tetto, di bilanci trasparenti e confrontabili, di una carta dei servizi, l’adesione al progetto d’informatizzazione delle procedure d’iscrizione a scala cittadina ecc. ecc.

Per decidere come votare al referendum non si tratta, a mio avviso, di chiedersi se si preferisce la scuola pubblica o quella privata: le mie tre figlie hanno avuto a suo tempo la fortuna/opportunità di frequantare la scuola dell’infanzia comunale ed io ne sono un convinto sostenitore, ma non per questo posso nascondermi Continua…